A Roma, sta prendendo piede un’iniziativa dopo la tragica morte di Pamela Mastropietro, una giovane donna vittima di violenza. Sempre più donne, in particolare giovani, si avvicinano all’universo dei corsi di difesa personale, rispondendo a un bisogno crescente di sicurezza. Questo progetto, promosso dall’Associazione che porta il suo nome, offre otto lezioni gratuite per imparare le basi delle tecniche di autodifesa. L’iniziativa è stata sviluppata in collaborazione con il Centro difesa e sport, una struttura specializzata in arti marziali. Le tecniche insegnate si basano sul metodo PATH, elaborato da esperti del settore come Luigi Rossini e Alessandro Chionchio, il cui obiettivo principale è quello di preparare gli allievi a difendersi da situazioni di pericolo e a scappare.
Un progetto che nasce dalla memoria
La mamma di Pamela, Alessandra Verni, ha dichiarato che l’idea di questi corsi nasce dalla sua profonda perdita. “Forse se avesse saputo difendersi sarebbe ancora qui,” ha affermato. Questa riflessione personale ha portato a una riflessione collettiva su quanto sia importante fornire alle donne e, in generale, ai più giovani strumenti per affrontare situazioni di rischio. Tuttavia, Verni ha anche evidenziato che non è giusto che la soluzione alla violenza risieda solo nella preparazione individuale. Secondo lei, le istituzioni devono impegnarsi di più per garantire un ambiente sicuro e privo di violenza. Di fronte all’appello delle partecipanti, la palestra ha visto un aumento delle richieste ben oltre le sue capacità, spingendo i promotori a sollecitare il sostegno di enti municipali per trovare una struttura più grande.
La paura delle strade notturne: un problema attuale
Le statistiche indicano che molte donne avvertono un forte senso di insicurezza quando si tratta di percorrere le strade di notte. L’Istat ha rilevato che una donna su due ha paura di uscire da sola dopo il tramonto. Questa percezione di vulnerabilità alimenta la domanda di corsi di autodifesa. Molte delle partecipanti cercano anche di migliorare la propria autostima e sicurezza personale. I corsi non sono frequentati solo da donne; sempre più giovanissimi vengono iscritti dai genitori, preoccupati per i casi di bullismo che stanno emergendo nei contesti scolastici e sociali.
L’aspetto mentale della difesa personale
Contrariamente a quanto si possa immaginare, l’aspetto mentale gioca un ruolo cruciale nella preparazione alla difesa personale. L’atteggiamento nei confronti di un potenziale aggressore e la consapevolezza della situazione sono fondamentali, secondo gli esperti. Gli allenamenti iniziano con l’analisi dei rischi e delle situazioni pericolose e proseguono con lezioni pratiche sulla gestione di aggressioni di vario tipo, siano esse a mani nude o con armi. Il focus è su strategie per affrontare le minacce in modo efficace, preparandosi a reagire prontamente.
L’importanza di corsi certificati e competenze consolidate
A partire da queste esigenze, si sta assistendo a un proliferare di corsi di autodifesa, comprese offrendo sessioni in aziende. Tuttavia, distinguere tra corsi di qualità e offerte poco credibili può risultare difficile. Alfredo Bei, docente di difesa personale all’Università di Cassino, avverte che chi promette risultati rapidi in poche lezioni potrebbe non fornire un addestramento adeguato. È importante dedicare tempo all’apprendimento e alla pratica, che possono richiedere mesi o anche anni per ottenere competenze adeguate. Negli ultimi tempi, il pubblico femminile si è abbassato, con ragazze di soli 14 anni che intraprendono questi corsi. Gli allenatori sottolineano che l’unico obiettivo delle tecniche di difesa dovrebbe essere quello di scappare il prima possibile durante un’aggressione.
Un approccio personale alla difesa
Molte donne, come Alessia Catena, si avvicinano a questi corsi per costruire la propria forza interiore e acquisire maggiore consapevolezza di sé. “Ho scelto di partecipare non solo per le tecniche di autodifesa, ma anche per il rafforzamento della mia determinazione,” ha affermato. La formazione ricevuta in palestra non si limita a insegnare come difendersi, ma persegue anche il miglioramento della resilienza personale. È una risposta diretta a esperienze quotidiane di ansia e paura, dovute alla crescente violenza di genere.
Alfredo Bei, specialista in questo campo, ha inoltre segnalato che le tecniche apprese non sono utili contro le violenze domestiche, che richiedono un diverso approccio e la necessità di denunciare queste violazioni. Una consapevolezza su come affrontare varie forme di aggressione si rivela essenziale in un contesto sociale in cui la violenza continua a essere una realtà preoccupante.
Ultimo aggiornamento il 31 Ottobre 2024 da Donatella Ercolano