Controllo dell’epidemia di bostrico in Trentino: bilanci e strategie per la gestione forestale

Il Trentino affronta la crisi del bostrico con un piano di monitoraggio e rimboschimento, puntando a piantare 450.000 alberi annualmente per ripristinare il patrimonio forestale danneggiato.
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Controllo dell'epidemia di bostrico in Trentino: bilanci e strategie per la gestione forestale - Gaeta.it

Il Trentino si trova a fronteggiare il post-epidemia di bostrico, un parassita che ha messo a dura prova il patrimonio forestale della regione. Attualmente, le autorità stanno mantenendo attivo il monitoraggio delle aree colpite e implementando strategie di contenimento per limitare ulteriori danni. Il piano di intervento prevede anche ambiziosi sforzi di rimboschimento, con l’obbiettivo di piantare 450.000 alberi ogni anno, un segnale di speranza per il futuro della forestazione locale.

Riduzione dei danni: analisi dei dati recenti

Il volume complessivo dei danni provocati dalla diffusione del bostrico sembra in declino. Dalle stime emerge un passaggio da 1,5 milioni di metri cubi di alberi compromessi nella stagione 2022-2023 a circa 0,6 milioni di metri cubi nell’attuale anno 2023-2024. Questa diminuzione rappresenta un passo significativo verso la ripresa dell’ecosistema forestale. Il dettagliato “Piano per l’organizzazione degli interventi di utilizzazione per la lotta fitosanitaria e di ricostituzione dei boschi danneggiati“, approvato oggi dalla Giunta provinciale, sottolinea l’importanza della pianificazione per recuperare le superfici della provincia di Trento. Il documento, elaborato su proposta dell’assessore alle foreste Roberto Failoni, segna un momento cruciale per le politiche ambientali locali.

Classificazione dei comuni: rischi e prospettive future

Nel contesto della nuova classificazione del rischio fitosanitario, la situazione è variegata. Ben 34 comuni catastali sono stati ritenuti a rischio basso, evidenziando una progressiva stabilità in alcune aree. Al contrario, 16 comuni sono stati classificati a rischio medio e 27 a rischio elevato. La zona orientale del Trentino è la più colpita, in gran parte a causa degli eventi calamitosi legati al maltempo, come il disastro di Vaia del 2018. È fondamentale monitorare costantemente l’andamento delle situazioni di rischio variabile, poiché una gestione efficace dipende da una classificazione tempestiva e accurata.

Impatti idrogeologici: un’analisi preoccupante

Le conseguenze del bostrico non si limitano ai boschi, bensì si estendono anche agli aspetti idrogeologici. Vari bacini idrografici sono stati analizzati per valutare l’impatto delle aree devastate. Nel bacino dell’Avisio, la superficie danneggiata è aumentata dal 13% al 15,5%, mentre nel bacino del Vanoi, il dato è passato dall’8% al 9,6%. Tuttavia, i bacini di Fersina e Cismon presentano aumenti più contenuti, segnando rispettivamente valori dell’11% al 12,1% e del 13% al 14,1%. Infine, il bacino del Brenta ha visto la superficie di bosco gravemente danneggiata passare dal 10% al 10,5%. Questi dati evidenziano un rischio crescente che non può essere ignorato e richiedono risposte rapide da parte delle autorità.

La situazione in Trentino, quindi, è in continuo aggiornamento e richiede attenzione e attuazione di strategie coordinate per preservare l’integrità del fragile ecosistema forestale.

Ultimo aggiornamento il 11 Ottobre 2024 da Sofia Greco

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