L’arresto di Rexhino “Gino” Abazaj a Parigi ha suscitato un immediato riscontro politico, con Ilaria Salis, eurodeputata di Avs, che scende in campo per sostenere il militante. Accusata anch’essa da Budapest per gli stessi reati di Abazaj, Salis strumentalizza la sua immunità parlamentare per richiamare l’attenzione sul caso, chiedendo la mobilitazione contro un’eventuale estradizione in Ungheria, paese che ha emesso un mandato d’arresto europeo nei confronti del giovane.
Il coinvolgimento di Gino Abazaj
Secondo le indagini delle autorità ungheresi, Abazaj ha fatto parte di un gruppo impegnato in attività di protesta a Budapest nel febbraio 2023. Insieme a militanti tedeschi di Hammerbund, avrebbe partecipato a una manifestazione contro l’estrema destra, in un contesto che ha visto la celebrazione del “Giorno dell’onore“, evento commemorativo dedicato alle vittime dell’Armata Rossa. Milioni di cittadini ungheresi avrebbero quindi visto negli eventi una chiara provocazione, alimentando la tensione tra i gruppi politici.
Le circostanze del viaggio di Abazaj a Budapest sono piuttosto chiare. Il giovane è atterrato nella capitale magiara il 9 febbraio sullo stesso volo della Salis e di un altro attivista, Gabriele Marchesi. I tre avrebbero condiviso le stesse finalità politiche, ma il ritorno in Italia di Abazaj è avvenuto senza intoppi il 13 febbraio, mentre Salis è stata bloccata e arrestata. Questa sequenza di eventi solleva interrogativi sulle modalità d’azione delle autorità e sulla dinamicità delle condizioni di sicurezza.
La mobilitazione politica di Ilaria Salis
Appresa la notizia dell’arresto di Gino, Ilaria Salis si è espressa sui social media, invocando la solidarietà per il suo “fratello e compagno“. Nel suo messaggio Instagram ha enfatizzato l’urgenza di una mobilitazione per evitare che il governo francese esegua l’estradizione. Per Salis, l’eventuale trasferimento di Abazaj in Ungheria costituirebbe una violazione dei diritti fondamentali e una minaccia ai principi di giustizia.
L’ex maestra milanese ha condiviso la sua visione sull’accoglienza delle autorità francesi nei confronti dei rifugiati politici, evidenziando come il trattamento di Abazaj contrasti con la tradizione di protezione della Francia. La sua preoccupazione si basa su affermazioni secondo cui l’Ungheria non garantirebbe un processo equo e un trattamento dignitoso per Abazaj, un tema che ha acceso il dibattito pubblico.
Salis ha anche affermato che il suo coinvolgimento nella questione non è solo di natura altruistica ma include implicazioni dirette per la sua sicurezza. La sua temuta estradizione in Ungheria si basa su accuse simili a quelle rivolte a Gino, rendendo fondamentale l’esito della battaglia legale in corso.
Il quadro giuridico dell’estradizione
L’estradizione di Gino Abazaj dalla Francia all’Ungheria solleva questioni legali significative. Il governo ungherese ha emesso un mandato d’arresto europeo nonostante l’appartenenza di Abazaj a una categoria di attivisti considerati politici. Le autorità ungheresi lo accusano di reati legati alla sua attività attivista, sostenendo che la sua presenza a Budapest nel 2023 giustifichi le accuse.
La decisione della Francia di estradare Abazaj potrebbe avere ripercussioni non solo per il giovane, ma anche per la stessa Ilaria Salis. Infatti, se il governo francese dovesse rifiutare l’estradizione, la Salis potrebbe utilizzare questa decisione per presentare ricorso presso la Commissione Giustizia di Strasburgo, influenzando ulteriormente la sua posizione e difendendo la sua immunità.
La situazione si complica ulteriormente con le dichiarazioni delle autorità ungheresi che definiscono Salis come “criminale comune“, tendendo a dimostrare come il caso si inserisca in un contesto di crescente conflitto politico. La tensione tra i diritti individuali e le misure di sicurezza nazionali continua a essere al centro del dibattito, mentre il futuro di Gino Abazaj rimane incerto in un momento critico per il suo attivismo e il movimento antifascista.
Ultimo aggiornamento il 19 Novembre 2024 da Donatella Ercolano