La situazione nei pronto soccorso italiani è al centro di un intenso dibattito tra professionisti del settore. Un’indagine condotta dalla Simeu, la Società Italiana di Medicina di Emergenza-Urgente, ha evidenziato i principali problemi affrontati da queste strutture. Con un campione di 80 centri che nel 2023 hanno gestito quasi 4 milioni di accessi, la rilevazione scatta una fotografia delle difficoltà corrente del sistema sanitario. Scopriamo i dettagli emersi dalla ricerca.
Carenza di personale e attese: le sfide principali
Uno dei problemi più evidenti che affliggono i pronto soccorso è la carenza di personale. Secondo l’indagine, il 29% dei partecipanti ha sottolineato che la riduzione degli organici rappresenta una delle questioni più gravi da affrontare. Questo deficit umano si traduce direttamente in un aumento della pressione sui professionisti già in servizio e rende difficile garantire un livello adeguato di assistenza.
L’altro aspetto critico è il fenomeno del “boarding“, che si riferisce ai pazienti costretti ad attendere su barelle per un letto disponibile. Il 26% dei centri ha segnalato questa problematica. La situazione è ulteriormente complicata dai cosiddetti “accessi impropri“, che sono anch’essi ritenuti un nodo cruciale. Le aggressioni nei pronto soccorso, infine, rappresentano un ulteriore fattore di preoccupazione, con una segnalazione del 19% tra i partecipanti all’indagine.
Con una crescita costante degli accessi e questioni strutturali irrisolte, diventa pressing la necessità di un rafforzamento degli organici. Beniamino Susi, vice presidente Simeu, ha evidenziato l’importanza di migliorare le condizioni lavorative per garantire un’assistenza di qualità e per ridurre il carico di stress psicofisico sui professionisti.
Cause della disaffezione dei medici
La rilevazione ha anche approfondito le ragioni della crescente disaffezione dei medici verso il pronto soccorso. Tra i motivi principali, lo stress lavorativo emerge prepotentemente, con il 29% dei partecipanti che lo indica come una delle cause chiave. La valorizzazione economica, considerata insufficiente, segue con il 26%. Altri fattori significativi includono la qualità della vita lavorativa e le preoccupazioni riguardanti il rischio medico-legale.
Antonio Voza, segretario nazionale Simeu, ha spiegato che il carico di lavoro e lo stress derivanti da turni intensi formano un circolo vizioso che porta molti medici a considerare alternative alla loro attuale posizione. Situazioni di alta pressione psicologica, insieme alla mancanza di supporto pratico e morale, contribuiscono a questo quadro poco incoraggiante.
Il problema del boarding e le risposte degli esperti
Il fenomeno del boarding, che dura da anni, continua a rappresentare una delle sfide più gravi. I direttori dei Dipartimenti di Emergenza-Urgente hanno riscontrato che, rispetto al passato, il 54% delle strutture ha visto un incremento del problema. Tuttavia, anche il 36% degli intervistati ha registrato una diminuzione del boarding, grazie all’implementazione di misure organizzative specifiche. I centri realmente efficaci sono quindi in grado di migliorare le condizioni, segnalando che ancora ci sono margini di crescita da esplorare.
La Simeu ha suggerito diverse soluzioni per affrontare questa crisi, come l’attivazione di ambulatori con accesso diretto e una maggiore efficienza nella presa in carico dei pazienti dimissibili. Fabio De Iaco, presidente della Simeu, ha affermato che la gestione più acuta delle liste d’attesa potrebbe non essere il problema più urgente rispetto ad altre problematiche strutturali che necessitano di attenzione.
Necessità di riforma e riduzione dei tempi di attesa
La riforma del sistema di pronto soccorso sembra diventare una priorità. Secondo la rilevazione, i direttori di pronto soccorso hanno espresso diverse esigenze, tra cui il rinforzo del personale e una diminuzione del fenomeno del boarding. Un altro aspetto cruciale riguarda la possibilità di indirizzare i pazienti a bassa criticità già in fase di triage, liberando risorse preziose per i casi più gravi.
Le richieste sono chiare: il 28% degli intervistati ha chiesto una maggiore attività di filtro da parte della Medicina Generale. È fondamentale gestire i pazienti con esigenze meno urgenti tramite strutture alternative, permettendo al personale di concentrarsi su situazioni più critiche. Ulteriori dati rivelano che i pazienti cronici, oncologici e psichiatrici continuano a rappresentare la fetta più pesante di lavoro per i pronto soccorso, evidenziando la necessità di un’approfondita revisione delle strategie di gestione.
Chiamata all’azione da parte della Simeu
La Simeu ha messo in luce un dato allarmante: i pronto soccorso italiani sono diventati un punto di riferimento spesso inadeguato per problemi che dovrebbero essere gestiti altrove. L’indagine ribadisce l’urgenza di riformare il sistema sanitario per ridurre il carico di lavoro sui pronto soccorso. I risultati evidenziano non solo le criticità esistenti, ma anche le opportunità e i margini di miglioramento per un sistema in difficoltà.
L’analisi dei dati e le voci dei professionisti del settore evocano un futuro che necessita di cambiamenti sostanziali per garantire un’assistenza adeguata e ridurre il disagio di medici e pazienti. La strada da percorrere è complessa, ma è evidente che vi sono segni di speranza e la necessità di un impegno condiviso.
Ultimo aggiornamento il 8 Novembre 2024 da Sofia Greco