I cittadini ecuadoriani dicono no alle trivellazioni nel cuore dell’Amazzonia, ma i pozzi restano attivi

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I cittadini ecuadoriani dicono no alle trivellazioni nel cuore dell'Amazzonia, ma i pozzi restano attivi - Gaeta.it

Nel 2022, il popolo ecuadoriano ha fatto la storia con un referendum che ha visto quasi il 60% degli elettori schierarsi contro le trivellazioni petrolifere nel Parco Nazionale Yasuni, un'area di immensa biodiversità. Tuttavia, a distanza di un anno, la situazione sui pozzi petroliferi rimane problematica, poiché il governo ha trovato scuse per prolungare le operazioni. Questo articolo analizza le reazioni delle comunità indigene, le problematiche ecologiche e le misure governative in atto.

Un voto storico e le sue conseguenze

Referendum e risultati

Il referendum del 2022 sulla cessazione delle trivellazioni nel blocco 43-ITT ha rappresentato un momento cruciale nella storia ecologica dell'Ecuador. L'affluenza elettorale ha rispecchiato una crescente coscienza ambientale tra la popolazione, particolarmente tra le generazioni più giovani, tese a proteggere l'indigenza dell'Amazzonia. La decisione di fermare le operazioni petrolifere è stata vista come una vittoria non solo per i cittadini, ma anche per le comunità indigene Waorani, che da decenni subiscono gli effetti negativi dell'industria estrattiva.

Tuttavia, nonostante i risultati favorevoli del referendum, i segnali di una reale dismissione delle attività petrolifere nella regione si fanno attendere. La recente comunicazione del ministero dell'Energia e delle Miniere, che ha annunciato la chiusura di un solo pozzo, solleva interrogativi sulla volontà effettiva del governo di rispettare il risultato elettorale.

Proroga delle operazioni

In un contesto già teso, la richiesta del governo di una proroga di oltre cinque anni per la chiusura delle operazioni di Petroecuador ha sollevato preoccupazioni e critiche. Le dichiarazioni del governo, a fronte delle scadenze stabilite dalla Corte Costituzionale, evidenziano una mancanza di determinazione nell'eseguire le direttive. La scadenza fissata per la chiusura completa delle 227 trivellazioni è stata stabilita al 2024, ma l'inerzia politica è palpabile. Kevin Koenig, direttore di Amazon Watch, ha parlato di un’assenza di rispetto verso le sentenze della Corte, affermando che le operazioni attuali non rappresentano un adeguato adempimento degli obblighi legali.

La biodiversità del Parco Nazionale Yasuni

Un ecosistema unico

Il Parco Nazionale Yasuni è riconosciuto come una delle aree più importanti al mondo per la biodiversità. Designato come riserva della biosfera dall'UNESCO, il parco è l'habitat di numerose specie vegetali e animali uniche al mondo. Inoltre, ospita comunità indigene, come i Waorani, Taromenane e Tagaeri, le quali vivono in isolamento e dipendono direttamente dall'ecosistema per la loro sussistenza.

L'estrazione di petrolio ha avuto effetti devastanti sulla flora e fauna locali e, come segnalato da Amazon Watch, le fuoriuscite di petrolio si verificano con preoccupante frequenza, minacciando incessantemente la salute delle popolazioni indigene e l'integrità dell'ecosistema. Gli impatti sulla salute dei residenti, come le patologie cancerogene e le malattie respiratorie, sono stati documentati e restano fonte di grande preoccupazione per gli attivisti.

Voci delle comunità indigene

Le manifestazioni delle donne indigene Waorani a Quito, con una forte richiesta di fermare le trivellazioni, sono un chiaro esempio della frustrazione e dell'urgente bisogno di azioni concrete. Juan Bay, presidente della NAWE, sottolinea come il petrolio non solo non abbia portato sviluppo, ma abbia invece causato morte e malattie tra le comunità locali. Queste voci narrano la storia di un popolo che chiede il rispetto dei propri diritti e una protezione adeguata della propria terra, diventando un simbolo di resistenza in un contesto di sfruttamento.

Il futuro delle trivellazioni in Ecuador

Le scadenze annunciate dal governo

All'indomani del referendum, il governo ecuadoriano ha comunicato l'intenzione di smantellare i pozzi entro il dicembre 2029. Tuttavia, con solo un pozzo dismesso in un anno, le promesse rimangono poco più di un miraggio. Le dichiarazioni di Antonio Goncalves, capo del ministero, hanno evidenziato che rispettare questa scadenza comporterà una pianificazione tecnica complessa. Le difficoltà economiche dell'Ecuador, con il petrolio che rappresenta quasi un terzo del PIL, complicano ulteriormente il quadro.

Costi della chiusura e impatti economici

Le stime governative per la chiusura delle operazioni fossili nel blocco 43-ITT ammontano a circa 1,3 miliardi di dollari. Questa cifra esprime perfettamente la complessità della transizione verso un’economia più sostenibile e pongono interrogativi sull'effettivo potere decisionale del governo di coadiuvare la protezione dell'ambiente senza compromettere le necessità economiche del paese. Le politiche future dovranno navigare tra la protezione delle risorse naturali e il bisogno urgente di stabilità economica, un equilibrio delicato e imperativo per le generazioni future.

Ultimo aggiornamento il 2 Settembre 2024 da Laura Rossi

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