Il Friuli Venezia Giulia sta vivendo cambiamenti climatici significativi, con estati più calde e inverni più miti. Questi dati emergono dal nuovo Rapporto sullo stato dell’ambiente 2024, presentato dall’Arpa nella città di Trieste. Stando alle statistiche, dal 1991 al 2020, la temperatura media annuale a Udine è aumentata di circa 0,7°C, superando l’andamento globale, che si attesta attorno a 0,5°C. Oltre a un’analisi delle temperature, il report esplora anche l’uso del suolo nella regione, mettendo in evidenza l’importanza di monitorare la salute del nostro ambiente.
Cambiamenti climatici in Friuli Venezia Giulia
Le estati in Friuli Venezia Giulia si prolungano e si intensificano, mentre gli inverni tendono a diventare più miti. Questo mutamento delle temperature non è frutto del caso. La temperatura media annua di Udine, come menzionato nel rapporto, è aumentata in modo significativo negli ultimi trent’anni. Un incremento di 0,7°C dal 1991 al 2020 indica un cambiamento marcato rispetto al trentennio precedente. Questa tendenza mette in luce come i cambiamenti climatici siano una realtà tangibile e necessitino di attenzione e interventi politici mirati.
Un altro aspetto importante emerso dal report è il consumo di suolo, pari a 63.530 ettari fino al 2022, che corrisponde all’8% della superficie totale della regione. Questo valore è lievemente superiore alla media nazionale, fissata al 7,1%. Significa che l’urbanizzazione e l’uso dei terreni continuano a rappresentare una questione cruciale per la gestione sostenibile del territorio in Friuli Venezia Giulia.
Qualità dell’aria e riduzione delle emissioni inquinanti
Nel corso dell’ultima decade, il rapporto evidenzia un trend positivo rispetto alla qualità dell’aria nella regione. Con una diminuzione dei livelli di PM10 e PM2.5, le medie annue restano al di sotto dei limiti legislativi attuali. Questo risultato è il frutto di una serie di azioni tecniche e normative implementate nel tempo, che hanno contribuito a una vera e propria riduzione delle emissioni inquinanti. Tuttavia, il documento avverte della persistenza di “sporadiche criticità”, nonostante gli avanzamenti ottenuti.
Un’ulteriore analisi del report rivela che problemi più rilevanti permangono in relazione all’ozono troposferico. Questa forma di ozono è un indicatore della qualità dell’aria, e una sua elevata concentrazione può essere nociva per la salute e l’ambiente. Questi dati indicano che, sebbene i progressi siano stati notevoli, c’è ancora molto da fare per garantire un’aria pulita e salutare per tutti.
Salute delle acque in regione
Un altro punto chiave analizzato nel report è la qualità delle acque nei corsi d’acqua e nei laghi del Friuli Venezia Giulia. Stando ai dati, almeno il 41% dei fiumi presenta uno stato ecologico buono o elevato, segno di un ambiente acquatico in salute. La situazione è altrettanto positiva per gli oltre 200 laghi della regione, che hanno raggiunto gli obiettivi di qualità prefissati.
Il monitoraggio svolto dall’Arpa nei cicli di sei anni ha rivelato che lo stato ecologico delle acque marino-costiere è generalmente buono o elevato, benché le acque lagunari mostrino una variabilità nel tempo. Questo solleva interrogativi sulla necessità di un controllo continuo e di misure di protezione per garantire la conservazione di queste risorse preziose.
Il futuro della salvaguardia ambientale
L’importanza di salvaguardare l’ambiente è un tema ricorrente, come sottolineato dal climatologo Luca Mercalli durante la presentazione del rapporto. Secondo lui, “la protezione dell’ambiente rappresenta una delle sfide più grandi che la società si trova ad affrontare nei prossimi anni.” Tale affermazione si ricollega direttamente all’analisi condivisa nella ricerca, invitando la comunità a prendersi cura del proprio territorio.
Anna Lutman, direttrice dell’Arpa Fvg, ha chiarito che il Rapporto è il risultato di un lavoro collettivo, concepito per stimolare una maggiore consapevolezza fra i cittadini riguardo all’ambiente circostante. “Crescere nella consapevolezza ecologica è fondamentale per gestire in modo sostenibile le risorse della regione e affrontare le sfide future.” La speranza è che questo documento possa servire da guida per un’interazione più responsabile con la nostra “casa comune”, il pianeta Terra.
Ultimo aggiornamento il 31 Ottobre 2024 da Sara Gatti