L’assoluzione di Lorena Bianchi, psichiatra del carcere di Rebibbia, segna un momento controverso nella cronaca giudiziaria italiana. La professionista era accusata di omicidio colposo per la morte di due bambini, figli di una detenuta che, in un momento di grave crisi psicologica, è stata responsabile di un gesto tragico. La notizia ha suscitato reazioni e dibattiti, mentre la procura ha manifestato l’intenzione di esaminare la possibilità di un appello.
Il drammatico evento nel nido del carcere
La triste vicenda ha avuto luogo all’interno del carcere di Rebibbia, precisamente nel reparto nido dedicato alle madri detenute con i loro bambini. La madre, Alice Sebesta, si trovava in carcere per questioni legate alla droga e, nel mese antecedente il tragico evento, aveva già mostrato segni di squilibrio mentale.
In un giorno fatidico, mentre stava per pranzare con i suoi due bambini, Sebesta ha compiuto un gesto estremo: ha lanciato i suoi figli dalla tromba delle scale. Faith, la più piccola di appena sei mesi, ha perso la vita sul colpo. Divine, suo fratello maggiore, inizialmente sopravvissuto, è stato portato all’ospedale Bambino Gesù di Roma, dove è morto alcuni giorni dopo a causa delle gravi ferite riportate.
L’azione violenta è avvenuta in un contesto di totale disorientamento, con Sebesta che in seguito all’aggressione ha esclamato: “Li ho liberati!”. Questo tragico evento ha scosso non solo gli operatori penitenziari, ma l’intera comunità, sollevando interrogativi su come sia stato possibile quel drammatico epilogo.
La decisione del tribunale e le reazioni legali
Recentemente, il tribunale ha reso noto il verdetto di assoluzione nei confronti della psichiatra Lorena Bianchi. Accusata di omicidio colposo per non aver visitato Sebesta in tre occasioni, nonostante le ripetute sollecitazioni del personale carcerario, la psichiatra ha rischiato una pena di due anni e nove mesi di reclusione. Tuttavia, il giudice ha deciso di scagionarla, attribuendo il gesto della madre a un “vizio totale di mente”.
Andrea Palmiero, avvocato della parte civile, ha commentato la sentenza, esprimendo la volontà di analizzare le motivazioni del tribunale e di considerare un’eventuale procedura di appello da parte della procura. Questa vicenda complessa ha suscitato non solo il dispiacere per la tragica morte dei bambini, ma anche una riflessione sulla responsabilità dei professionisti sanitari nel contesto carcerario.
L’iter legale per la madre e le implicazioni future
Sebbene Lorena Bianchi sia stata assolta dall’accusa di omicidio, la situazione di Alice Sebesta rimane drammatica. La madre, dopo il riconoscimento del suo stato di incapacità mentale, è stata condannata a un lungo periodo di reclusione in una REMS . Questa struttura è destinata a quelli che, come Sebesta, hanno commesso reati ma presentano disturbi psichiatrici, offrendo un regime detentivo orientato alla cura e alla riabilitazione.
La vicenda ha messo in luce le criticità del sistema carcerario italiano, in particolare riguardo alla gestione della salute mentale nelle strutture penitenziarie. Il caso ha aperto un ampio dibattito sulla necessità di un maggiore supporto e monitoraggio per i detenuti che soffrono di problemi psichiatrici, così come sull’importanza di una formazione adeguata per il personale carcerario e sanitario.
L’auspicio futuro è che eventi simili possano essere evitati attraverso una maggior attenzione alla salute mentale all’interno del sistema penitenziario, assicurando che i segnali di crisi vengano tempestivamente riconosciuti e trattati.
Ultimo aggiornamento il 1 Ottobre 2024 da Sara Gatti