Concorsi idroelettrici in Italia: incertezze e opportunità per le regioni entro il 2024

Il dibattito sulle concessioni idroelettriche in Italia si intensifica, con scadenze imminenti e preoccupazioni per la gestione regionale, la sicurezza nazionale e le opportunità occupazionali nelle aree montane.
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Concorsi idroelettrici in Italia: incertezze e opportunità per le regioni entro il 2024 - (Credit: abruzzolive.it)

L’argomento delle concessioni idroelettriche in Italia sta generando un acceso dibattito, con scadenze importanti che si avvicinano. Gianfranco Pederzolli, Presidente di Federbim, ha espresso preoccupazione riguardo all’attuazione delle gare, attese per il 31 dicembre 2024, in un contesto in cui molte regioni non hanno ancora avviato i relativi processi. Questo articolo esplora le varie dimensioni della questione, analizzando leggi, impatti regionali e opportunità per i territori.

la situazione attuale delle concessioni idroelettriche

Il Decreto Legge del 14 dicembre 2018, successivamente convertito in legge, stabilisce che tutte le concessioni di grande derivazione idroelettrica, ad eccezione di quelle gestite da ENEL, debbano essere messe a gara entro il 2024. Tuttavia, la realizzazione di questo obiettivo è rallentata. Pederzolli ha messo in evidenza come molte regioni non abbiano ancora bandito le gare necessarie. Le gare finora attivate hanno riguardato principalmente piccoli impianti, lasciando in sospeso questioni cruciali legate alla gestione e alla sicurezza delle grandi derivazioni.

Il tema di queste concessioni è strettamente legato anche al Decreto Concorrenza, che pone come condizione per l’accesso ai fondi del PNRR la messa in gara delle concessioni idroelettriche. Pertanto, la mancata attuazione delle gare potrebbe avere ripercussioni sul finanziamento di progetti di sviluppo e sull’adempimento degli obiettivi energetici del Paese.

La complessità della questione è ulteriormente enfatizzata dal fatto che l’apertura delle gare a investitori stranieri potrebbe sollevare inquietudini sulla sicurezza nazionale, come già evidenziato dal Copasir nella scorsa legislatura. Queste preoccupazioni pongono interrogativi sulla necessità di mantenere un controllo nazionale su un settore così strategico.

le recenti comunicazioni del ministero dell’ambiente

In seguito alle incertezze attuali, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha preso l’iniziativa di contattare il Commissario Europeo Raffaele Fitto, richiedendo che intervenga presso la Commissione Europea per svincolare l’erogazione delle rate del PNRR dalla condizione di gara delle concessioni idroelettriche. Questo passaggio potrebbe chiarire ulteriormente le diverse posizioni in merito e offrire una nuova prospettiva al settore.

Se ammesso, questo svincolo non solo potrebbe riportare una certa stabilità, ma potrebbe anche influenzare le decisioni delle regioni circa la gestione delle concessioni. Pederzolli ha evidenziato che le regioni avrebbero l’opzione di rinnovare le concessioni esistenti anziché indire gare. Questa alternativa permetterebbe di rivedere le condizioni di assegnazione, che non si limiterebbero a parametri economici, ma considererebbero anche fatori ambientali, sociali e di sicurezza.

Dunque, la questione delle concessioni idroelettriche si intreccia con quella della pianificazione regionale e della responsabilità nel garantire un utilizzo sostenibile delle risorse idriche.

l’importanza dei territori nel processo decisionale

Pederzolli ha rimarcato il ruolo vitale che i territori devono assumere in questo processo che coinvolge le concessioni idroelettriche. È fondamentale che le regioni siano coinvolte nella definizione delle linee di indirizzo per la distribuzione dei canoni e nella formulazione di proposte di miglioramento ambientale e infrastrutturale.

I territori interessati dalle concessioni idroelettriche non devono essere solo spettatori passivi ma piuttosto attori attivi in un processo che influenzerà il loro futuro. Le proposte per interventi di rinaturalizzazione, sistemazione viabilistica e miglioramento della sicurezza devono essere parte integrante dell’agenda di discussione.

La memoria collettiva riguardo ai disastri del passato, come il crollo della diga di Gleno o le tragedie del Vajont, sottolinea la vulnerabilità delle aree afflitte da problematiche di gestione delle risorse idriche. Tali eventi richiamano l’attenzione sulla necessità di gestire le concessioni con responsabilità, per garantire la sicurezza dei cittadini e la salvaguardia prioritaria dell’ambiente.

l’occupazione nei territori montani

Un altro aspetto cruciale evidenziato da Pederzolli è l’importanza di considerare le implicazioni occupazionali nella distribuzione delle concessioni idroelettriche. È fondamentale che la creazione di posti di lavoro generati attraverso l’impiego delle risorse locali sia equamente ripartita tra la popolazione delle aree montane.

Questa opportunità rappresenta un’importante possibilità per rivitalizzare l’economia locale e garantire uno sviluppo sostenibile che non solo soddisfi le esigenze energetiche del Paese, ma che contempli anche il benessere delle comunità locali. Le scelte che verranno effettuate in questo contesto non sono solo una questione di opportunità economica, ma anche di giustizia sociale.

La sfida imminente rappresenta un’opportunità significativa per il futuro, e il coinvolgimento della popolazione locale è essenziale per garantire che le decisioni siano realmente rappresentative delle esigenze e delle aspettative delle comunità.

Ultimo aggiornamento il 18 Ottobre 2024 da Sara Gatti

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