Il processo per la morte di Daniele Papa: la famiglia contesta la versione dell’istruttore

Il caso di Daniele Papa, morto in un incidente aereo durante un corso di pilotaggio, solleva interrogativi legali e testimonianze contrastanti tra la famiglia e l’istruttore coinvolto.
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Il processo per la morte di Daniele Papa: la famiglia contesta la versione dell'istruttore - Gaeta.it

Il tragico incidente che ha portato alla morte di Daniele Papa, avvenuto il 25 maggio 2020 durante un corso di pilotaggio, continua a suscitare forti emotivi e legali. La famiglia del giovane, in particolare la madre Franca, ha espresso la sua frustrazione nei confronti della ricostruzione dei fatti fornita dall’istruttore coinvolto. Con il procedimento giudiziario in corso e prossimi dibattimenti fissati, le divergenze tra le testimonianze fornite e i risultati delle perizie tecniche emergono in modo chiaro, creando un’atmosfera di attesa e tensione.

L’incidente e le indagini iniziali

La giornata fatidica del 25 maggio 2020 si è rivelata fatale non solo per Daniele, un promettente allievo pilota, ma anche per le dinamiche di responsabilità che essa ha suscitato. L’intento di Daniele di apprendere le manovre aeree tipiche del volo, tra cui il “touch and go”, si è trasformato in un tragico evento quando l’aeroplano, mentre tentava di eseguire la manovra, è entrato in stallo aerodinamico, stando al capo d’imputazione ricostruito dagli inquirenti.

Nelle settimane e nei mesi successivi all’incidente, le indagini hanno visto coinvolti vari enti e specialisti. Sono state condotte tre perizie da esperti del settore aeronautico: la prima dal perito del tribunale, la seconda dall’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo e la terza richiesta dal giudice e realizzata da esperti dell’Aeronautica Militare Italiana. Tutti questi studi hanno concordato sulla natura dell’incidente, concludendo che si trattava di un errore umano, più precisamente una perdita di controllo da parte dell’istruttore, Giannandrea Cito.

Il lavoro degli esperti ha gettato ombre sulle dichiarazioni fornite in aula da parte di Cito, il quale sostiene di aver tentato di salvare Daniele ma che l’aereo, a quel punto, risultava completamente ingovernabile. Nonostante le sue affermazioni, la famiglia di Daniele solleva interrogativi sulla veridicità delle sue testimonianze rispetto ai risultati delle indagini.

La versione dell’istruttore e le ripercussioni legali

Giannandrea Cito, che era al comando dell’aeroplano al momento dell’incidente, si trova attualmente sotto indagine per omicidio. Durante l’udienza del 25 settembre, ha avvalorato la propria versione degli eventi, sostenendo di aver eseguito manovre standard ma riconoscendo che l’aereo entrò in una condizione di stallo. Cito ha raccontato di aver tentato un atterraggio di emergenza nel fiume Tevere per evitare un impatto più devastante.

Tuttavia, la sua posizione legale si complica in quanto la ricostruzione del suo racconto stride con le evidenze modalizzate dai periti. La mancanza di consenso tra quanto raccontato dall’istruttore e i risultati delle indagini ha generato un ambiente di tensione non solo tra le parti in causa ma anche all’interno dell’aula di tribunale.

Cito, infatti, ha affermato di essere riuscito a slacciarsi la cintura di sicurezza e di aver provato a soccorrere Daniele una volta che erano entrati in acqua. Nonostante i suoi sforzi, i risultati tragici si sono verificati, culminando con l’inabissamento del giovane. La sua testimonianza è ora oggetto di scrutiny e attesa per il prossimo udienza, fissato per il 12 dicembre.

La posizione della famiglia Papa

Franca Papa, madre di Daniele, ha deciso di parlare a seguito delle affermazioni di Cito, sottolineando che le dichiarazioni dell’istruttore non coincidono con i risultati delle indagini. In occasione dell’udienza del 27 settembre, ha esplicitamente richiesto chiarimenti e verità, affermando che l’analisi delle perizie evidenzia chiaramente un errore umano alla guida dell’aereo.

Franca ha ribadito che le pratiche di investigazione condotte dai periti mostrano inequivocabilmente che non tutti i fattori di rischio connessi alla manovra erano stati considerati, indicando un vulnus nella preparazione all’insegnamento da parte di Cito. La madre di Daniele, profondamente addolorata, ha chiarito che il tragico epilogo della vita di suo figlio non può essere ricondotto a mere circostanze sfortunate, ma deve essere analizzato con rigore scientifico e giudiziario.

Mentre il processo avanza e ci si prepara per la prossima fase legale, le parole di Franca Papa evidenziano la necessità di chiarezza e giustizia per il giovane pilota. La comunità attende ora con ansia ulteriori sviluppi mentre i fondamenti legali delle testimonianze e delle perizie continuano a essere sottoposti a esame.

Ultimo aggiornamento il 9 Ottobre 2024 da Marco Mintillo

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