Crisi delle liste d’attesa nel sistema sanitario: i dati allarmanti del rapporto civico sulla salute 2024

Il terzo Rapporto civico sulla salute denuncia un aumento delle liste d’attesa in Italia, con tempi insostenibili per visite ed esami, evidenziando la necessità di riforme e maggiori investimenti nel settore sanitario.
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Crisi delle liste d'attesa nel sistema sanitario: i dati allarmanti del rapporto civico sulla salute 2024 - (Credit: www.adnkronos.com)

Nel contesto della salute pubblica italiana, i lunghi tempi di attesa per visite ed esami medici rappresentano un problema sempre più pressante per i cittadini. Il terzo Rapporto civico sulla salute, presentato da Cittadinanzattiva al Ministero della Salute, evidenzia un incremento significativo delle segnalazioni riguardanti le liste d’attesa, con 24.043 casi registrati nel 2023, un aumento di quasi 10.000 rispetto all’anno precedente. Questo scenario mette in luce gravi criticità nel settore sanitario, richiamando l’attenzione sulla necessità di riforme strutturali e investimenti mirati.

Tempi di attesa sempre più lunghi per visite ed esami

I dati presentati nel rapporto rivelano tempi d’attesa inaccettabili per varie tipologie di visite mediche. Una prima visita oculistica può richiedere fino a 468 giorni, mentre gli esami per cancro arrivano a 480 giorni. Le statistiche non si fermano qui: un ecodoppler dei tronchi sovraaortici può richiedere ben 526 giorni e un intervento per una protesi d’anca arriva a 437 giorni. Questi numeri indicano un’evidente inefficienza nel sistema sanitario pubblico, costringendo i cittadini a decidere tra un’attesa insostenibile o la rinuncia alle cure.

Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva, ha sottolineato la crescente frustrazione dei cittadini, ribadendo l’urgenza di un incremento delle risorse dedicate alla sanità. “Dal 2008 non abbiamo mai avuto un piano sanitario nazionale proposto al Parlamento”, ha dichiarato, evidenziando come le riforme approvate manchino di adeguati finanziamenti e di un accordo chiaro tra Stato e Regioni.

Criticità nelle cure primarie e difficoltà con i medici

Il rapporto evidenzia anche problemi nelle cure primarie, con il 14,2% delle segnalazioni riguardanti difficoltà di accesso ai medici di famiglia e pediatri. I cittadini lamentano la mancanza di tempo da parte dei professionisti medici, insieme a un deficit di informazioni. Molti testimoniano di non riuscire a ottenere appuntamenti nei tempi ritenuti adeguati e di considerare le visite troppo brevi per discutere comodamente dei propri problemi di salute.

Le criticità si estendono anche all’assistenza sanitaria di prossimità, dove il 11,1% delle segnalazioni mostra una percezione crescente di distanza dai servizi, contrariamente all’obiettivo di rendere l’assistenza “prossima”. L’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e della Riforma dell’assistenza territoriale resta insufficiente; i cittadini continuano infatti a sentirsi privi di supporto adeguato nei loro territori.

L’aumento delle rinunce alle cure

Un altro dato preoccupante emerso dal rapporto è l’aumento delle persone che rinunciano a ricevere cure mediche. Nel 2023, il 7,6% della popolazione ha dovuto fare a meno di prestazioni sanitarie, cifra in crescita rispetto al 7% dell’anno precedente. Questo incremento è ancora più significativo tra gli anziani e le persone di mezza età. L’indagine mostra che l’1,3% dei bambini fino ai 13 anni rinuncia a cure, mentre tra gli adulti di età compresa tra i 55 e i 59 anni tale percentuale sale all’11,1%.

Secondo Cittadinanzattiva, anche le differenze di genere sono significative, con il tasso di rinuncia che sfiora il 9% tra le donne, rispetto al 6,2% degli uomini. Questo fenomeno è aggravato da fattori economici e dai tempi di attesa, creando una situazione di emergenza che richiede interventi urgenti.

Emergenza pronto soccorso: affollamento e carenza di personale

L’analisi evidenzia infine uno stato critico delle strutture di pronto soccorso, che rimangono un punto dolente del sistema sanitario nazionale. Le segnalazioni in questo settore sono il 13,3% del totale, con l’emergenza e l’urgenza che rappresentano il problema principale. I cittadini si trovano ad affrontare lunghe attese e un congestione all’interno dei pronto soccorso, aumentando la frustrazione e il rischio di complicazioni sanitarie.

Il Ministero della Salute ha confermato che c’è una carenza di oltre 4.500 medici e circa 10.000 infermieri. Inoltre, i tempi di attesa durante emergenze non appena terminate dalla pandemia sono nuovamente cresciuti. In particolare, le regioni più penalizzate come la Sardegna e l’Abruzzo mostrano i tempi di attesa più lunghi. La mancanza di accesso tempestivo ai servizi di emergenza urgenza continua a colpire una porzione significativa della popolazione, soprattutto in aree remote.

Il messaggio del ministro Schillaci: necessità di una svolta

In risposta ai dati del rapporto, il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha espresso un forte bisogno di un cambiamento nel sistema. Ha riconosciuto che la situazione attuale del Servizio Sanitario Nazionale richiede un impegno serio e una maggiore allocazione di fondi. Inoltre, ha sottolineato l’importanza di garantire un uso trasparente ed efficiente delle risorse disponibili per affrontare le sfide presenti.

La richiesta di accompagnare il rafforzamento delle strutture mediche con riforme organizzative si fa sempre più pressante. Schillaci ha ribadito l’importanza di mettere le esigenze dei cittadini al centro delle politiche sanitarie, affinché il sistema possa realmente avvicinarsi ai bisogni della popolazione.

Ultimo aggiornamento il 22 Ottobre 2024 da Elisabetta Cina

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