I container perduti in mare e il loro impatto sugli ecosistemi marini: un’analisi approfondita

La crescente perdita di container in mare minaccia gli ecosistemi marini e la sicurezza della navigazione, richiedendo interventi urgenti per mitigare i danni ambientali e promuovere pratiche sostenibili.
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I container perduti in mare e il loro impatto sugli ecosistemi marini: un’analisi approfondita - Gaeta.it

La caduta di container dall’alto mare rappresenta un fenomeno sempre più preoccupante per l’ambiente marino. Questo articolo esamina i rischi associati alla perdita di container e come questi incidano sugli ecosistemi costieri e oceanici, da ritrovamenti bizzarri sulle spiagge a potenziali catastrofi ecologiche.

Ritrovamenti inconsueti lungo le coste

Negli ultimi anni, Russ Lewis ha documentato una serie di ritrovamenti insoliti sulla costa della penisola di Long Beach, nello Stato di Washington. Gli oggetti rinvenuti includono non solo attrezzature da pesca o rifiuti comuni, ma anche articoli bizzarri come caschi da bicicletta decorati con piume e scarpe Crocs spaiate. Questi ritrovamenti non sono casuali; recenti indagini hanno rivelato che provengono da container commerciali che si sono persi in mare.

Ogni anno, un numero che supera i 20.000 container si smarca dai tragitti marittimi a causa di condizioni meteorologiche avverse e malfunzionamenti operativi. Secondo il World Shipping Council, è stimato che circa 1.500 navi subiscano perdite parziali del carico in un periodo di sedici anni, anche se questo numero potrebbe essere notevolmente superiore data l’assenza di sotto-reporting. L’inevitabile conseguenza di questo fenomeno è che una varietà di oggetti contaminanti disperdono rifiuti plastici e materiali tossici lungo le coste del mondo, con effetti deleteri sugli ecosistemi marini.

Un esempio significativo è la perdita da parte del cargo ONE Apus, avvenuta nel novembre 2020, durante il suo viaggio verso la California. Le forti mareggiate hanno causato la caduta di quasi duemila container nel Pacifico, compresi beni di consumo e prodotti pericolosi. Queste perdite non solo influiscono sulla fauna marina, ma pongono anche problemi di sicurezza pubblica e di salute ambientale che devono essere affrontati con urgenza.

La contaminazione ma non solo: gli effetti sull’ecosistema

Ogni container che si perde in mare porta con sé l’eco di un micro-ecosistema alterato. Quando un container affonda, o si spiaggia, esercita una pressione notevole sul fondo marino, schiacciando organismi che si trovano sotto di esso. Ricercatori e biologici marini, come Andrew DeVogelaere del Monterey Bay National Marine Sanctuary, avvertono che questi contenitori rappresentano delle vere e proprie “capsule del tempo” delle nostre consumistiche abitudini, destinate a rimanere sul fondale marino per centinaia di anni.

Il caso della nave cargo X-Press Pearl, affondata nel maggio 2021 al largo dello Sri Lanka, evidenzia come la perdita di container porti a conseguenze catastrofiche. Oltre ai rifiuti plastici, miliardi di pellet di plastica e sostanze chimiche tossiche, inclusi acido nitrico e metanolo, sono stati rilasciati in mare. Le ripercussioni non sono state solo ecologiche: il disastro ha causato la morte di migliaia di pesci e di molte specie marine in pericolo, come tartarughe e delfini, dimostrando così l’importanza di un monitoraggio e di un intervento tempestivo.

La difficoltà di tracciare il destino dei container è un problema significativo. Gli scienziati hanno osservato che i rifiuti possono viaggiare per migliaia di chilometri prima di approdare sulle coste, come documentato nel caso di ritrovamenti sull’atollo di Midway, nelle Hawaii. I dati attualmente disponibili offrono solo una parte del quadro, mentre la reale dimensione del problema rimane difficile da quantificare.

Problematiche di gestione e norme internazionali

La navigazione marittima internazionale ha visto un aumento impressionante delle dimensioni delle navi e del carico che esse trasportano. Con oltre l’80% delle merci globali trasportate via mare, l’aumento delle dimensioni delle navi e il conseguente incremento di container a bordo implica una maggiore probabilità di incidenti. Secondo Allianz, la capacità delle navi portacontainer è raddoppiata negli ultimi vent’anni, ma così facendo si sposta anche il rischio di perdite significative.

Le operazioni di gestione dei carichi possono soffrire di errori di etichettatura e stivaggio, che possono portare a incidenti non previsti. Questo è stato il caso della X-Press Pearl, dove un incidente è stato attribuito a un container mal posizionato che ha dato origine a un incendio. La responsabilità per la salute e sicurezza dell’operazione marittima è distribuita fra operatori, spedizionieri e autorità marittime, rendendo difficile l’attribuzione di penalità e responsabilità rispetto a incidenti di tali proporzioni.

Nel 2023, l’Organizzazione Marittima Internazionale ha introdotto emendamenti ai trattati oceanici, richiedendo alle navi di segnalare le perdite di container. Tuttavia, l’efficacia di queste normative dipenderà dalla conformità degli operatori e dalla forza delle sanzioni associate. La volontà di migliorare la sorveglianza ambientale è evidente, ma il percorso per garantire la protezione degli ecosistemi marini e la sicurezza delle vie navigabili è ancora lungo e complesso.

Rischi per la navigazione e la vita marina

Le conseguenze delle perdite di container non colpiscono solo gli ecosistemi marini, ma anche la navigazione commerciale. Container galleggianti rappresentano un grave pericolo per tutte le imbarcazioni, dalle merci ai piccoli yacht. Nel corso degli anni, diversi equipaggi hanno rapportato incidenti per collisioni con container, evidenziando i rischi che un simile fenomeno rappresenta per la sicurezza marittima in generale.

Purtroppo, la questione si complica ulteriormente dalla mancanza di misure preventive efficaci. Le autorità marittime e le agenzie di monitoraggio sono limitate nel loro potere di intervenire. Le perdite che non minacciano direttamente ecosistemi protetti o che non contengono materiali pericolosi non sono prioritizzate nell’agenda della Guardia Costiera o delle agenzie governative.

In un contesto in cui i pescatori dello Sri Lanka continuano a lottare per recuperare gli stock marini e le popolazioni di tartarughe marine affrontano una minaccia di estinzione, il problema dei containers perduti solleva interrogativi urgenti riguardo la sostenibilità delle pratiche di trasporto marittimo. Gli scienziati vedono il cambio di rotta delle correnti oceaniche e la modifica dei micro-ecosistemi come una prova delle conseguenze tangibili di un’incessante attività economica che ignora l’impatto ecologico.

La situazione richiede una risposta collettiva e attenta, centrata sul monitoraggio, sulla prevenzione e sull’educazione, affinché il principio di protezione dell’ambiente marino diventi una priorità condivisa.

Ultimo aggiornamento il 3 Ottobre 2024 da Laura Rossi

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