Interrogatori per l’omicidio del sindaco pescatore: coinvolto un colonnello dei Carabinieri

Il colonnello Fabio Cagnazzo, accusato di aver orchestrato l’omicidio del sindaco Angelo Vassallo e di aver depistato le indagini, sarà interrogato oggi presso il tribunale di Salerno.
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Interrogatori per l'omicidio del sindaco pescatore: coinvolto un colonnello dei Carabinieri - Gaeta.it

Le vicende legate all’omicidio del sindaco pescatore Angelo Vassallo continuano a suscitare forte attenzione mediatica e giudiziaria. Oggi, 9 novembre, si svolgerà il primo giro di interrogatori presso il tribunale di Salerno, e al centro dell’attenzione c’è il colonnello Fabio Cagnazzo, accusato di essere coinvolto nella pianificazione dell’omicidio avvenuto il 5 settembre 2010. Vassallo fu ucciso con nove colpi di pistola calibro 9, e le successive indagini sono state gravemente compromesse da presunti depistaggi. Attualmente, Cagnazzo è detenuto in un ospedale militare a causa di problemi di salute piuttosto seri.

Dettagli sull’omicidio e l’arresto del colonnello

L’omicidio di Angelo Vassallo ha scosso l’opinione pubblica, non solo per la brutalità dell’atto, ma anche per l’idea che un rappresentante delle forze dell’ordine possa essere coinvolto. Fabio Cagnazzo, colonnello dell’Arma dei Carabinieri, è stato arrestato giovedì con un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Insieme a lui, sono stati arrestati il carabiniere Lazzaro Cioffi, l’imprenditore Giuseppe Cipriano e Romolo Ridosso, ex boss con un passato da collaboratore di giustizia. Queste operazioni sono scaturite da un’indagine condotta dal ROS di Roma, sotto la supervisione della Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno. Nonostante la gravità delle accuse, Cagnazzo non si trova in carcere tradizionale, ma è ricoverato all’ospedale militare del Celio di Roma per motivi di salute.

La difesa, rappresentata dall’avvocato Ilaria Criscuolo, ha comunicato l’intenzione di avvalersi della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia di oggi. Gli avvocati giustificano questa scelta con l’elevato numero di documenti nel fascicolo, composto da oltre 78mila pagine, e precise indicazioni rispetto alla complessità dell’indagine. Già in luglio 2022, Cagnazzo aveva risposto per un lungo periodo di oltre dieci ore alle domande dei pubblici ministeri.

Le accuse e i depistaggi identificati

La Procura di Salerno ha mosso accuse gravi nei confronti del colonnello Cagnazzo, segnalando due specifici depistaggi legati all’inchiesta. Primo, l’imputazione riguarda la falsa pista di un brasiliano, Bruno Humberto Damiani, accusato senza fondamento, e secondo, una presunta lite con Roberto Vassallo, omonimo del sindaco. La strategia di depistaggio sembra essere stata utilizzata per orientare le indagini su binari lontani dalla reale pista dell’omicidio.

I carabinieri del ROS, sotto la direzione del procuratore Giuseppe Borrelli, hanno rintracciato tutte le fasi che hanno seguito l’assassinio. Cagnazzo, secondo l’accusa, sarebbe stato colui che ha orchestrato i depistaggi, per deviare le indagini lontano da attori chiave e per nascondere attività illecite collegate al traffico di droga gestito dal clan Cesarano, attivo nei territori di Acciaroli, Castellammare di Stabia, Pompei e Scafati. La possibilità di un coinvolgimento di un ufficiale dei carabinieri in un caso così delicato solleva interrogativi su possibili collusioni tra le forze dell’ordine e la criminalità organizzata. La situazione rimane in evoluzione e il prossimo interrogatorio potrebbe portare nuove informazioni su un caso lungo e complesso.

Ultimo aggiornamento il 9 Novembre 2024 da Marco Mintillo

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