Denatalità e servizi per l’infanzia: la sfida del governo Meloni in Campania

La CGIL critica le politiche del governo Meloni sulla denatalità, evidenziando la carenza di servizi per l’infanzia in Campania e la necessità di un impegno maggiore per garantire accesso adeguato alle famiglie.
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Denatalità e servizi per l'infanzia: la sfida del governo Meloni in Campania - (Credit: www.ansa.it)

Nel panorama attuale italiano, la questione della denatalità è diventata un tema centrale nel dibattito politico, sollevando preoccupazioni e critiche. Recentemente, la CGIL di Napoli e Campania ha espresso forti dubbi riguardo all’approccio del governo Meloni, evidenziando come le politiche attuate possano limitare l’autodeterminazione delle donne. Questo articolo analizza i dati riguardanti i servizi per l’infanzia in Campania, le risorse disponibili e le sfide future.

Critiche al governo Meloni: la questione della denatalità

L’attuale governo, guidato da Giorgia Meloni, sta affrontando i crescenti problemi legati alla denatalità, una questione complessa che richiede un approccio più inclusivo e pianificato. Anche se la retorica politica sottolinea l’importanza di aumentare la natalità e sostenere le famiglie, la CGIL ha messo in evidenza come le azioni concrete vadano spesso in direzione opposta. La mancanza di politiche efficaci per garantire servizi adeguati per la prima infanzia solleva interrogativi sui reali intenti del governo.

Negli ultimi anni, il Mezzogiorno ha beneficiato di ingenti fondi provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza , ammontanti a circa 4,6 miliardi di euro destinati esclusivamente ai servizi per l’infanzia. Tuttavia, nonostante la disponibilità di tali risorse, le azioni adottate rimangono insufficienti per garantire la copertura minima di posti negli asili nido, pari al 33%. Attualmente, infatti, solo un minore su tre ha accesso a un posto al nido, evidenziando la necessità di un impegno più significativo da parte del governo.

Situazione dei servizi per l’infanzia in Campania

In Campania, i dati testimoniano un panorama frammentato e disomogeneo nella distribuzione dei servizi per l’infanzia. Secondo l’ISTAT, nel 2021, la Regione si trovava all’ultimo posto in Italia per copertura, con solo l’11,7% dei minori sotto i due anni in grado di accedere agli asili nido. La situazione ha mostrato qualche miglioramento nel 2022, con un incremento della copertura al 13,2%. Tuttavia, le differenze tra province rimangono evidenti: Napoli offre una percentuale del 15,8%, mentre Salerno raggiunge il 40,4%.

Nonostante i sussidi regionali e i miglioramenti registrati, le rette degli asili continuano a essere elevate. Ciò rappresenta un ostacolo significativo per molte famiglie, che spesso non possono permettersi i costi. La distribuzione territoriale dei servizi evidenzia una disparità che rischia di compromettere la possibilità per le famiglie di accedere a un supporto adeguato nella prima infanzia.

Le risorse PNRR e le aspettative future

Le ingenti risorse stanziate dal PNRR, stimabili in circa mezzo miliardo di euro, avrebbero dovuto dare un impulso sostanziale alla creazione di nuovi servizi e posti per l’infanzia in Campania. Tuttavia, molte domande rimangono aperte: quali progetti saranno portati a termine e in che modo si garantirà una reale copertura?

Secondo le proiezioni del governo, si prevede che solo la provincia di Benevento possa raggiungere l’obiettivo del 33% di copertura. Le altre province, come Salerno, Caserta e Avellino, sono in posizione di miglioramento, mentre Napoli resta stagnante, con obiettivi di copertura difficilmente raggiungibili.

Un elemento importante da considerare è che, anche se si raggiungesse il 33%, resterebbe irrisolto il problema della forte presenza di strutture private, più disponibili a rispondere alle esigenze delle famiglie disposte a pagare. Le strutture pubbliche, infatti, spesso offrono orari ridotti che non soddisfano le necessità lavorative delle famiglie.

Investimenti e sviluppi recenti

Recentemente, il governo ha attivato alcune misure per migliorare l’accesso ai posti negli asili nido, come dimostrano i finanziamenti destinati al comune di Napoli per l’attivazione di 300 nuovi posti e quelli per altre città come Giugliano e Torre del Greco. Tuttavia, queste somme sono ancora lontane dall’obiettivo di 33%, e si sta cercando di stimolare un ulteriore investimento per raggiungere un’adeguata copertura.

I cittadini campani si aspettano che non solo le risorse già allocate vengano garantite, ma che arrivi anche un ulteriore sostegno economico per affrontare i problemi legati alla denatalità e alle carenze nei servizi per l’infanzia. L’urgente necessità di attuare misure efficaci non è solo una questione di dignità, ma di sostegno umano e sociale per un’intera generazione. La sfida rimane aperta e richiede un impegno collettivo e coordinato da parte delle istituzioni centrali e locali.

Ultimo aggiornamento il 22 Ottobre 2024 da Armando Proietti

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