Il racconto della guerra attraverso gli occhi dei bambini: il documentario di Alexandrina Turcan

Il corto documentario “We want to live here” di Alexandrina Turcan, prodotto da Sean Penn, esplora le vite di bambini ucraini segnati dalla guerra, rivelando resilienza e speranza in mezzo alla devastazione.
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Il racconto della guerra attraverso gli occhi dei bambini: il documentario di Alexandrina Turcan - (Credit: www.ansa.it)

La guerra in Ucraina continua a far sentire le sue terribili conseguenze, in particolare tra i più giovani. Alexandrina Turcan, modella e attrice moldava conosciuta per la sua partecipazione a “Emily in Paris” e “Haute Couture”, esordisce alla regia con il corto documentario “We want to live here“, un’opera che esplora le vite di bambini ucraini costretti a crescere troppo in fretta a causa del conflitto. Prodotto da Sean Penn e presentato alla Festa del Cinema di Roma, il film offre uno sguardo intimo e toccante sulla guerra dal punto di vista dei bambini, rivelando un mondo di speranza e resilienza in mezzo alla devastazione.

La missione di Alexandrina Turcan in Ucraina

Decisa a esplorare la guerra con i propri occhi, Alexandrina Turcan ha intrapreso un viaggio in solitaria verso l’Ucraina, un paese che considera un vicino fraterno. L’attrice ha spiegato, in un’intervista con l’ANSA, il motivo di questa scelta: “Volevo vedere la guerra con i miei occhi in un Paese che considero fratello.” Questa missione si è trasformata in un progetto documentaristico in cui ha potuto testimoniare la realtà di una nazione martoriata dal conflitto.

Una volta arrivata in Ucraina, Turcan è stata accolta da persone locali che l’hanno accompagnata a Borodyanka, una città gravemente colpita dai bombardamenti. Qui ha avuto l’opportunità di parlare con bambini tra i 12 e 14 anni, una fascia d’età cruciale per lo sviluppo personale. Tra i protagonisti del corto ci sono Volodymir, Vitalyi e Matviy, che hanno condiviso le loro esperienze, il loro dolore e i loro sogni. Turcan ha riconosciuto che guadagnare la loro fiducia richiedeva tempo, delicatezza e un approccio rispettoso anche nei confronti delle loro famiglie.

Il film ritrae il quotidiano dei bambini, evidenziando come la guerra influisca sulle loro vite. Le attività scolastiche vengono interrotte dagli allarmi, mentre i momenti di gioco e di vita familiare diventano rari. I bambini raccontano non solo del dolore e delle paure legate alla guerra, ma anche delle loro ambizioni e desideri, offrendo una visione complessiva della loro realtà.

La crescita anticipata e la mascolinità infantile

Uno degli aspetti più significativi emersi dal documentario è il modo in cui i giovani protagonisti sono costretti a saltare le normali tappe della loro crescita. Alexandrina Turcan osserva come molti di loro abbiano sviluppato una forma di mascolinità inusualmente precoce per la loro età. A differenza di quanto ci si aspetterebbe da ragazzi della loro fascia d’età, alcuni di loro sarebbero pronti a combattere per il loro paese, mostrando una determinazione e una resilienza che sorprendono. “Non mostrano debolezza, cercano di nascondere il più possibile quella sfera,” spiega Turcan in merito alla loro percezione di forza e vulnerabilità.

Naturalmente, la maturità non è omogenea tra i bambini: alcuni dimostrano un comportamento più adulto, mentre altri mantengono l’innocenza tipica della loro giovinezza. Tuttavia, c’è un tema comune di dolore e perdita che attraversa le loro storie. “Senti il dolore in tutti, anche in quelli che mostrano un atteggiamento più infantile,” sottolinea la regista. Nonostante ciò, Turcan avverte che, nonostante le cicatrici emotive, non tutti i bambini sono stati spezzati dalla guerra. Alcuni continuano a mantenere viva la loro infanzia, mostrando una resilienza che è fonte di speranza.

Il coinvolgimento di Sean Penn e la speranza per l’Ucraina

Il documentario “We want to live here” non solo beneficia della visione unica di Alexandrina Turcan, ma è anche sostenuto dalla produzione di Sean Penn, un attore e cineasta noto per il suo impegno in cause umanitarie, in particolare a sostegno dell’Ucraina. I due hanno una relazione di amicizia che risale a un periodo prima del progetto. Turcan ha raccontato che dopo aver completato un primo montaggio del film, Penn ha chiesto di vederlo e, colpito dall’opera, ha deciso di produrlo.

La presenza di Penn rende evidente come il cinema possa diventare un veicolo potente per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle crisi umanitarie. Turcan, dopo aver collaborato con il noto attore, si rammarica di quanto accaduto in Ucraina e spera che il conflitto possa volgere al termine quanto prima. Tuttavia, riconosce anche la complessità della situazione, affermando che, a causa delle ferite profonde inflitte dalla guerra, sarà difficile ricostruire un clima di pace e riconciliazione tra le parti coinvolte.

Il documentario di Alexandrina Turcan rappresenta un importante tassello nella narrazione contemporanea della guerra in Ucraina, fornendo un’importante voce a coloro che, nonostante la loro giovane età, si trovano a fronteggiare situazioni estremamente dolorose e complesse.

Ultimo aggiornamento il 17 Ottobre 2024 da Armando Proietti

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