Cambiamenti nelle terapie intensive: la nuova strategia per il benessere dei pazienti

Le terapie intensive in Italia si trasformano, privilegiando approcci umani che coinvolgono pazienti e famiglie, riducendo l’uso di sedativi e promuovendo la mobilizzazione per migliorare il recupero.
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Cambiamenti nelle terapie intensive: la nuova strategia per il benessere dei pazienti - Gaeta.it

Negli ultimi anni, le terapie intensive stanno subendo significativi cambiamenti che orientano i protocolli di cura verso approcci più umani e coinvolgenti. Questo è particolarmente evidente in Italia, dove le nuove pratiche si concentrano sull’importanza di mantenere i pazienti attivi e sull’inclusione delle famiglie nel processo di cura. L’attenzione si sta rivolgendo anche agli effetti collaterali dei sedativi, il cui utilizzo è messo in discussione alla luce di recenti studi.

Il ruolo della sedazione nelle terapie intensive

Il modo in cui vengono gestiti i pazienti nelle terapie intensive sta evolvendo. Un tempo, il ricorso a sedativi potenti era quasi una prassi obbligatoria per il trattamento di pazienti in stato critico. Tuttavia, oggi si preferisce mantenere i pazienti il più possibile vigili, avendo scoperto che una sedazione minima può comportare meno effetti collaterali. Da una parte, vi è l’aspetto fisico, poiché un paziente sveglio può interagire di più con l’ambiente circostante e ricevere supporto familiare, dall’altro, c’è la necessità di evitare il rischio di complicanze come il delirium e la debolezza muscolare.

La presenza di familiari in terapia intensiva non è solo un gesto di conforto. Secondo il dottor Nicola Latronico, esperto in anestesia e terapia intensiva, questa interazione attiva è fondamentale per supportare il paziente nel suo percorso di recupero e benessere, oltre che per ridurre il rischio di complicazioni legate alla sedazione e all’immobilità. Ecco perché si cerca di implementare politiche che favoriscono l’accesso delle famiglie nelle unità di terapia intensiva, rendendo questo processo più interattivo e umano.

Il delirium in terapia intensiva: cause e conseguenze

Uno dei problemi più gravi che i pazienti in terapia intensiva devono affrontare è il delirium, una condizione molto seria che può colpire una percentuale significativa di questi pazienti. Con un’incidenza variabile tra il 30 e il 70% nei pazienti ventilati artificialmente, il delirium rappresenta una vera e propria emergenza nel contesto delle cure intensive. I pazienti affetti da questa condizione vivono un’esperienza dissociativa, che li rende inattenti e disorientati rispetto a ciò che accade attorno a loro.

Questa crisi temporanea, seppur passeggera, può avere ripercussioni durature, tra cui un aumento del rischio di sviluppare demenza. I familiari, quindi, hanno un ruolo cruciale non solo per la loro presenza di supporto, ma anche per il loro intervento attivo nel riportare i pazienti alla loro realtà e contribuire al processo di recupero cognitivo. Latronico sottolinea l’importanza di un approccio attento e bisognoso di cogliere i segnali precoci di delirium, in modo da intervenire in tempo utile e migliorare l’esperienza del paziente in terapia intensiva.

Mobilizzazione e recupero muscolare: nuove pratiche da adottare

La crescita del numero di pazienti in terapia intensiva ha reso evidente un altro problema: la perdita di massa muscolare e la debolezza profonda che colpisce circa il 25% di questi soggetti. Questa condizione non solo è spaventosa, ma può rappresentare una barriera significativa per la loro riabilitazione e il ritorno alla vita quotidiana. A differenza del delirium, la debolezza muscolare può essere direttamente collegata al grado di immobilità del paziente.

Da qui, l’importanza di mobilizzare i pazienti il prima possibile è cruciale. Il dottor Latronico afferma che non vi è motivo di sedarli per procedere alla mobilitazione, anzi, meno farmaci sedativi possono favorire una migliore riabilitazione fisica. Mobilizzare un paziente in terapia intensiva con educazione e supporto fisico non solo contrasta la perdita di massa muscolare, ma contribuisce anche a ridurre l’incidenza del delirium. La possibilità di vedere fisioterapisti operare in terapia intensiva, come parte integrante del team di assistenza, sta diventando un elemento fondamentale nel miglioramento delle condizioni di salute dei pazienti.

Questa evoluzione nelle pratiche di cura sta sviluppando un cambiamento culturale a livello globale, sebbene in Italia ci siano ancora varie sfide da affrontare per assicurare l’applicazione omogenea di queste nuove metodologie. La strada verso un sistema sanitario più umano e attento alle necessità dei pazienti sta intraprendendo una direzione promettente, rendendo le terapie intensive non solo luoghi di cura, ma anche di recupero e benessere generali.

Ultimo aggiornamento il 10 Ottobre 2024 da Sara Gatti

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