A Treviso il festival della statistica: Fokus su economia e innovazione industriale

Il festival StatisticAll a Treviso esplora l’importanza dei dati per le politiche industriali europee, evidenziando la necessità di investimenti in ricerca e formazione per affrontare le sfide globali.
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A Treviso il festival della statistica: Fokus su economia e innovazione industriale - (Credit: www.adnkronos.com)

StatisticAll, il festival dedicato alla statistica e demografia, continua a Treviso, portando un’offerta unica nel panorama europeo. Questo evento, riconosciuto a livello internazionale, si distingue per il linguaggio accessibile e l’attenzione a temi attuali, rendendo le analisi statistiche comprensibili anche a un pubblico non specializzato. Durante la seconda giornata, il festival ha ospitato un panel dedicato all’economia e all’industria, approfondendo l’importanza dei dati nel costruire un futuro industriale europeo.

Il panel su economia e industria: necessità e prospettive

Il primo incontro della giornata ha avuto come titolo “Economia e industria – I dati utili per costruire un Industrial Act europeo”, dove esperti del settore si sono confrontati su temi rilevanti per l’industria europea. Livio Romano, figura di spicco di Cassa Depositi e Prestiti, ha condiviso la sua visione, rivelando che l’ente contribuisce al sistema Italia con finanziamenti e equity per quasi 12 miliardi di euro. Romano ha evidenziato come le istituzioni non siano a conoscenza dell’ampio investimento nel settore dell’energia green, suggerendo la necessità di sviluppare una metodologia rigida per misurare tali contributi.

Un cambiamento significante nella politica industriale italiana è rappresentato da documenti recenti, che prima avrebbero sembrato inimmaginabili, come quello firmato dall’ex presidente del Consiglio Mario Draghi. L’uscita di tali documenti indica un segno positivo verso una maggiore consapevolezza e cambiamento delle politiche industriali in atto.

La visione delle politiche industriali: oltre la finanza

Germana Di Domenico del Ministero dell’Economia e delle Finanze ha espresso un punto di vista critico sulle politiche industriali, affermando che non sono solamente le motivazioni finanziarie a fare la differenza. Per Di Domenico, è essenziale disporre di dati solidi e metodologie trasparenti, che garantiscano equità tra i vari Paesi nell’ambito delle strategie industriali. L’armonizzazione dei progetti finanziari a livello europeo rappresenta una sfida fondamentale, a cui sarà necessario rispondere con adeguate competenze.

Il dibattito si è poi spostato sull’importanza della statistica, commemorando il ruolo iniziale dell’Unione Europea come comunità del carbone e dell’acciaio. Stefano Menghinello, dell’Istat, ha messo in luce come le statistiche debbano essere autonome e slegare la politica industriale da pregiudizi, basandosi soltanto su dati oggettivi e verificabili. Questa impostazione trasparente diventa cruciale per guidare le decisioni industriali in modo informato e avveduto.

Multinazionali e strategia: la ricerca di nuove opportunità

Successivamente, il panel “Globali e locali: multinazionali in cerca di una nuova strategia tra dazi e sanzioni” ha affrontato tematiche attuali riguardanti le multinazionali e la loro vulnerabilità in un mondo in cambiamento. Il professor Armando Rungi, esperto di economia, ha rivelato che nel 2023 è stato registrato un numero record di brevetti, principalmente attribuiti alle multinazionali. Rungi ha sottolineato che le grandi aziende possono sfruttare la loro dimensione per investire in ricerca e sviluppo, ma ha avvertito che l’Europa deve cambiare paradigma per competere con Stati Uniti e Cina.

Luca Paolazzi ha continuato la discussione evidenziando come le multinazionali stiano ridefinendo le loro strategie, cercando contesti favorevoli per il loro operato. Paolazzi ha messo in luce un vantaggio strategico di queste aziende, che è la loro attenzione per il benessere dei dipendenti, un aspetto sul quale molte aziende italiane necessitano di miglioramenti.

Ricerca, formazione e competitività: il futuro delle imprese

Alessandro Faramondi, dirigente dell’Istat, ha concluso il dibattito enfatizzando l’importanza della ricerca e della formazione nello sviluppo della competitività delle imprese. Faramondi ha sottolineato come, in un contesto globalizzato, le multinazionali stiano investendo sulle competenze e sullo sviluppo del capitale umano, non limitandosi a offerte salariali ma investendo anche nelle capacità professionali dei loro collaboratori. Questi elementi si rivelano cruciali per aumentare la produttività e mantenere un vantaggio competitivo nel mercato internazionale.

La discussione avvenuta in occasione di StatisticAll ha messo in evidenza come la combinazione di dati solidi, politiche industriali ben definite e investimenti in ricerca e formazione possano fornire un quadro strategico per il futuro dell’industria europea, suggerendo percorsi di sviluppo e innovazione indispensabili per affrontare le sfide contemporanee.

Ultimo aggiornamento il 18 Ottobre 2024 da Sofia Greco

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