Le recenti ricerche condotte dal medico forense José Antonio Llorente, dell’Università di Granada, hanno rilanciato il dibattito sulle origini di Cristoforo Colombo, suggerendo che il celebre esploratore fosse spagnolo e di ascendenza ebraica sefardita, piuttosto che genovese, come comunemente accettato. Queste affermazioni hanno attirato l’attenzione di storici e studiosi, creando nuovo interesse su un personaggio già avvolto da mistero e controversie. Antonio Musarra, professore di Storia medievale presso la Sapienza Università di Roma, ha offerto la sua analisi in merito a questo tema ricco di implicazioni storiche.
La genovesità di Cristoforo Colombo: prove documentali e testimonianze
La questione dell’origine di Colombo è centrale per comprendere non solo la sua figura, ma anche il contesto storico in cui visse. Secondo Musarra, il navigatore è indubbiamente legato a Genova, citando la vasta documentazione presente nell’Archivio di Stato cittadino, che sebbene ricca, presenta difficoltà interpretative a causa di omonimie. In particolare, molti documenti fanno riferimento a Cristoforo e Domenico Colombo, generando confusione sulle identità.
Musarra sottolinea la presenza di chiari riferimenti alla sua “patria genovese” nei testi scritti da Colombo stesso, come in una lettera del 1502 inviata ai Protettori del Banco di San Giorgio. Questo documento contiene la celebre frase: “Bien que el corpo ande acá, el coraçon está alí de continuo”, che evidenzia il legame emotivo e identitario che Colombo sentiva nei confronti di Genova.
Inoltre, Colombo mantenne relazioni significative con famiglie influenti genovesi, come i Fieschi, e con diversi finanziatori provenienti da Genova. Dal punto di vista storico, anche Francesco Guicciardini confermava le origini genovesi del navigatore, rendendo ulteriormente solida questa narrazione.
Il dibattito sul dna e il suo significato storico
La ricerca condotta recentemente ha aperto un capitolo controverso riguardo al DNA di Colombo, con implicazioni relative a radici spagnole ed ebraiche. Musarra avverte, tuttavia, che l’interpretazione di questi dati genetici è complessa, poiché le spoglie di Colombo sono state traslate numerose volte dopo la sua morte. Il corpo del navigatore, attualmente situato nella cattedrale di Siviglia, ha seguito un lungo percorso, passando da Valladolid a Santo Domingo e poi all’Avana.
Questa storia di spostamenti e traslazioni suggerisce la possibilità di contaminazioni delle spoglie, rendendo difficile attribuire in modo definitivo le informazioni genetiche riportate a Colombo. Musarra sottolinea che il Mediterraneo del suo tempo era un melting pot di culture, e pertanto eventuali radici ebraiche non sarebbero sorprendenti, soprattutto considerando che Colombo si identificava come cristiano e genovese.
La speculazione sulle origini criptoebraiche di Colombo
La teoria che Colombo possa non essere stato genovese non è una novità nel panorama accademico. Già Simon Wiesenthal negli anni passati aveva suggerito che Colombo fosse un criptoebreo in cerca di una nuova patria per gli ebrei sefarditi espulsi dalla penisola iberica. Tuttavia, secondo Musarra, non esistono prove documentali che confermino questa teoria, il che rende difficile avallare l’ipotesi.
La mancanza di un sostegno documentale robusto implica che le speculazioni su un’identità ebraica di Colombo rimangono per lo più teoriche. Ciò non toglie valore all’importanza di comprendere le influenze culturali e sociali del periodo, alimentando il dibattito sulle molteplici identità di uno dei protagonisti fondamentali della storia dell’umanità.
Il fascino intorno a Cristoforo Colombo è destinato a persistere, alimentato da nuove scoperte e interpretazioni storiche.
Ultimo aggiornamento il 13 Ottobre 2024 da Laura Rossi