In questa edizione del festival, il padiglione 4 si arricchisce di una serie di mostre collaterali che celebrano l’arte e la storia attraverso oggetti unici. Tra queste, spicca “La forma del profumo: flaconi tra arte e storia“. Questa rassegna, in collaborazione con la Collezione Monica Magnani, offre un viaggio affascinante nel mondo del profumo, mettendo in luce i diversi contenitori che hanno racchiuso queste essenze nel corso dei secoli. Presentando oltre 100 pezzi, la mostra si propone di illustrare l’evoluzione delle tecniche di lavorazione dei materiali e l’importanza culturale e simbolica del profumo.
“La forma del profumo”: un percorso multisensoriale
La mostra “La forma del profumo: flaconi tra arte e storia” esplora le complesse interrelazioni tra l’arte del design e la storia delle fragranze. I visitatori possono ammirare una varietà di flaconi realizzati con materiali diversificati, dalle ceramiche dell’antichità ai moderni contenitori in vetro. Ogni pezzo racconta una storia complessa, legata non solo all’arte, ma anche alle pratiche culturali delle civiltà che hanno valorizzato il profumo nel corso del tempo.
Il percorso espositivo si sviluppa attraverso epoche e culture, esemplificando come il design abbia assunto forme artistiche e simboliche. I materiali scelti per la realizzazione di questi flaconi variano dall’argilla e vetro ai marmi e legni, fino a derivati botanici come il tagua e il corozo. Tali scelte distintive riflettono l’approccio estetico e funzionale adottato in diverse epoche storiche, evidenziando l’importanza della rappresentazione visiva e materiale del profumo.
Un viaggio nel tempo attraverso pezzi storici
La rassegna non è solo un semplice insieme di oggetti, ma un racconto che attraversa i secoli. Tra i pezzi più significativi in mostra troviamo una perfume box tedesca risalente al XVII secolo. Questo flacone è emblematico di un’epoca in cui il profumo non era solo un simbolo di bellezza, ma anche un rimedio ritenuto balsamico e protettivo contro le malattie. La storia del profumo si intreccia così con la storia della medicina e delle pratiche di benessere, illustrando come le fragranze siano sempre state una parte integrante della vita quotidiana.
Un altro pezzo di particolare rilevanza è un flacone in vetro verde, adornato con elementi in ottone, che è attaccato a una catena da orologio maschile. Questo esemplare racconta come il profumo fosse un accessorio di status e come i suoi contenitori riflettessero non solo le tendenze estetiche della propria epoca, ma anche le inclinazioni personali e sociali di chi lo indossava. Attraverso questi oggetti, il visitatore è portato a riflettere sulla complessità della relazione tra essenze, cura personale e identità culturale.
L’importanza del design nella cultura olfattiva
Il design dei flaconi di profumo rappresenta un’arte a sé stante, capace di influenzare il modo in cui percepiamo e apprezziamo le fragranze. Ogni contenitore, con la sua forma e i suoi materiali, comunica messaggi potenti e complessi. La mostra, attraverso il suo ampio assortimento di pezzi, offre uno spaccato della creatività umana, dimostrando come i flaconi di profumo non siano semplici contenitori, ma opere d’arte che riflettono il gusto estetico e le innovazioni tecniche del proprio tempo.
La rassegna sottolinea anche come il design dei flaconi possa influenzare il mercato e, di conseguenza, le abitudini di consumo. La scelta di un flacone particolare può trasformare una semplice fragranza in un prodotto di lusso, elevando il valore percepito dell’oggetto stesso. Attraverso i secoli, il profumo è diventato un simbolo di raffinatezza e status, e il design dei flaconi ne è stato sempre il fedele riflesso.
Le mostre collaterali di quest’anno rappresentano un’opportunità preziosa per esplorare questi temi e per apprezzare la ricchezza della cultura olfattiva. Con un approccio curato e dettagliato, la rassegna celebra la storia del profumo, facendo del padiglione 4 una tappa imperdibile per gli appassionati di arte, design e storia.
Ultimo aggiornamento il 9 Ottobre 2024 da Sofia Greco