A Treviso, il questore Alessandra Simone ha adottato un provvedimento di Daspo urbano nei confronti di un uomo di 30 anni, di origine nigeriana, accusato di essere coinvolto in un esteso traffico di sostanze stupefacenti. Le indagini condotte dai carabinieri hanno svelato un’attività di spaccio che includeva la vendita di cocaina, crack, hashish e marijuana, avvenuta in luoghi molto frequentati, come il parco della Parrocchia di San Liberale, nei pressi di diverse scuole.
Attività di spaccio e modalità operative
Le indagini hanno rivelato un’ampia rete di cessioni, con oltre 800 operazioni notate dal mese di aprile 2022. Il trentenne è accusato di aver venduto droghe a diversi acquirenti, inclusi minori, il che evidenzia la pericolosità della sua condotta. L’attività illecita ha portato a guadagni superiori ai 40.000 euro, una somma considerevole che dimostra l’efficienza e la portata della sua rete di distribuzione. I carabinieri hanno ricostruito accuratamente i movimenti dell’individuo, avvalendosi di intercettazioni e osservazioni dirette, consentendo di raccogliere prove concrete che hanno portato all’adozione del Daspo.
Provvedimenti cautelari in corso
A seguito della vasta indagine, la scorsa settimana, il tribunale ha emesso un provvedimento di divieto di dimora nei confronti del sospettato. Questa misura cautelare è stata disposta dall’Autorità Giudiziaria in risposta ai risultati ottenuti dalle indagini. Ora, con il Daspo urbano, il questore ha intensificato le misure di prevenzione contro il reato di spaccio nella zona. Il provvedimento mira non solo a punire il comportamento illecito del 30enne ma anche a proteggere la comunità locale, in particolare i giovani, da fenomeni di dipendenza e criminalità connessi al traffico di stupefacenti.
Impatto sulle comunità locali
Il provvedimento di Daspo rappresenta uno strumento fondamentale per tutelare la sicurezza pubblica. Dopo il verificarsi di numerosi episodi di spaccio, le autorità locali si sono attivate per recuperare il controllo delle aree vulnerabili, come i parchi pubblici e le zone limitrofe agli istituti scolastici. L’intervento delle forze dell’ordine sui comportamenti illeciti non solo serve a punire, ma deve anche fungere da deterrente per eventuali altri spacciatori. La presenza di spacciatori attivi in prossimità di scuole e parchi rappresenta un rischio diretto per i giovani, rendendo necessario un intervento tempestivo e incisivo.
Questo caso evidenzia l’importanza della sinergia tra le diverse agenzie di sicurezza, alle quali spetta il compito di vigilare e agire contro attività criminali che danneggiano il tessuto sociale. I provvedimenti presi a Treviso sono il risultato di un’approfondita collaborazione tra le forze di polizia e l’autorità giudiziaria, destinati ad incidere su una problematica che, altrimenti, continuerebbe a minare la tranquillità della cittadinanza.
Ultimo aggiornamento il 11 Novembre 2024 da Marco Mintillo