Le indagini sulla violenta aggressione avvenuta a Bolzano il 30 settembre hanno subito un’accelerazione. Un episodio che inizialmente appariva come una comune rissa fra stranieri ha rivelato una trama complessa di vendette e rancori, culminando in un attacco organizzato. Un bilancio tragico: quattro feriti, due dei quali versano in gravi condizioni.
La dinamica dell’aggressione
Il fatto è accaduto nei Prati della passeggiata Lungo Talvera, un’area affollata e conosciuta della città. La Polizia, intervenuta subito dopo la segnalazione, ha trovato una scena devastante, con persone ferite e segni di una colluttazione violenta. Nonostante all’inizio si fosse pensato a una semplice lite tra stranieri, le indagini condotte dalla squadra mobile hanno rivelato un piano ben congegnato da parte di un gruppo specifico di immigrati.
Grazie alle testimonianze di passanti e alle indagini di polizia scientifica, si è scoperto che l’aggressione era stata premeditata da due fratelli di origine iraniana, K. S. E., di 33 anni, e K. S. A., di 24. Già alcuni giorni prima del brutale attacco, i feriti erano stati avvertiti dai fratelli con minacce, legate a vecchi sgarri. L’atmosfera tesa e le vendette personali hanno quindi strutturato un contesto di violenza che ha portato a quella drammatica sera.
Le indagini e gli arresti
A seguito delle risultanze investigative, la Procura della Repubblica ha chiesto d’urgenza l’emissione di ordinanze di custodia cautelare. Il gip del tribunale di Bolzano ha accolto la richiesta, e così sono scattati gli arresti per i due fratelli iraniani e un complice afgano, H. A. A., conosciuto con il soprannome “Tofan“. Questi individui sono stati identificati non solo come responsabili dell’aggressione, ma anche come gestori di un locale, il bar “Luna’s Café“.
Le modalità degli arresti sono state rapide e coordinate. Le forze dell’ordine hanno localizzato i sospetti in due abitazioni diverse, una in Via Guncina, residenza di un fratello, e l’altra in Viale Europa. Le accuse per i tre coinvolti sono gravi e comprendono “porto abusivo di armi” e “lesioni personali volontarie aggravate“, dovute alla violenza e all’uso di armi durante l’attacco.
Misure nei confronti degli altri complici
La rete di complici non si ferma ai tre già arrestati. Un quarto, A. A., cittadino albanese, è stato colpito da un provvedimento di espulsione immediato da parte del questore Paolo Sartori. Lo stesso provvedimento è stato predisposto anche nei confronti di H. A. A., con effetto che diverrà operativo al termine delle procedure giudiziarie in corso.
Parallelamente, il questore ha avviato specifiche procedure per attivare la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza nei confronti di altri potenziali organizzatori dell’aggressione. Questa mossa evidenzia la determinazione delle autorità a monitorare e prevenire ulteriori episodi di violenza legati a rancori personali e dinamiche di malavita che possono minacciare la sicurezza pubblica.
Ultimo aggiornamento il 19 Novembre 2024 da Armando Proietti