Bancarotta fraudolenta a Treviso: scoperta una frode da 11,5 milioni di euro

La Guardia di Finanza di Treviso ha scoperto una frode immobiliare da 11,5 milioni di euro, denunciando tre amministratori per manipolazione dei bilanci e gestione irresponsabile durante la crisi aziendale.
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Bancarotta fraudolenta a Treviso: scoperta una frode da 11,5 milioni di euro - Gaeta.it

La Guardia di Finanza di Treviso ha smascherato una frode di vasta portata relativa a una società immobiliare, dichiarata fallita nel 2019. L’indagine ha rivelato che dal 2010 al 2017, la società ha manipolato i suoi bilanci, gonfiandoli per un totale di 11,5 milioni di euro. I tre amministratori dell’impresa sono ora denunciati alla Procura della Repubblica e le indagini preliminari si sono concluse.

Dettagli dell’indagine della Guardia di Finanza

I militari del Gruppo di Treviso hanno condotto un’analisi approfondita della documentazione amministrativa e contabile della società. Questa verifica ha messo in luce gravi squilibri finanziari e patrimoniali che superano le normali pratiche aziendali. Le incertezze riguardanti la gestione della società hanno portato alla denuncia dei tre titolari, che sono stati accusati di non aver adottato, sin dal 2011, le misure legali necessarie per affrontare la crisi aziendale. Un aspetto cruciale emerso durante le indagini è stata la strategia adottata per mascherare l’insolvenza verso istituti bancari e fornitori.

Per nascondere la propria condizione economica precaria, gli amministratori hanno inflazionato il valore di alcune voci di bilancio, come i fabbricati rimasti invenduti e una partecipazione societaria. Queste pratiche di valutazione artificialmente elevate hanno contribuito in modo decisivo al dissesto finale dell’azienda. La continua manipolazione dei bilanci da parte degli amministratori è stata identificata tra le cause principali della situazione critica che ha portato alla bancarotta.

Compensi inadeguati nonostante l’insolvenza

Un altro elemento controverso emerso durante le indagini è relativo al compenso erogato a uno degli amministratori. Nel 2017, nonostante la società versasse in una situazione di insolvenza protratta nel tempo, è stato riconosciuto un compenso di 135mila euro. Questo comportamento, che denota una mancanza di responsabilità nella gestione aziendale, ha sollevato ulteriori interrogativi sulla condotta dei tre amministratori. La scelta di continuare a erogare compensi elevati in un contesto di crisi mette in evidenza la gravità della frode e la necessità di un rigoroso controllo delle pratiche finanziarie aziendali.

La situazione attuale della società e delle sue operazioni conseguenti alla denuncia è ancora da definire. Le autorità si stanno occupando di appurare i dettagli specifici della frode e la modalità con cui la società ha operato, mentre il coinvolgimento dei tre amministratori complica ulteriormente l’intera vicenda.

L’operazione della Guardia di Finanza non solo ha portato alla luce pratiche di gestione economica discutibili, ma ha anche sollecitato una riflessione sulla necessità di vigilanza più intensa per prevenire situazioni simili in futuro.

Ultimo aggiornamento il 11 Novembre 2024 da Marco Mintillo

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