Arrestato giovane neonazista a Milano: scoperta una rete di suprematismo tra i minori

Un giovane neonazista di 16 anni è stato arrestato a Milano per aggressioni razziste in metropolitana, rivelando una rete di minori coinvolti in ideologie estremiste e violente.
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Arrestato giovane neonazista a Milano: scoperta una rete di suprematismo tra i minori - (Credit: www.ansa.it)

L’aggressione di un giovane neonazista sui mezzi pubblici di Milano ha scatenato un’onda d’urto nel contesto della sicurezza e della tutela dei diritti umani in Italia. Il 19 marzo 2023, una serie di indagini condotte dalla Digos ha portato all’arresto di un 16enne di origini ucraine, accusato di aver aggredito extracomunitari sulla metropolitana M2 della città. Grazie a questo intervento, è emersa una rete ben organizzata composta principalmente da minori, intenti a promuovere ideologie di discriminazione e violenza.

Aggressioni nella metropolitana M2 di Milano

Il giovane arrestato era noto per i suoi comportamenti violenti e provocatori. Prima di colpire le sue vittime, mostrava con fierezza un tatuaggio a forma di svastica sul petto, accompagnando le aggressioni con urla provocatorie come “I fascisti sono tornati”. Gli attacchi avvennero nella notte tra il 28 e il 29 febbraio, principalmente nelle vicinanze delle fermate Cimiano e Crescenzago. Le vittime furono oggetto di calci e pugni da parte del minore, il quale non si limitava ad aggredire, ma assumeva un atteggiamento di superiorità ideologica.

A seguito delle aggressioni, gli agenti hanno effettuato una perquisizione nell’abitazione del giovane, dove sono stati rinvenuti numerosi oggetti correlati all’estremismo di destra. Tra i materiali sequestrati figuravano un machete con la scritta “white power”, un coltello, uno striscione con la scritta “Duce” e una copia del celebre libro di Adolf Hitler, “Mein Kampf”. Questi ritrovamenti hanno confermato l’appartenenza del ragazzo a un movimento di estrema destra, generando preoccupazioni circa la diffusione di ideologie estremiste tra i giovani.

Indagini su una rete di suprematismo

Le indagini avviate a seguito dell’arresto hanno rivelato l’esistenza di una rete di minori impegnati in attività di promozione dell’odio e della violenza tramite chat di messaggistica istantanea. Gli investigatori hanno ampliato le loro ricerche in tutto il territorio nazionale per determinare se il 16enne fosse parte di un gruppo più ampio segnalato da attività di propaganda razzista.

Dodici persone, di cui dieci minorenni e due maggiorenni, sono state indagate e sottoposte a perquisizioni da parte delle forze dell’ordine. Queste operazioni hanno coinvolto diverse città italiane, grazie alla collaborazione delle Digos di varie Questure, tra cui Torino, Roma, Firenze e Venezia. Durante le perquisizioni, sono stati sequestrati oggetti pericolosi come repliche di armi lunghe, pistole, mazze, tirapugni e vari simboli di ideologie neofasciste e suprematiste.

La risposta delle autorità e il futuro del monitoraggio

Le indagini hanno avuto luogo sotto la direzione della Procura dei minorenni e del Tribunale ordinario, ponendo un focus particolare sulla tutela dei diritti civili in un contesto sempre più critico. Le persone perquisite sono state incriminate per il reato di cui all’articolo 604 bis del codice penale, relativo alla propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa.

Ora gli agenti della Digos stanno analizzando con attenzione il materiale informatico sequestrato, nel tentativo di comprendere le dinamiche interne di questa rete suprematista e di evitare ulteriori atti di violenza. Nonostante gli arresti e le perquisizioni, è emersa la preoccupazione che la rete di estremisti potrebbe essere più estesa e che l’azione delle autorità debba continuare in modo sistematico per garantire la sicurezza e la coesione sociale.

Ultimo aggiornamento il 17 Ottobre 2024 da Elisabetta Cina

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