Controversia a Selva di Cadore: Hotel rifiuta turisti israeliani per motivi etnici

Un hotel in Selva di Cadore rifiuta un gruppo di turisti israeliani, scatenando polemiche su razzismo e discriminazione nel turismo, mentre il gestore giustifica la sua posizione con minacce ricevute.
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Controversia a Selva di Cadore: Hotel rifiuta turisti israeliani per motivi etnici - Gaeta.it

Un episodio controverso ha scosso la tranquilla località di Selva di Cadore, in provincia di Belluno, dove l’Hotel Garni Ongaro ha rifiutato un gruppo di turisti israeliani. Il gestore della struttura ha giustificato il diniego sostenendo che i clienti “non sono ben accetti” in quanto “responsabili di genocidio“. La situazione ha suscitato grande indignazione e ha portato alla diffusione di un messaggio controverso da parte del gestore.

La dichiarazione choc del gestore

Secondo quanto riportato, il gestore dell’Hotel Garni Ongaro non ha esitato a comunicare in modo diretto e senza mezzi termini il proprio rifiuto ai turisti israeliani. In un messaggio condiviso con il gruppo, si legge che, qualora questi desiderassero annullare la loro prenotazione, sarebbero stati accolti con la proposta di una cancellazione gratuita. La formulazione della risposta ha lasciato molti stupiti e indignati, suscitando un dibattito su eventuali forme di razzismo e discriminazione in contesti turistici.

Contattata dall’ANSA, la struttura non ha fornito commenti riguardo all’accaduto e ha scelto di mantenere il silenzio sulla vicenda. L’assenza di una spiegazione ufficiale ha contribuito a intensificare le polemiche, con molti che chiedono chiarimenti su tale posizione.

La reazione della comunità ebraica

La vicenda è stata portata alla luce dal sito “Bet Magazine Mosaico“, rappresentante della comunità ebraica di Milano. La notizia ha rapidamente attirato l’attenzione non solo dei media, ma anche dell’opinione pubblica, scatenando reazioni da diverse parti. In un periodo già delicato, le affermazioni fatte dal gestore hanno sollevato interrogativi sui valori di ospitalità e accoglienza nel settore turistico, fondamentali per il mantenimento di relazioni costruttive tra le comunità.

Sono stati espressi diversi appelli affinché comportamenti di questo tipo vengano denunciati e combattuti, sottolineando che la discriminazione non ha posto in un settore come quello turistico, dove le diversità culturali e pratiche devono essere celebrate e non stigmatizzate.

Messaggio controverso di auto-difesa

In aggiunta alla situazione iniziale, si segnala che Patrick Ongaro, il gestore dell’albergo, ha preso la parola attraverso un canale privato sui social media, dove ha affermato di essere stato minacciato da “un ente israeliano non ben definito“. Questo tipo di comunicazione personale sembra essere un tentativo di giustificare il proprio comportamento davanti a una potenziale reazione negativa da parte della comunità e non solo.

Le affermazioni di Ongaro sul presunto stato di minaccia rappresentano un ulteriore elemento di tensione, sollevando interrogativi sulla responsabilità tra ospitalità e difesa delle proprie posizioni. La situazione resta complessa e le reazioni continueranno a svilupparsi mentre la comunità si confronta con i temi dell’accoglienza, del dialogo e della convivenza pacifica tra culture diverse.

Ultimo aggiornamento il 14 Novembre 2024 da Sara Gatti

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