Il colombino di Manduria rappresenta un pilastro della tradizione dolciaria pugliese. Questo dolce, noto per la sua struttura friabile e il suo ripieno delizioso, è un esempio lampante di come le tradizioni culinarie possano attraversare il tempo. Con una storia che si intreccia con eventi locali e curiosità, il colombino è oggi un prodotto tutelato dal Presidio Slow Food, simbolo di un patrimonio che unisce ingredienti di alta qualità e pratiche artigianali tradizionali.
Manduria, terra di cultura e dolcezza
Manduria, situata nella provincia di Taranto, è una città che si distingue per la sua ricca eredità culturale e storica. Nota per la produzione di vino di alta classe, le sue radici affondano nell’antica civiltà messapica, un aspetto che arricchisce ulteriormente il suo fascino. Oltre alle bellezze architettoniche e ai paesaggi, Manduria vanta un dolce che ha conquistato il palato degli abitanti e dei turisti: il colombino.
Questa prelibatezza dolciaria faceva parte della tradizione manduriana, ma le sue origini rimangono avvolte nel mistero, essendo tramandato oralmente senza una documentazione ufficiale. Oggi, il colombino è riconosciuto come un simbolo di autenticità e qualità gastronomica, tutelato dal Presidio Slow Food. Questa iniziativa supporta i pasticceri locali nella preparazione del dolce seguendo rigorosamente le ricette tradizionali, utilizzando solo ingredienti freschi e locali.
Grazie a questi sforzi, il colombino non è solo un dolce da mangiare, ma un’esperienza che racconta la storia e le tradizioni di una comunità. Le mandorle, le arance, il burro, il latte e la farina sono solo alcuni degli ingredienti che contribuiscono a creare un prodotto di alta gamma che riuniscono i sapori del territorio pugliese.
La nascita del colombino: tra caso e opportunità
La nascita del colombino è avvolta da un’aura di casualità e scoperta. Si narra che tutto ebbe inizio nel 1953, quando un pasticciere di nome Matteo Miola, in viaggio tra Taranto e Lecce, si trovò bloccato a Manduria a causa di un guasto al suo veicolo. Approfittando di questo imprevisto, Miola scoprì che un noto locale, la Bouvette del Teatro Candeloro, era alla ricerca di un nuovo gestore. Affascinato dalla bellezza di Manduria, prese la decisione di stabilirsi e avviare una nuova attività.
Inizialmente, il colombino era preparato in occasione della festa di San Gregorio Magno, celebrata il 3 settembre. Con le piazze illuminate e le tavole cariche di dolci, il colombino attirò l’attenzione degli abitanti, diventando ben presto un dolce ambito e non più relegato a una sola festa. Oggi, il colombino rappresenta un momento di convivialità durante le domeniche manduriane e in varie ricorrenze, spesso accompagnato dal vino locale, il Primitivo di Manduria Dolce Naturale, che ne esalta le note dolci con il suo profilo aromatico.
La ricetta del colombino: un dolce dal fascino senza tempo
Il colombino è facilmente riconoscibile per la sua forma elegante e il suo aspetto invitante. Esso presenta due strati di pasta sfoglia che racchiudono un ripieno elaborato a base di mandorle, arance e crema pasticcera, permettendo di ottenere una consistenza morbida e gustosa. La finitura con una glassa di meringa, ottenuta da zucchero, albume e limone, insieme a decorazioni in confettura di albicocche che richiamano il gufo, dal quale trae il suo nome, conferisce al dolce un ulteriore tocco di raffinatezza.
Le pasticcerie di Manduria offrono questo dolce tutto l’anno, ma solo un numero selezionato di artigiani custodisce e tramanda la ricetta autentica. La preparazione artigianale è un tratto distintivo, che si riflette nell’attenzione ai dettagli e nella qualità degli ingredienti. Nonostante il passare del tempo e le nuove tendenze gastronomiche, il colombino ha mantenuto intatto il suo legame con le tradizioni locali e continua a rappresentare un simbolo della cucina manduriana e dell’intero territorio pugliese.
Ultimo aggiornamento il 11 Novembre 2024 da Marco Mintillo