Aumento record di misure punitive nei confronti dei minorenni nel 2024: il rapporto “Tutti dentro”

Il dossier “Tutti dentro” denuncia un preoccupante aumento delle misure punitive per i minori in Italia, evidenziando il raddoppio dei provvedimenti e l’espansione del Daspo, sollevando interrogativi sulla giustizia minorile.
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Aumento record di misure punitive nei confronti dei minorenni nel 2024: il rapporto "Tutti dentro" - Gaeta.it

Sull’onnipresente tema della giustizia minorile in Italia, il recente dossier “Tutti dentro“, pubblicato dalla rivista Lavialibera in collaborazione con le associazioni Libera e Antigone, evidenzia un aumento allarmante delle misure punitive rivolte ai minori nei primi nove mesi del 2024. Questo trend, che segna il punto più alto dal decreto Caivano, solleva interrogativi sulla direzione della giustizia minorile nel Paese.

Dati chiave in crescita: raddoppio delle misure punitive

Il dossier mette in luce un incremento considerevole delle misure punitive destinate ai minorennni, che sono passate da 380 nel 2023 a 819 nei primi nove mesi del 2024. Questa crescita ha portato i provvedimenti per i minori a costituire il 20% del totale delle misure punitive emesse. Un dato che fa riflettere è che circa 431 casi sono stati gestiti attraverso avvisi orali del questore, una misura progettata per prevenire la violenza giovanile, introdotta insieme all’ammonimento dal medesimo decreto.

L’introduzione di questo schema di prevenzione porta con sé importanti implicazioni per le politiche giovanili. L’enfasi sulla punizione, evidenziata dai numeri, potrebbe avere ripercussioni non solo sulle vite individuali dei giovani coinvolti, ma anche sul clima sociale, generando una maggiore tensione tra le istituzioni e i minori, spesso già vulnerabili. È quindi essenziale considerare se queste misure stiano realmente raggiungendo l’obiettivo di ridurre comportamenti problematici o se stiano invece exacerbando le problematiche già esistenti.

Il ruolo del Daspo: un provvedimento in forte espansione

Un ulteriore punto cruciale del dossier riguarda il Daspo, strumento originariamente concepito per combattere il tifo violento, e la cui applicazione si è ampliata significativamente nel corso degli anni. L’analisi dei dati mostra una crescita dell’800% dell’uso del Daspo in meno di sette anni, dimostrando come questa misura non solo si sia estesa a diverse categorie di reati, ma ancor più si sia infiltrata nel contesto della gioventù.

Nel contesto specifico dei minorennni, la situazione è ancora più preoccupante. I provvedimenti legati al Daspo per questa categoria sono passati da soli 5 nel 2018 a ben 343 nei primi nove mesi del 2024, un incremento straordinario che sottolinea il cambiamento radicale nell’approccio della giustizia minorile. Questo solleva domande sulla reale efficacia di tali misure, che richiedono una riflessione seria riguardo al modo in cui il sistema giuridico affronta problemi complessi come la criminalità giovanile e la lotta alla violenza.

Sud Italia in prima linea: Lombardia e Campania ai vertici

Analizzando i dati su base territoriale, emerge chiaramente che le regioni del Sud Italia, e in particolare la Lombardia e la Campania, hanno registrato i maggiori numeri di provvedimenti negli ultimi anni. Dal gennaio 2017 al 30 settembre 2024, la Lombardia ha emesso 2.349 provvedimenti, seguita dalla Campania con 2.076. Le altre regioni, come Sicilia, Veneto ed Emilia Romagna, mostrano numeri significativi anche se inferiori .

Negli ambiti urbani, Roma si posiziona al primo posto con 85 provvedimenti contro minorennni, seguita da Napoli con 84, Torino con 67, Palermo con 66 e Milano con 60. Tuttavia, tra i dati più recenti del 2024, Palermo emerge con 44 provvedimenti, dimostrando un notevole aumento. Le città di Firenze, Modena, Venezia e Treviso riportano le crescite più significative rispetto all’anno precedente, evidenziando che queste misure punitive non sono solo un fenomeno isolato, ma una tendenza crescente che colpisce diverse aree.

Un appello alla riqualificazione del sistema di giustizia minorile

Luigi Ciotti, fondatore di Libera, ha espresso preoccupazione riguardo l’andamento della giustizia minorile, avvertendo che il Paese sta retrocedendo in questo ambito cruciale. Sottolinea come la penalizzazione di minori, spesso vittime di gravi carenze educative, possa condurli a una condanna sociale e psicologica a vita. Ciotti critica il decreto Caivano per la sua ottica repressiva nei confronti della criminalità minorile, auspicando un approccio più educativo e sociale per affrontare efficacemente il fenomeno.

A questo punto, si rende necessario un ripensamento complessivo delle politiche giovanili in Italia. La società deve garantire strumenti di supporto e crescita per i minori, anziché limitarsi a provvedimenti punitivi. È cruciale passare a un modello che priorizzi il recupero e l’inclusione, proponendo strategie educative adeguate e un dialogo diretto tra istituzioni e comunità. Solo così si potrebbe sperare di invertire la rotta e offrire ai giovani un futuro migliore.

Ultimo aggiornamento il 1 Novembre 2024 da Marco Mintillo

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