Daria Dobrycheva, una rispettata astronoma ucraina, sta per lasciare Trieste dove ha partecipato a un seminario alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati . Questo incontro ha rappresentato non solo un’opportunità di scambio scientifico, ma anche un momento di profonda emozione, che segna un passaggio da un ambiente tranquillo a uno segnato da conflitti e incertezze. Le sue parole, cariche di emozione, riflettono la difficoltà e il coraggio della comunità scientifica in Ucraina, spinta a confrontarsi con una realtà drammatica.
La comunità scientifica ucraina sotto pressione
La relazione tra Sissa e il Main Astronomical Observatory ucraino è stata avviata nel 2022, consolidandosi nel tempo. Daria sottolinea che il sostegno reciproco tra scienziati è fondamentale in un contesto in cui la comunità scientifica ucraina sta affrontando sfide senza precedenti. A causa della guerra, molte famiglie hanno personale arruolato nelle forze armate, e i numerosi lutti hanno creato un’atmosfera di dolore e incertezza. Queste condizioni rendono il lavoro di ricerca estremamente difficile, con variegate limitazioni dovute ai conflitti in corso.
I danni all’infrastruttura scientifica sono stati devastanti. Daria evidenzia come i principali osservatori siano stati coinvolti nel conflitto: uno di essi è stato occupato dalle forze russe e i radio telescopi sono stati distrutti per il recupero di metalli preziosi. Questo ha portato i colleghi a una situazione precaria, costretti a concentrarsi sull’analisi dei dati esistenti piuttosto che sulla raccolta di nuove informazioni. Nonostante queste difficoltà, Daria ritiene che il sostegno internazionale e il collegamento tra scienziati possa offrire una forma di conforto in un momento così drammatico.
Un futuro incerto e il ruolo dell’europa
La questione della pace appare lontana per Daria, che esprime preoccupazione per le elezioni negli Stati Uniti e l’impatto che potrebbero avere sul conflitto. L’astronoma esprime un desiderio di continuare a combattere per la libertà e la sicurezza della sua nazione, in particolare alla luce dei recenti eventi devastanti in cui famiglie sono state sterminate in territori occupati. Per lei, l’intenzione di ottenere maggiore supporto dall’Europa appare chiara: “Chiediamo armi,” afferma, evidenziando che senza il necessario sostegno militare, la pace rimarrà un miraggio.
Daria riporta le esperienze dirette dei suoi studenti, che hanno richiesto giubbotti antiproiettile nel tentativo di proteggere se stessi e i propri cari. Attraverso varie iniziative, i membri della comunità accademica si sono mobilitati per raccogliere fondi e inviare materiali di soccorso. Questi gesti, sebbene pieni di urgenza e necessità, evidenziano anche un’incredibile resilienza tra gli scienziati e gli studenti che non intendono soccombere alla disperazione.
La vita quotidiana e la ricerca nell’era della guerra
La vita quotidiana di Daria e dei suoi colleghi è stata stravolta dal conflitto. La preparazione a blackout elettrici e situazioni di emergenza è diventata la norma, così come l’adozione di misure di sicurezza contro potenziali attacchi. In un momento di riflessione, Daria racconta con un velo di ironia il fatto che il suo team sta pensando anche all’acquisto di generatori e batterie per mantenere attivi i dispositivi tecnologici.
Un aspetto notevole della sua testimonianza è il particolare legame che mantiene con i colleghi, alcuni dei quali sono in prima linea nel conflitto. Un collega ha persino condiviso aggiornamenti dal fronte, dimostrando che, nonostante le circostanze gravose, la scienza continua a fluire e la collaborazione rimane forte. Daria ricorda un episodio in cui, nonostante i combattimenti, un collega è riuscito a risollevare un suo dubbio tecnico, un segno della determinazione e dell’impegno che questi scienziati mantengono nel loro lavoro.
Daria Dobrycheva rappresenta una voce potente in un momento di grande crisi per la scienza e il suo paese, un esempio di come la dedizione alla conoscenza e alla ricerca possa resistere anche nelle circostanze più difficili. La sua esperienza e quella dei suoi colleghi offrono una finestra su un mondo dove la passione per la scoperta rimane intatta, nonostante il fragore della guerra.
Ultimo aggiornamento il 17 Novembre 2024 da Donatella Ercolano