Il recente incontro tra il ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó, e le autorità rumene ha rappresentato un'importante occasione per discutere progetti infrastrutturali chiave, come il cavo sottomarino del Mar Nero, oltre a trattare le controversie internazionali relative alle politiche migratorie ungheresi. Le dichiarazioni del ministro non sono passate inosservate, specialmente per quanto riguarda le relazioni con la Russia e le risposte critiche da parte dei Paesi baltici.
La posizione dell'Ungheria nel contesto europeo
Durante la conferenza stampa tenutasi a Bucarest, Szijjártó ha evidenziato le tensioni tra l'Ungheria e alcune nazioni europee, in particolar modo quelle baltiche e nordiche. Queste tensioni sono emerse in risposta alla decisione di Budapest di semplificare le procedure di ingresso per i cittadini russi e bielorussi. Secondo le critiche mosse, queste modifiche potrebbero rappresentare un pericolo per la sicurezza in un contesto geopolitico instabile.
La comunicazione ufficiale dei ministri degli Esteri e degli Interni dei Paesi baltici al Commissario europeo Ylva Johansson ha registrato il dissenso verso le politiche ungheresi, accusando Budapest di mettere a rischio la sicurezza collettiva. La dichiarazione di Szijjártó ha sottolineato una percezione di doppio standard, avvertendo che quando l'Ungheria si oppone agli allineamenti europei, viene etichettata come 'spia russa' o 'cavallo di Troia'. Questa retorica ha sollevato interrogativi sulla coerenza delle politiche europee in tema di sicurezza e immigrazione.
Le nuove regole di ingresso per russi e bielorussi
Il dibattito sulle nuove procedure di immigrazione ungheresi ha visto Szijjártó ribattere alle preoccupazioni espresse dai Paesi baltici. Ha affermato che le accuse di un alleggerimento delle procedure di ingresso siano infondate, evidenziando una "campagna di fake news" condotta dagli oppositori. Secondo il ministro, l'Ungheria non ha modificato le sue regole d'ingresso e le procedure rimangono rigorose per i cittadini di Paesi terzi.
Il sistema di immigrazione ungherese è strutturato per consentire ai lavoratori stranieri di risiedere legalmente nel Paese per un periodo prolungato, con un eventuale accesso alla residenza permanente. Il programma, inizialmente riservato a cittadini di Paesi come Serbia e Ucraina, è stato recentemente esteso a ulteriori nazioni dei Balcani occidentali, tra cui Bosnia-Erzegovina, Montenegro e Macedonia settentrionale, includendo anche Bielorussia e Russia. Questa misura configura l'Ungheria come un punto d'attrazione per lavoratori provenienti da Paesi confinanti.
Il lancio del progetto del cavo sottomarino del Mar Nero
Il viaggio di Szijjártó a Bucarest ha coinciso con il lancio di una joint venture tra Ungheria, Romania, Georgia e Azerbaigian per realizzare il progetto del cavo sottomarino del Mar Nero, noto anche come "Black Sea Submarine Cable" . Questo cavo avrà un fondamentale ruolo nell'approvvigionamento energetico dell'Unione Europea, considerato il contesto di crisi energetica aumentato dall'invasione russa in Ucraina e dalle conseguenti fluttuazioni dei prezzi dell'energia.
Il progetto, approvato dai leader dei quattro Paesi coinvolti nel 2022, è stato avviato come risposta strategica per garantire una maggiore sicurezza energetica in Europa. L'infrastruttura sarà essenziale per diversificare le fonti energetiche e ridurre la dipendenza da forniture problematiche, promuovendo una cooperazione più profonda tra le nazioni del Caucaso meridionale e dell'Europa sud-orientale.
Le dichiarazioni del ministro Szijjártó, insieme al lancio di questi progetti, delineano l'impegno dell'Ungheria a rafforzare le relazioni energetiche e affrontare le preoccupazioni di sicurezza in un'Europa in continua evoluzione.
