Jonella Ligresti ottiene oltre 48 mila euro per ingiusta detenzione: la decisione della Corte d’Appello di Milano

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Jonella Ligresti ottiene oltre 48 mila euro per ingiusta detenzione: la decisione della Corte d'Appello di Milano - Fonte: Ansa | Gaeta.it

Jonella Ligresti, dopo aver vissuto un periodo traumatico di detenzione ingiusta, ha ottenuto un risarcimento di oltre 48 mila euro dalla Corte d'Appello di Milano. Questo ammontare rappresenta una forma di indennizzo per i danni subiti a causa della privazione della libertà e del clamore mediatico che ha circondato la sua vicenda, risalente al 2013. La sua storia evidenzia le conseguenze devastanti della detenzione ingiusta e l'impatto significativo sulla vita personale e professionale di una persona.

La vicenda di Jonella Ligresti

Detenzione e archiviazione

Jonella Ligresti, figlia del noto costruttore Salvatore Ligresti, si è trovata coinvolta in una complessa inchiesta legata a Fondiaria-Sai. Tra luglio 2013 e luglio 2014, ha trascorso oltre quattro mesi in carcere e otto ai domiciliari. La sua condanna di primo grado, però, è stata annullata nel maggio 2021 tramite decreto di archiviazione da parte della Procura di Torino. Questa situazione ha portato Ligresti a chiedere un indennizzo significativo per le sofferenze e le difficoltà che ha vissuto.

La richiesta di indennizzo

Nel suo ricorso alla quinta Corte d'Appello di Milano, Jonella Ligresti ha richiesto una somma massima di oltre 516 mila euro. La ragione di questa richiesta si fondava sulle "gravissime conseguenze personali, familiari e professionali" subite a causa della detenzione e dell'attenzione mediatica che aveva attirato la sua vicenda. In subordine, la richiesta era fissata a 246 mila euro, ma il Tribunale ha ritenuto che l'indennizzo dovesse essere adeguato in base agli effetti duraturi della privazione della libertà.

Le conseguenze della detenzione

Impatto sulla vita familiare

La Corte d'Appello ha evidenziato, nel suo provvedimento, che Jonella Ligresti ha subito “numerose” conseguenze personali e familiari. La detenzione l'ha costretta a separarsi dai suoi figli, privandola della possibilità di svolgere il suo ruolo di madre. Per 126 giorni, Jonella è stata lontana dal suo domicilio, prima a Cagliari e poi a Torino, impattando notevolmente sulla vita familiare e sull'equilibrio emotivo dei suoi figli, in particolare del secondogenito che ha manifestato chiari segni di sofferenza.

Problemi psicologici e professionali

Oltre a ciò, la Corte ha rilevato come la prolungata restrizione della libertà abbia generato problemi psicologici e ansia. La fragilità della salute mentale di Ligresti sotto l’effetto di questa pressione ambientale ha reso la sua situazione ancor più difficile. Il clamore mediatico che ha ruotato attorno alla sua vicenda ha avuto un'influenza diretta su carriera e vita professionale. La donna ha dovuto rassegnare le dimissioni da cariche societarie e ha riscontrato notevoli difficoltà nel reinserirsi nella sua carriera lavorativa, compromessa per otto lunghi anni.

Il decreto della Corte d’Appello

Decisione finale

Malgrado la richiesta iniziale di 516 mila euro, la Corte ha stabilito un risarcimento di 48.539,62 euro, considerando che esistesse una “colpa lieve” da parte di Jonella Ligresti. Questo riconoscimento, seppur integralmente presente, non ha soddisfatto i legali di Ligresti, i quali sostengono che non si possano attribuire responsabilità all'imputata, dato il contesto della vicenda.

Riflessioni sulle decisioni giuridiche

La sentenza ha messo in evidenza la necessità di una valutazione accurata delle sofferenze inflitte durante periodi di ingiusta detenzione. Gli effetti a lungo termine, sia a livello psicologico che sociale, devono essere considerati con serietà, affinché il risarcimento non sia solo un numero, ma una forma di riconoscimento concreto del dolore e della perdita subiti. L’attenzione verso il personale coinvolto in incidenti simili risalta l’importanza della giustizia non solo da un punto di vista legale, ma anche umano.

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