I delegati dell’Onu a Baku: un dialogo cruciale per la crisi climatica globale

A Baku, 193 Paesi si confrontano sulla crisi climatica e le disuguaglianze globali, cercando di definire strategie e investimenti urgenti per i Paesi vulnerabili in vista della Cop29.
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I delegati dell'Onu a Baku: un dialogo cruciale per la crisi climatica globale - Gaeta.it

Nel mezzo di una crisi climatica senza precedenti, 193 Paesi membri delle Nazioni Unite si sono riuniti a Baku, in Azerbaigian, fino al 22 novembre, per stabilire le basi di un’azione concreta. La Conferenza delle Parti ha il difficile compito di unire le diverse realtà economiche e sociali del mondo, in un contesto di crescente preoccupazione per le disuguaglianze globali. Mentre i delegati si confrontano, l’ong Oxfam ha messo in evidenza le enormi disparità tra ricchi e poveri, rendendo la situazione ancora più complessa.

Il ruolo di Baku nella lotta alla crisi climatica

I delegati presenti a Baku rappresentano oltre 50.000 persone, tutte con l’intento di discutere le necessità finanziarie per supportare i Paesi in via di sviluppo. La crisi climatica si palesa ogni giorno con effetti devastanti, e garantire risorse adeguate è cruciale per evitare danni irreversibili al nostro pianeta. Durante la Cop29, l’attenzione sarà focalizzata sulla definizione di investimenti urgenti e sulla creazione di un fondo specifico per i paesi più vulnerabili. Con la scadenza della COP prossima, il tempo stringe e l’urgenza di prendere decisioni non può essere sottovalutata.

La scelta della sede, Baku, si colloca simbolicamente in una regione ricca di risorse naturali, ma anche di vulnerabilità ecologiche. La conferenza si propone di essere un luogo di dialogo intenso e profondo, necessario per costruire un consenso sulle strategie da adottare per contrastare una crisi che ha già mostrato il suo volto attraverso eventi climatici estremi. Si aspettano risultati concreti che possano dare il via a un vero e proprio cambiamento nelle politiche ambientali globali.

Le difficoltà del G20 e le disuguaglianze globali

Mentre i delegati di Baku si preparano a negoziare, il G20 si è svolto in Brasile, evidenziando l’incapacità dei Paesi sviluppati di trovare una strategia comune. La speranza di una sinergia tra i membri del G20 e i delegati della Cop29 si è rivelata illusoria. Oxfam ha rivelato dati allarmanti riguardanti le disuguaglianze: l’1% più ricco della popolazione dei 20 paesi protagonisti del G20 detiene una ricchezza pari al 48% delle risorse del Paese più vulnerabile.

I numeri mostrano che queste economie concentrate hanno aumentato la loro ricchezza del 150% negli ultimi venti anni, eppure il G20 non ha saputo compiere passi significativi per affrontare queste problematiche. Le dichiarazioni emanate da Rio de Janeiro sono state considerate tiepide e insufficienti, ponendo ulteriori ostacoli ai negoziati di Baku. La questione climatica è complicata dalla mancanza di un approccio globale, mentre il dialogo tra ricchi e poveri rimane un obiettivo difficile da raggiungere.

L’attesa di risultati concreti dalla Cop29

Alla Cop29, l’atmosfera non è delle più promettenti. Le tensioni geopolitiche e le divisioni interne ai vari blocchi rendono il lavoro dei delegati ancora più gravoso. Nonostante ciò, i nastri di partenza non sono finiti, e nei giorni restanti la speranza di trovare un punto di contatto è ancora viva. Ma il fallimento della conferenza potrebbe avere conseguenze dirette sulla credibilità delle Nazioni Unite nel trattare le tematiche climatiche.

Appare chiaro che la scadenza della Cop29 rappresenti un momento decisivo non solo per la questione climatica, ma anche per le relazioni internazionali. Ogni attesa frustrata segnerà un cambiamento radicale nella percezione delle Nazioni Unite come attore principale nel panorama della sostenibilità globale. Concludere senza risultati tangibili significherebbe riconoscere che l’umanità non è ancora pronta a comportarsi in modo collettivo di fronte a una crisi di dimensioni storiche. La comunità internazionale si trova dunque di fronte a una sfida necessaria, e l’ora di agire è ora.

Ultimo aggiornamento il 20 Novembre 2024 da Laura Rossi

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