Un affollato evento alla libreria Feltrinelli di Roma ha accolto Jonathan Coe, autore britannico ben conosciuto nel panorama letterario italiano. Con la sua camicia blu notte e un sorriso disarmante, lo scrittore ha intrattenuto il pubblico parlando del suo ultimo lavoro, ‘La prova della mia innocenza‘, pubblicato da Feltrinelli. La serata è stata guidata dall’editor Luca Briasco, che ha stimolato la conversazione con domande e interazioni con i lettori presenti, ma Coe ha dedicato anche alcuni minuti all’agenzia ANSA, condividendo le sue riflessioni sul libro e sul contesto politico che lo ha ispirato.
Un viaggio fra generi e stili
‘La prova della mia innocenza‘ si delinea come un’opera poliedrica, in grado di mescolare elementi di cosy crime, dark academia e autofiction. Questo esercizio di stile permette a Coe di esplorare non solo la narrativa tradizionale ma anche il contesto socio-politico britannico attuale. Infatti, il romanzo racconta un intrigante mistero di omicidio, intrecciato con la storia politica del Regno Unito, in particolare le turbolente sette settimane in cui Liz Truss ha ricoperto la carica di Primo Ministro. Coe ha sottolineato che l’originalità di quest’opera deriva dal modo in cui riesce a fotografare la trasformazione dell’ala conservatrice del paese dagli anni ’80 fino ad oggi.
Coe, parlando del processo creativo, ha rivelato come il lavoro sul libro sia stato avvincente: “Scrivere questo libro è stato molto divertente, ma non perché si tratti di politica, quanto per il mix di stili diversi.” L’autore ha descritto l’una delle sfide maggiori: la rappresentazione della politica britannica attraverso una narrazione che sfida le convenzioni del genere. Un processo che, come ha ammesso, si è rivelato sia stimolante che gratificante.
La politica e il suo impatto sulla narrativa
Vivere un momento storico così significativo come quello della brevissima premiership di Liz Truss ha fornito a Coe una ricca materia di riflessione. “Nessun nostro primo ministro è mai durato meno di due mesi,” ha dichiarato, mettendo in evidenza l’assurdità della situazione politica. Per Coe, l’elezione di Truss ha segnato uno spartiacque nel conservatorismo britannico, poiché rappresentava una visione politica particolarmente estrema. Allo stesso tempo, la coincidenza temporale con la morte della regina ha accentuato un sentimento di discontinuità con la realtà che ha colpito il paese.
Questa dicotomia tra verità e finzione, un tema costante nelle opere di Coe, si riflette nel suo libro. Attraverso le vicende della protagonista, la narrazione esplora come eventi politici reali possano influenzarne le esperienze personali.
Nostalgia pop e riferimenti culturali
Un’aggiunta intrigante a ‘La prova della mia innocenza‘ è l’inserimento di riferimenti alla cultura pop, come la storica sitcom ‘Friends‘, che ha riacquistato popolarità tra i giovani. Coe ha notato che questa tendenza sembra indicare una nostalgia per un’era mai vissuta, definita con il termine ‘anemoia‘. “L’ho notato nelle mie figlie,” ha raccontato, evidenziando l’influenza dei media sulla percezione temporale delle nuove generazioni.
La nostalgia, a suo avviso, può assumere una dimensione complessa: “La nostalgia, come l’alcol, crea dipendenza, e dovremmo assumerne con moderazione.” Coe invita a riflettere su come questi elementi pop, piuttosto che sminuire la profondità del suo romanzo, possano arricchirne il messaggio, offrendo spunti di riflessione sulla società contemporanea.
L’evento a Roma ha dimostrato l’abilità di Coe di connettere il suo lavoro alla cultura attuale, creando un legame unico tra la letteratura, la politica e l’immaginario collettivo. La chiacchierata e la presentazione del suo libro hanno catturato l’attenzione del pubblico, rivelando sfumature che non riguardano solo la narrativa, ma anche l’esperienza vissuta da una generazione in cerca di identità nel mondo frenetico di oggi.
Ultimo aggiornamento il 15 Novembre 2024 da Sara Gatti