Le tensioni all’interno del Partito Repubblicano si fanno sempre più marcate, con Donald Trump che torna a attaccare Liz Cheney, ex deputata e figlia dell’ex vicepresidente Dick Cheney. La polemica tra i due protagonisti della scena politica americana si intensifica, mentre Cheney emerge come voce critica nei confronti dell’ex presidente, sostenendo attivamente la candidata democratica Kamala Harris. La situazione si complica ulteriormente con dichiarazioni incendiary che minacciano di acuirire le divisioni interne al partito.
Le accuse incendiari di Trump contro Cheney
Donald Trump ha recentemente etichettato Liz Cheney come una “war hawk”, esprimendo in modo esplicito la sua avversione nei suoi confronti. Durante un evento elettorale a Glendale, in Arizona, ha dichiarato che dovrebbe essere esposta a una violenza metaforica, suggerendo che andrebbe “messa in piedi con un fucile che le spara addosso”. Questa affermazione ha suscitato forti polemiche, non solo per il contenuto minaccioso ma anche per la sua posizione all’interno del partito.
Liz Cheney, che ha rappresentato nel Congresso un punto di vista critico rispetto alle posizioni di Trump, è stata spesso il bersaglio di attacchi verbali da parte dell’ex presidente. Trump l’ha definita “un’idiota” e “molto stupida”, mentre continuava a criticare il suo atteggiamento e la sua visione politica. La situazione si è deteriorata ulteriormente con l’emergere di un linguaggio aggressivo che Trump utilizza nei confronti dei suoi oppositori, ricevendo critiche da diverse parti, anche da esponenti repubblicani meno estremisti.
L’opposizione di Cheney e il suo ruolo nel partito
Liz Cheney ha mantenuto una posizione ferma contro Trump sin dal 2020, denunciando i suoi tentativi di sovvertire le elezioni e l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021. La sua lealtà verso il principio della democrazia l’ha portata a occupare un ruolo centrale nel comitato della Camera che ha indagato sugli eventi dell’assalto. La sua fervente opposizione a Trump, che ha provocato la sua espulsione dal Congresso alle primarie del Wyoming nel 2022, l’ha trasformata in un simbolo della resistenza anti-Trump all’interno del partito.
Questa spaccatura ha creato un campo di battaglia tra le visioni politiche opposte che caratterizzano il Partito Repubblicano. Da un lato, i sostenitori di Trump favoriscono un approccio populista e nazionalista, mentre Cheney, insieme ad altri repubblicani moderati, tenta di mantenere viva una visione di partito tradizionale, incentrata su valori conservatori più classici.
Le dichiarazioni di Cheney e il suo sostegno a Harris
In risposta agli attacchi ricevuti, Cheney ha sottolineato che l’approccio di Trump rappresenta una minaccia per la democrazia. “I dittatori distruggono le nazioni libere minacciando di morte chi parla contro di loro,” ha affermato, segnalando le pericolose implicazioni di un linguaggio così bellicoso nella politica contemporanea. La sua posizione la vede come alleata della vicepresidente Kamala Harris, sostenendo pubblicamente la sua candidatura e incoraggiando i repubblicani a mettere da parte le loro divergenze per sostenere una leadership che considera meno divisiva e pericolosa.
Questo tipo di sostegno ha creato un’ulteriore frattura nel partito, con Cheney che si pone come un’alternativa ai metodi aggressivi e divisivi di Trump. Il suo approccio attuale, che incoraggia la cooperazione bipartisan, si oppone nettamente allo stile di campagna di Trump, caratterizzato da attacchi diretti e linguaggio infuocato. Cheney si propone di difendere i valori democratici contro quello che percepisce come un tentativo di ritorno a tendenze autoritari.
La battaglia tra questi due esponenti del partito riflette un momento cruciale nella politica americana, evidenziando profondi cambiamenti e conflitti interni che potrebbero influenzare le prossime elezioni e la direzione futura del Partito Repubblicano.
Ultimo aggiornamento il 1 Novembre 2024 da Elisabetta Cina