Cesare Buonamici, fratello di Cesara Buonamici, giornalista del Tg5, ha drasticamente negato le accuse di stalking lanciate nei suoi confronti dopo il rinvio a giudizio deciso dal Tribunale di Firenze. Il giudice Agnese Di Girolamo ha fissato l’inizio del processo per atti persecutori per il 2 ottobre 2025, riguardanti la sorella e il marito Kalman. Buonamici ha scelto di rompere il silenzio in un comunicato, ritenendo necessario chiarire la sua posizione di fronte a notizie che considera distorte e fuorvianti.
Accuse e testimonianze: la risposta di Buonamici
In un lungo comunicato, Buonamici ha esposto la sua versione dei fatti, evidenziando di non aver mai avuto un comportamento persecutorio nei confronti di sua sorella. Secondo lui, le accuse derivano da una lotta patrimoniale legata alla villa di Montebeni, una questione dubbiosa che ha creato attriti negli ultimi tre anni. Buonamici ha sottolineato di aver sempre rispettato la sua famiglia e di non aver mai utilizzato camminamenti e telecamere per spionaggio. La sua intenzione è quella di ripristinare l’armonia familiare e di difendere la propria reputazione, messa a repentaglio da accuse che considera prive di fondamento.
Il comunicato di Buonamici non ha fatto altro che confermare la sua condanna verso i comportamenti che lo accusano. “Le notizie pubblicate non corrispondono alla realtà e necessitano di una replica”, ha affermato. “Fino ad oggi non sono stato mai ascoltato in merito a quanto mi viene contestato.” Sempre secondo il fondatore dell’azienda agricola di famiglia, lui era al fianco della sorella anche durante la celebrazione del suo matrimonio, avvenuta proprio nella villa di Montebeni, il che dimostrerebbe la sua attitudine collaborativa e rispettosa.
L’attività imprenditoriale e la lotta per la reputazione
Al di fuori della controversia familiare, Buonamici è un imprenditore attivo nel settore dell’agricoltura sostenibile. Presiede il distretto biologico di Fiesole ed è unico titolare dell’azienda agricola di famiglia, dal 1990 si dedica alla produzione di oli biologici di alta qualità. Ha investito notevoli risorse nel frantoio ipogeo, un impianto innovativo, concepito per minimizzare l’impatto ambientale, utilizzando tecnologia all’avanguardia.
L’imprenditore ha descritto il suo coinvolgimento nel progetto di oleoturismo promosso dall’assessorato regionale all’agricoltura, mirato a valorizzare l’olio toscano e a coinvolgere i turisti nel patrimonio agro-alimentare locale. Sottolineando i benefici del suo operato, Buonamici ha dichiarato che il suo impegno ha contribuito a far riconoscere Fiesole come Città dell’Olio. Ha anche sostenuto varie iniziative sociali, come la donazione di olio all’ospedale pediatrico e la partecipazione a eventi di beneficenza.
Le conseguenze personali e familiari
Buonamici ha condiviso il suo disappunto rispetto alle conseguenze emotive che la vicenda ha avuto sulla sua famiglia. Secondo lui, il conflitto ha colpito profondamente suo figlio, l’unico nipote Buonamici, che ha vissuto con difficoltà la descrizione negativa del padre. Questo stato di tensione, che si protrae ormai da tempo, è scaturito da differenze in merito a questioni patrimoniali. Buonamici ha rilasciato due dichiarazioni significative riguardo alla sua volontà di mantenere aperte le porte dell’azienda e della famiglia, in un tentativo di trovare un’intesa che possa risolvere le dispute in corso.
Il desiderio di un accordo fruttuoso rimane presente nel cuore di Buonamici, il quale spera che questa controversia possa risolversi favorevolmente per entrambe le parti. Si è pronunciato a favore dell’idea che sua sorella possa tornare a dedicarsi al suo lavoro di giornalista, magari approfondendo tematiche relative al territorio e all’agricoltura. La richiesta finale di Buonamici è chiara: continuità nella vita familiare e lavorativa, lontano dalle tensioni e dalle incomprensioni che ora lo circondano.
Ultimo aggiornamento il 19 Novembre 2024 da Sara Gatti