Un importante passo per la salute mentale dei detenuti è stato compiuto oggi con la firma di un protocollo per la prevenzione e gestione del rischio autolesivo e suicidario presso la casa circondariale Regina Coeli. Questo accordo coinvolge la Regione Lazio e la ASL Roma 1, segnando un progresso significativo nel supporto ai detenuti. Il protocollo è stato sottoscritto dalla Direttrice della struttura, Claudia Clementi, e dal Commissario Straordinario della ASL Roma 1, Giuseppe Quintavalle. L’importanza dell’incontro è stata amplificata dalla presenza di figure chiave nel settore della giustizia e della salute mentale.
Il protocollo di intervento
Il documento firmato oggi indica chiaramente l’intento della Regione Lazio e della ASL Roma 1 di potenziare le azioni di supporto e monitoraggio all’interno delle carceri. Attraverso l’integrazione delle competenze di personale sanitario e penitenziario, il protocollo mira a creare un sistema di intervento coordinato per contenere i rischi legati a fenomeni critici. Tra le azioni previste ci sono l’implementazione di colloqui e l’osservazione attenta da parte di vari operatori, con l’obiettivo di favorire l’adattamento dei detenuti al contesto carcerario.
Un altro aspetto centrale è l’inclusione dei Peer Supporter, figure specializzate che svolgeranno un ruolo attivo nel supporto ai detenuti. Viene anche sottolineata l’importanza di fornire informazioni dettagliate riguardo l’offerta delle aree sanitarie, educative e sulle modalità di accesso ai vari servizi di supporto disponibili all’interno della struttura. Saranno organizzati gruppi di accoglienza con la presenza di psicologi della ASL Roma 1 ed educatori. Questo approccio mira a predisporre un monitoraggio costante per le persone più vulnerabili, affiancato dalla formazione degli operatori su come rilevare situazioni di crisi e gestire casi di primo intervento.
Le problematiche legate al sovraffollamento
Il Garante per le persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, ha evidenziato le gravi problematiche legate alla casa circondariale Regina Coeli. Con un tasso di affollamento del 188%, la struttura si trova ad affrontare una situazione critica, che ha avuto come triste conseguenza il record di 14 suicidi tra il 2020 e il 2024, il numero più elevato in Italia. Anastasìa ha spiegato che la condizione del carcere è aggravata dall’utenza particolarmente vulnerabile e dalla carenza di personale, oltre che da strutture obsolete e inadeguate.
La situazione di sovraffollamento influisce negativamente sul benessere mentale dei detenuti, creando un ambiente che può diventare opprimente e difficile da gestire. Per affrontare queste criticità, il protocollo rappresenta una risposta necessaria, peraltro in linea con la crescente attenzione verso la salute mentale all’interno degli istituti penitenziari.
La risposta delle istituzioni
Il Commissario Straordinario della ASL Roma 1, Giuseppe Quintavalle, ha commentato l’importanza del protocollo come un segnale forte di reazione istituzionale di fronte alla drammatica sequenza di suicidi nel settore penitenziario. Quintavalle ha condiviso la sua speranza che altre istituzioni possano seguire questo esempio, lavorando insieme per ridurre le cause ambientali del rischio suicidario.
Le azioni messe in campo non si limitano alla prevenzione dei suicidi, ma mirano a costruire un contesto più umano. L’approccio richiama a una cultura della salute e del sostegno, dove anche il personale penitenziario e sanitario collabora in un’ottica multidisciplinare, con l’obiettivo di offrire ai detenuti il supporto necessario per affrontare le difficoltà quotidiane.
Il protocollo di oggi rappresenta dunque un’importante iniziativa, indirizzata a migliorare le vite dei detenuti e a creare un ambiente carcerario più sicuro. La speranza è che tale impegno possa generare un cambiamento significativo nella gestione della salute mentale all’interno delle carceri italiane.
Ultimo aggiornamento il 31 Ottobre 2024 da Armando Proietti