Oggi, il patriarca Francesco Moraglia ha inaugurato la “Casa San Giuseppe” presso l’ex ospizio delle Muneghette, nel cuore di Venezia. Questa nuova struttura rappresenta un passo significativo per rispondere alle sempre crescenti esigenze di assistenza sociale nella città lagunare, fornendo un rifugio e diverse forme di supporto a donne che si trovano in situazioni di vulnerabilità, come quelle provenienti da esperienze carcerarie. La realizzazione della Casa San Giuseppe si lega a una promessa fatta durante la visita del Papa a Venezia il 28 aprile, segnalando un impegno concreto della Chiesa locale nei confronti della comunità.
Una risposta concreta all’emergenza abitativa
Nella Casa San Giuseppe, il focus è sulle donne che necessitano di un aiuto immediato dopo aver vissuto situazioni difficili, specialmente quelle che escono dal carcere. Strutture come il dormitorio femminile e otto mini appartamenti offrono un’accoglienza temporanea e prolungata, nel tentativo di facilitarne il reinserimento sociale. Gli appartamenti permetteranno a queste donne di ricostruire un percorso di vita, con un supporto pratico e psicologico, promuovendo l’indipendenza e la stabilità.
In aggiunta ai servizi di emergenza, la Casa San Giuseppe include anche una mensa per i poveri e gli uffici della Caritas, che offriranno ascolto e consulenza. Il locale è anche un punto di riferimento per giovani che desiderano un’esperienza formativa, con la possibilità di collaborare con i volontari locali e anche nelle carceri, amplificando così il raggio d’azione della struttura.
Un’innovazione rilevante sarà il laboratorio di produzione delle particole, che coinvolgerà persone fragili e svantaggiate, permettendo loro di partecipare attivamente alla comunità attraverso il lavoro, un’ottima opportunità per acquisire competenze utili.
Servizi progressivamente ampliati e strutturati
La nuova Casa non rappresenta solo un luogo di accoglienza straordinario, ma si integra in un contesto più ampio di risposta ai bisogni sociali della comunità. Grazie a un comodato d’uso decennale dell’edificio, il Patriarcato ha potuto ristrutturare e riorganizzare gli spazi, permettendo così l’immediata attivazione di diversi servizi. Tra questi, Casa Santa Bakhita, già operativa, offre protezione a donne senza una residenza fissa, mentre la mensa Betania ha visto un incremento significativo nel numero di pasti distribuiti, dimostrando l’urgenza di tali servizi in un contesto urbano unico come quello di Venezia.
Il progetto di ampliamento inaugurato oggi introduce ulteriori risorse per le ex detenute, come i mini appartamenti di Casa Betlemme, dove ci si può fermare fino a due anni, e l’assistenza specifica per i giovani nella Casa San Giovanni Paolo II. Il laboratorio di distribuzione delle ostie, infine, non solo connette spiritualità e lavoro, ma contribuisce anche a dare un senso di dignità ai partecipanti, completando un’offerta di servizi per tutte le fasce di vulnerabilità.
Un messaggio di speranza e attivismo sociale
Durante la cerimonia di inaugurazione, il patriarca Moraglia ha sottolineato come la Casa San Giuseppe rappresenti un esempio di come la Chiesa di Venezia intenda affrontare le problematiche sociali odierne. L’idea è di trasformare questo spazio in un “grembo generativo” della carità, dove ci si possa occupare non solo dei bisogni materiali, ma anche delle esigenze spirituali delle persone. L’importanza di questa iniziativa risiede nella sua capacità di promuovere una visione di inclusione e solidarietà, indispensabili nella società contemporanea.
“Questa struttura è un segnale tangibile che la nostra comunità non dimentica chi si trova in situazioni di difficoltà,” ha affermato il patriarca. Con il suo rilascio, non solo si respira un’aria di speranza, ma si crea anche un luogo privilegiato di formazione e apprendimento per i più giovani, un passo essenziale verso una società più equilibrata e giusta. L’auspicio è che questo nuovo centro diventi un faro di sostegno e accoglienza, in grado di affrontare le sfide sociali con empatia e concretezza, ricordando il messaggio di inclusione e solidarietà che caratterizza l’insegnamento del Santo Padre.
Ultimo aggiornamento il 13 Novembre 2024 da Donatella Ercolano