Indagine su presunta tangente ad Anas: coinvolti dirigenti e imprenditori del settore

Inchiesta della procura di Milano su presunta corruzione legata a un appalto da 846mila euro per lavori sulla SS 340, coinvolgendo dirigenti Anas e il Consorzio Stabile Sis.
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Indagine su presunta tangente ad Anas: coinvolti dirigenti e imprenditori del settore - Gaeta.it

La presunta corruzione legata a un appalto pubblico di rilevante valore ha attirato l’attenzione della procura di Milano, che ha avviato un’inchiesta su due dirigenti di Anas coinvolti in una situazione che risale a un periodo compreso tra il 2018 e il 2021. Gli inquirenti stanno esaminando un’importante somma di circa 846mila euro, che si presume sia stata versata da un consorzio imprenditoriale per garantire l’aggiudicazione di lavori sulla Strada Statale 340 “Regina”, nella zona del lago di Como. Questa indagine è emersa in seguito all’acquisizione di documenti ufficiali, che hanno portato alla luce reati di corruzione e turbativa d’asta.

La tangente e l’appalto per i lavori sulla SS 340

La somma contestata di 846mila euro è emersa nel corso delle indagini riguardanti un importante appalto pubblico, relativo ai lavori di ammodernamento e manutenzione della SS 340 “Regina”, in particolare nella Variante Tremezzina. Questa arteria stradale è cruciale per il collegamento delle località affacciate sul lago di Como e rappresenta un’arteria strategica sia per il traffico locale sia per il turismo. Il Consorzio Stabile Sis è al centro dell’attenzione quale soggetto che avrebbe versato questa tangente ai dirigenti di Anas per assicurarsi un vantaggio sull’aggiudicazione dell’appalto.

Le pratiche del consorzio sembrano suggerire un sistema di illeciti ben strutturato, in cui i funzionari di Anas, approfittando della loro posizione, avrebbero facilitato l’assegnazione dell’appalto. La procura sta ricostruendo i dettagli della transazione e le modalità con cui il denaro sarebbe stato trasferito, analizzando documenti e testimonianze.

Fratelli Liani: figure chiave nell’inchiesta

Al centro dell’inchiesta ci sono le figure dei fratelli Liani: Stefano, Luigi e Marco, tutti e tre attualmente indagati. L’analisi delle loro posizioni rivela una rete di relazioni tra ex funzionari pubblici di Anas e il mondo imprenditoriale. Luigi e Marco, infatti, dopo aver lasciato l’ente pubblico, hanno iniziato a operare nel settore dell’edilizia pubblica tramite società di loro proprietà, continuando così a beneficiare delle competenze acquisite durante la loro carriera in Anas.

Le perquisizioni, condotte dalla Guardia di Finanza, hanno cercato di fare luce sui legami fra i due ex funzionari e le aziende del consorzio. L’operato dei fratelli Liani ha suscitato preoccupazioni riguardo alla gestione degli appalti pubblici e alla trasparenza delle procedure di gara, creando interrogativi su come siano stati gestiti i fondi e le assegnazioni negli ultimi anni.

La risposta di Anas e gli sviluppi futuri

In un contesto di crescente attenzione pubblica e istituzionale, Anas è chiamata a rispondere di questa situazione. L’ente ha avviato un’indagine interna per accertare eventuali responsabilità e garantire che i processi di aggiudicazione degli appalti siano condotti in modo trasparente e conforme alla legge.

La trasparenza è di fondamentale importanza, soprattutto considerando il valore e l’impatto dei lavori pubblici, cruciali per lo sviluppo infrastrutturale del paese. Gli sviluppi dell’inchiesta potrebbero avere conseguenze significative sia per i soggetti direttamente coinvolti che per la reputazione dell’ente. Gli occhi dell’opinione pubblica rimangono puntati sulla procura di Milano e sui procedimenti che seguiranno in merito a questo allarmante episodio di corruzione nel settore delle infrastrutture.

Ultimo aggiornamento il 3 Ottobre 2024 da Sara Gatti

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