La situazione nel carcere di Regina Coeli a Roma continua a destare preoccupazioni, portando alla luce l’instabilità e il sovraffollamento che caratterizzano le strutture penitenziarie italiane. Dopo i disordini e l’incendio che hanno segnato la fine di settembre, stamattina si è verificata una violenta rissa tra gruppi di detenuti, complicando ulteriormente la già tesa situazione nel penitenziario.
La violenza tra detenuti: da una rissa a un conflitto aperto
La mattina di oggi, i detenuti hanno dato vita a un acceso scontro che ha coinvolto diversi individui armati di oggetti contundenti come piedi di tavolo e sbarre di ferro. La rissa, che è iniziata per motivi ancora da chiarire, ha rapidamente preso una piega violenta, portando i detenuti a opporsi anche agli agenti di custodia intervenuti per fermare il caos. Durante l’intervento, i turni di polizia sono stati presi di mira dai detenuti, che hanno lanciato oggetti e liquidi verso di loro. Questo scontro ha causato ferite a sette persone, compresi il comandante e il vice comandante del reparto.
La reazione delle forze dell’ordine è stata rapida: l’intervento di rinforzi da altri istituti della regione ha contribuito a riportare la calma, ma il clima di tensione rimane palpabile. Secondo le affermazioni di Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, le risse hanno coinvolto le prime tre sezioni del carcere e hanno avuto un impatto su circa 500 dei 1.120 detenuti presenti nella struttura.
L’appello per una soluzione al sovraffollamento carcerario
Davanti a questa escalation di violenza, le autorità penitenziarie stanno lanciando un appello per affrontare la questione del sovraffollamento. Giuseppe Moretti, presidente dell’Uspp, e Marco Grassia, vice segretario Uspp della Regione Lazio, hanno enfatizzato come l’intervento tempestivo del personale abbia impedito che la situazione degenerasse ulteriormente.
La questione del sovraffollamento è diventata centrale. Attualmente, il carcere di Regina Coeli ospita il doppio della sua capacità, con 1.120 detenuti rispetto a un numero massimo previsto. Questa condizione problematica è aggravata dalla carenza di personale di polizia, che opera a metà delle forze disponibili. Stefano Anastasìa, Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, ha sottolineato l’urgenza di un intervento governativo volto a ridurre il numero di detenuti, suggerendo di rivedere i criteri di accesso nei penitenziari più affollati.
La percezione della crisi nel sistema penitenziario
Valentina Calderone, Garante per i diritti delle persone private della libertà personale di Roma Capitale, ha visitato il carcere di Regina Coeli per valutare personalmente la situazione. Secondo il suo resoconto, il clima all’interno della struttura è teso. Calderone ha denunciato come la violenza dei detenuti sia solo un aspetto di un problema più ampio, legato alle condizioni drammatiche delle carceri italiane.
La sua dichiarazione suggerisce che le autorità non possono ignorare la realtà del sovraffollamento, e l’attesa per un cambiamento potrebbe condurre a conseguenze ancora più gravi. Nonostante i vari appelli e le denunce, il sistema carcerario appare al collasso e le tensioni tra detenuti e personale di custodia possono degenerare in qualsiasi momento, instillando un senso di emergenza che necessita di risposte concrete e immediate da parte delle istituzioni competenti.
Ultimo aggiornamento il 14 Novembre 2024 da Marco Mintillo