Greta Thunberg arrestata durante una protesta contro i sussidi ai combustibili fossili dell’Ue

Greta Thunberg arrestata a Bruxelles durante una manifestazione pacifica contro i sussidi dell’UE ai combustibili fossili, evidenziando l’urgenza di azioni concrete per la giustizia climatica.
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Greta Thunberg arrestata durante una protesta contro i sussidi ai combustibili fossili dell'Ue - Gaeta.it

L’attivista svedese GRETA THUNBERG è stata arrestata sabato scorso a BRUXELLES mentre partecipava a una manifestazione pacifica contro i sussidi dell’UNIONE EUROPEA ai combustibili fossili. La sua azione si inquadra in un contesto di crescente preoccupazione per il cambiamento climatico e le politiche energetiche europee. I manifestanti chiedono una maggiore responsabilità da parte delle istituzioni europee, sottolineando la necessità di un’immediata riduzione degli aiuti finanziari a settori considerati dannosi per l’ambiente.

L’arresto di Greta Thunberg

La manifestazione si è svolta nel centro di BRUXELLES, a pochi passi dalle sedi del PARLAMENTO EUROPEO e della COMMISSIONE EUROPEA. GRETA THUNBERG era accompagnata da numerosi attivisti dei gruppi “UNITED FOR CLIMATE JUSTICE” e “EXTINCTION REBELLION”. Gli organizzatori del sit-in hanno bloccato una delle arterie principali della città, attirando l’attenzione sia dei passanti che delle forze dell’ordine. Nonostante la protesta fosse pacifica, la polizia ha circondato il gruppo e ha proceduto a diversi arresti, tra cui quello di THUNBERG, che ha attirato l’attenzione dei media internazionali.

I manifestanti, durante il sit-in, hanno intonato slogan di sostegno e solidarietà, sottolineando l’urgenza dell’azione climatica. La polizia ha motivato gli arresti con la necessità di mantenere l’ordine pubblico, ma l’episodio ha riacceso il dibattito sulla libertà di espressione e sulle modalità di protesta per cause climatiche.

Le richieste degli attivisti

La settimana precedente alla manifestazione, “UNITED FOR CLIMATE JUSTICE” aveva indirizzato una lettera aperta ai vertici dell’UNIONE EUROPEA, incluso il presidente della COMMISSIONE EUROPEA, URSULA VON DER LEYEN. Gli attivisti hanno delineato tre obiettivi cruciali: un calendario per l’eliminazione progressiva dei sussidi ai combustibili fossili entro il 2025, una guida metodologica per gli Stati membri per facilitare questa transizione, e un impegno alla trasparenza e responsabilità nelle politiche energetiche.

Angela Huston Gold, portavoce del gruppo, ha dichiarato che l’urgenza di affrontare la crisi climatica è fondamentale e che gli sforzi della COMMISSIONE EUROPEA sono stati insufficienti. Nonostante le promesse, la spesa per sovvenzionare l’industria dei combustibili fossili ha superato i 100 miliardi di euro all’anno, come rivelato in un rapporto di ottobre. Gli attivisti chiedono alla COMMISSIONE di onorare gli impegni presi e di tradurli in azioni concrete.

La strategia degli attivisti

Per intensificare la loro lotta, il gruppo ha annunciato che utilizzerà una combinazione di metodi, inclusi eventi pubblici, lettere, azioni legali e disobbedienza civile. Gold ha affermato che non è possibile fare affidamento sulle istituzioni senza una pressione costante e visibile da parte dei cittadini. Gli attivisti intendono continuare le iniziative sia a BRUXELLES che in tutta EUROPA, con eventi programmati per il mese di ottobre, dimostrando così la determinazione di mettere la questione climatica al centro dell’agenda politica europea.

La questione dei sussidi ai combustibili fossili rimane uno dei temi più controversi all’interno dell’UNIONE EUROPEA, con differenti posizioni tra gli Stati membri. Mentre alcuni paesi stanno cercando di eliminare gradualmente il supporto per le industrie fossili, altri continuano a fare affidamento su queste risorse per sostenere le proprie economie. L’azione di GRETA THUNBERG e degli altri attivisti si inserisce in un movimento globale che richiede maggiore giustizia climatica e un cambiamento radicale nelle politiche energetiche.

Ultimo aggiornamento il 6 Ottobre 2024 da Elisabetta Cina

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