Corruzione elettorale in Puglia: conclusa l’inchiesta su associazioni a Grumo Appula e Triggiano

Indagini della Procura di Bari su corruzione elettorale coinvolgono 18 indagati, tra cui politici noti, per acquisto di voti e pratiche illecite nelle elezioni a Grumo Appula e Triggiano.
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Corruzione elettorale in Puglia: conclusa l'inchiesta su associazioni a Grumo Appula e Triggiano - (Credit: www.ansa.it)

Le indagini della Procura di Bari sulle attività di due associazioni a delinquere coinvolte nella corruzione elettorale si sono concluse. Le accuse si concentrano sulle elezioni amministrative a Grumo Appula e Triggiano, avvenute tra il 2020 e il 2021. Diciotto persone sono state indagate e presto potrebbe scattare il rinvio a giudizio. Tra gli indagati si trovano nomi noti della politica pugliese, tra cui Alessandro Cataldo, fondatore di un movimento politico, e sua moglie Anita Maurodinoia, ex assessore regionale ai Trasporti.

Le accuse contro Alessandro Cataldo e Anita Maurodinoia

Alessandro Cataldo, meglio conosciuto come ‘Sandrino’, è accusato di aver orchestrato un sistema illecito di acquisto di voti in cambio di denaro o promesse lavorative. Nel corso delle elezioni comunali e regionali, Cataldo e i suoi sodali avrebbero offerto 50 euro per ogni voto a Grumo Appula, un’azione che ha suscitato l’attenzione delle forze dell’ordine. Sua moglie, Anita Maurodinoia, è coinvolta nell’inchiesta e a sua volta è stata accusata di partecipare ai reati, con l’intento di essere eletta grazie al meccanismo della corruzione elettorale.

Maurodinoia ha avuto una carriera politica significativa, essendo stata eletta nel consiglio comunale di Bari nel 2019, ottenendo oltre 6.000 preferenze. L’anno seguente, nella sua corsa alle Regionali con il Partito Democratico, ha incrementato il suo consenso, ricevendo quasi 20.000 voti. Tuttavia, la sua posizione è stata compromessa dall’arresto del marito e dalle sue dimissioni dall’incarico e dal partito, avvenute nel mese di aprile.

Nell’ambito dell’inchiesta, è emerso che Maurodinoia collaborava attivamente con Cataldo. L’accusa sostiene che l’ex assessora si sia avvalsa del coniuge per mantenere i contatti con altri membri della presunta associazione e con gli elettori disposti a cedere. Questa interazione tra politica e reati ha sollevato interrogativi sul livello di corruzione presente nel sistema elettorale pugliese.

Attività illecite a Triggiano: un altro caso di corruzione

Un’altra associazione per delinquere, sempre guidata da Alessandro Cataldo, ha operato in modo simile a Triggiano. Qui, il collegio investigativo ha messo in luce tentativi di far eleggere Antonio Donatelli, ex sindaco della cittadina. Donatelli è stato arrestato ed è attualmente in libertà dopo essersi dimesso dall’incarico. Le modalità di corruzione mai utilizzate erano analoghe a quelle emerse a Grumo Appula: acquisto di voti e compravendita elettorale.

I documenti investigativi indicano che l’associazione operava seguendo un piano consolidato, al fine di garantire l’elezione di candidati a livelli locali, sfruttando il potere e le promesse di posti lavorativi per attrarre il consenso degli elettori. Questa strategia ha gettato ombre su pratiche comunali ed elettorali che destano preoccupazione per l’integrità delle istituzioni.

In particolare, il coinvolgimento di Donatelli nel contesto di corruzione elettorale ha scosso l’opinione pubblica sia in Triggiano sia a livello regionale. La cadenza dei reati rilevati ha portato a interrogativi su come il sistema politico pugliese possa essere afflitto da simili attività illecite, mettendo a rischio la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.

Le irregolarità nelle nomine e la falsificazione di documenti

Ulteriori capi di accusa contenuti nell’avviso di chiusura delle indagini riguardano pratiche di calunnia nei confronti di membri della Guardia di Finanza. Questi erano accusati di aver redatto verbali falsi. Inoltre, emergono episodi di corruzione legati a nomine amministrative e all’emissione di certificati medici falsi.

Un caso particolare riguarda la figura di Giuseppe Siciliani, medico di Triggiano, che avrebbe collaborato con Cataldo per rilasciare un certificato medico falso, utilizzato da un soggetto indagato per annullare una multa. Cataldo avrebbe offerto a Siciliani garanzie di mantenimento della posizione lavorativa, in cambio della sua disponibilità a redigere un documento fraudulent.

Questi episodi mettono in luce l’intreccio di corruzione che ha caratterizzato le ultime elezioni pugliesi, sollevando interrogativi sull’efficacia delle misure di controllo e sulla salute della democrazia locale. La situazione attuale richiede un’attenta valutazione da parte delle autorità competenti, al fine di ripristinare integrità e trasparenza nel panorama politico pugliese.

Ultimo aggiornamento il 18 Ottobre 2024 da Donatella Ercolano

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