Cosenza, confermati dalla Corte federale la penalizzazione e le sanzioni economiche

La Corte Federale d’Appello conferma la penalizzazione di 4 punti e un’ammenda di 10.000 euro per il Cosenza, evidenziando gravi irregolarità amministrative e responsabilità dirigenziale.
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Cosenza, confermati dalla Corte federale la penalizzazione e le sanzioni economiche - Gaeta.it

La recente decisione della Corte Federale d’Appello della FIGC ha messo fine alle speranze del Cosenza, squadra attualmente in competizione nel campionato di Serie B, che aveva presentato ricorso contro le sanzioni già inflitte. L’organo presieduto da Mario Luigi Torsello ha confermato la penalizzazione di 4 punti in classifica e un’ammenda di 10.000 euro, segnalando una questione di grande importanza sia per il club che per il suo futuro nel torneo.

Dettagli della penalizzazione imposta al Cosenza

Nella sua recente delibera, la Corte ha ribadito che il Cosenza dovrà scontare una penalizzazione di 4 punti, una decisione derivante da violazioni definite gravi nelle pratiche amministrative. Questi punti verranno sottratti dalla classifica accumulata dalla squadra durante la stagione in corso, un colpo duro per le aspirazioni del club. La sanzione si inserisce in un contesto più ampio, che evidenzia l’attenzione della federazione italiana sul rispetto delle normative finanziarie e amministrative da parte delle società professionistiche.

Il Tribunale Federale Nazionale, cui competenza è stata invocata prima di giungere in appello, aveva già applicato tali misure disciplinari ad opera di precedenti procedimenti. Le irregolarità accertate dalla Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche hanno portato il club ad affrontare questo scenario complesso, aggravato dal contesto competitivo traumatico in cui si trova ad operare. La decisione di mantenere l’attuale penalizzazione servirà da precedente per altre società, sottolineando l’importanza di una gestione amministrativa conforme alle normative vigenti.

Le sanzioni nei confronti di Roberta Anania

Oltre alla penalizzazione del club, la Corte ha anche confermato un’inibizione di 18 mesi inflitta a Roberta Anania, che era la legale rappresentante temporanea del Cosenza al momento delle irregolarità evidenziate. Questa misura è stata adottata per sottolineare la responsabilità diretta dei dirigenti delle società nelle operazioni quotidiane e nella governance del club. Anania, da parte sua, ha cercato di difendersi, ma la Corte ha ritenuto che le violazioni riscontrate fossero di tale gravità da giustificare una reazione severa.

L’inibizione avrà un impatto diretto sulla capacità di Anania di ricoprire ruoli dirigenziali in futuro, non solo con il Cosenza, ma in tutto il panorama calcistico italiano. La decisione della Corte funge anche da deterrente per altri membri della dirigenza, riaffermando l’importanza della legalità e della trasparenza nella gestione delle società calcistiche.

Il ruolo della Procura federale e della COVISOC

Il Cosenza è stato deferito dalla Procura federale proprio in seguito alle segnalazioni avanzate dalla COVISOC riguardo a diverse violazioni amministrative. Questo ente riveste un ruolo fondamentale nel monitoraggio delle società di calcio professionistiche, assicurandosi che rispettino gli obblighi finanziari e regolamentari. Le indagini della Procura federale hanno evidenziato irregolarità che non solo mettono a repentaglio l’integrità del campionato, ma possono anche influenzare l’immagine e la reputazione di lungo periodo del Cosenza.

La COVISOC ha avviato procedure di controllo durante la stagione, esaminando con attenzione le pratiche amministrative e contabili del club. È consapevole del fatto che la solidità economica e la trasparenza nelle operazioni sono pilastri essenziali per il successo a lungo termine delle società calcistiche. Le decisioni recenti non solo mirano a punire il Cosenza per le evidenti illegittimità, ma servono anche a garantire che tutte le società operino secondo uno standard etico e legale.

La storia del Cosenza, quindi, non è solo una questione di punti in classifica o sanzioni inflitte, ma solleva interrogativi più ampi sul futuro del calcio italiano e sull’importanza dell’amministrazione giusta ed etica all’interno di esso.

Ultimo aggiornamento il 11 Ottobre 2024 da Francesco Giuliani

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