Genitorialità condivisa: il grido dei manager italiani per il congedo obbligatorio

In Italia cresce la richiesta di parità nel congedo parentale, con il 85% degli uomini under 45 favorevoli a politiche che supportino la genitorialità condivisa e migliorino la natalità.
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Genitorialità condivisa: il grido dei manager italiani per il congedo obbligatorio - (Credit: www.adnkronos.com)

La questione del congedo parentale in Italia sta diventando cruciale, con una crescente richiesta di parità tra madri e padri nel contesto lavorativo. La Coordinatrice del Gruppo Donne Manager di Manageritalia, Luisa Quarta, ha sottolineato durante un incontro alla Camera dei Deputati la necessità di un’azione concreta per migliorare le politiche di congedo e la cultura della genitorialità condivisa. Secondo un’indagine condotta dal gruppo, l’85% degli uomini under 45 sostiene l’introduzione dell’obbligatorietà per il congedo paritario, con un forte impatto sia sulle famiglie che sull’economia.

Il supporto della rete manageriale

Il Gruppo Donne Manager è attivo da anni nel supporto ai manager e alle aziende che desiderano implementare una cultura di genitorialità condivisa. Questo approccio non solo permette ai padri di vivere appieno momenti fondamentali come la nascita dei figli, ma aiuta anche le madri a non abbandonare la propria carriera professionale. Le iniziative promosse dal gruppo mirano a incoraggiare una maggiore collaborazione tra i genitori, riconoscendo che la parità di genere è un obiettivo non solo femminile, ma di vantaggio per tutta la società. Le evidenze raccolte supportano l’idea che aziende più inclusive, in termini di politiche familiari, tendono a godere di un aumento della produttività e del benessere dei dipendenti.

Dati allarmanti sulla natalità e la conciliazione

La situazione demografica in Italia sta attraversando un periodo critico. Nel 2023, sono stati registrati appena 379.000 nuovi nati, il dato più basso mai registrato nel Paese. Con un indice di fertilità che si attesta a 1,20 figli per donna, si evidenzia la necessità urgente di politiche che favoriscano la genitorialità. Secondo Luisa Quarta, questo problema si riflette anche sulle dimissioni volontarie delle madri lavoratrici: nel 2023, sono state convalidate 61.391 dimissioni, dovute in gran parte all’impossibilità di conciliare figli e carriera. Questi dati, raccolti dall’Ispettorato del Lavoro, pongono l’accento sull’urgenza di un cambiamento culturale e politico che supporti le famiglie, rendendo il lavoro compatibile con le esigenze genitoriali.

Il confronto internazionale sui congedi parentali

Un altro punto evidenziato nel dibattito è la discrepanza tra gli standard di congedo parentale in Italia e quelli di altri Paesi europei. Attualmente, la normativa italiana prevede solamente cinque mesi di congedo per la madre e dieci giorni per il padre, un livello ben al di sotto di quanto proposto da nazioni come la Norvegia o la Svezia. In Norvegia, ad esempio, i genitori possono contare su dodici mesi di congedo retribuito, di cui una parte è obbligatoriamente allocata a ciascun genitore, con trattenute di stipendio che arrivano fino al 100%. La Svezia offre ben 480 giorni di congedo, suddivisi tra i genitori, garantendo un indennizzo dell’80% per tutti i giorni.

Altri esempi positivi si trovano in Spagna e Portogallo, dove il congedo parentale è fissato a sedici settimane per ciascun genitore, con indennizzi al 100%. In Portogallo, i genitori possono optare per un pacchetto di 150 giorni a piena retribuzione o 180 giorni con un indennizzo ridotto. Queste pratiche virtuose all’estero mettono in evidenza come una maggiore attenzione al congedo parentale potrebbe contribuire a migliorare la qualità della vita delle famiglie italiane e a promuovere una cultura del lavoro più equa e sostenibile.

Il dibattito in corso rappresenta un’opportunità fondamentale per rivedere le politiche familiari in Italia e promuovere una genitorialità condivisa che potenzi le potenzialità di tutti i genitori.

Ultimo aggiornamento il 16 Ottobre 2024 da Donatella Ercolano

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