Vittoria storica per un benzinaio: il tribunale di Torino boccia il contratto di appalto delle petrolifere

Vittoria storica per un benzinaio: il tribunale di Torino boccia il contratto di appalto delle petrolifere

Una sentenza del tribunale di Torino dichiara inadeguato il contratto di appalto servizi per i gestori di stazioni di servizio, aprendo a nuove prospettive nella regolamentazione del settore carburanti.
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Vittoria storica per un benzinaio: il tribunale di Torino boccia il contratto di appalto delle petrolifere - Gaeta.it

Un recente caso avvenuto a Torino ha avuto un’importanza significativa nel settore della distribuzione di carburanti. Un gestore di una stazione di servizio ha ottenuto una sentenza favorevole dal tribunale locale, che ha riconosciuto come inadeguato il contratto di “appalto servizi” proposto dalla compagnia petrolifera. Questo evento segna un punto di svolta e potrebbe avere ripercussioni notevoli sulla regolamentazione dei contratti tra gestori di stazioni di servizio e le compagnie petrolifere.

Il contesto legale della causa

Il gestore della stazione di servizio, supportato dall’associazione Faib-Confesercenti e dall’avvocato Massimo Sibona, ha contestato la validità del contratto proposto, sostenendo che fosse inadeguato per definire il proprio ruolo all’interno della struttura lavorativa. Il tribunale ha accolto le sue argomentazioni, stabilendo che il contratto d’appalto non era applicabile al contesto della distribuzione di carburanti. La sentenza, come dichiarato dal presidente dell’associazione Enzo Nettis, rappresenta un passo avanti importante: “Torino fa da apripista. Finalmente un giudice sancisce ciò che sosteniamo da tempo”, ha commentato Nettis in riferimento al ruolo del gestore di carburanti nella catena di distribuzione.

La natura dei contratti di appalto e le problematiche legate

Faib-Confesercenti ha denunciato che i recenti contratti di appalto servizi introdotti dalle compagnie petrolifere sono illegittimi. Questi contratti, sostengono, stravolgono il tradizionale inquadramento del benzinaio come lavoratore autonomo. Il classico “comodato sei più sei anni” garantisce una stabilità necessaria per pianificare gli investimenti e la gestione economica. In contrapposizione, l’appalto servizi non rispetta la figura giuridica del gestore come imprenditore, creando invece una condizione di lavoro assimilabile a quella dipendente.

Le nuove modalità di ingaggio, pertanto, sembrano avere come unico scopo quello di precarizzare maggiormente il lavoro nel settore, riducendo le possibilità di un futuro stabile per chi opera nel campo della distribuzione di carburanti. Questo cambio può portare a situazioni di incertezza per ben 23.000 gestori in tutta Italia, da sempre considerati imprenditori e non semplici lavoratori subordinati.

Le richieste dei gestori e le prospettive future

Nettis ha chiarito la posizione dell’associazione: “Se le compagnie preferiscono l’appalto, allora dovranno assumerci tutti”. Tuttavia, il presidente ha specificato che l’obiettivo non è l’assunzione, bensì la volontà di mantenere la libertà imprenditoriale, con contratti a lungo termine che permettano di investire e pianificare in modo adeguato. La richiesta di un confronto con le compagnie è chiara, con la speranza di avviare un dialogo per ripristinare una contrattualistica che rispetti le normative attuali e non crei confusione.

Nettis ha concluso con un avvertimento: “Se non ci saranno passi in avanti nei negoziati, sono pronti a inondare i tribunali di cause legali.” La sentenza di Torino potrebbe essere solo l’inizio di una battaglia più ampia per la tutela dei diritti dei gestori di carburanti e per il riconoscimento della loro professionalità nel settore.

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