La corruzione nel settore edile a Roma: un imprenditore svela la verità sul sistema tangente

Un imprenditore romano racconta la sua esperienza con la corruzione nel settore edile di Roma, evidenziando come tangenti e malaffare siano diventati una prassi consolidata per sopravvivere.
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La corruzione nel settore edile a Roma: un imprenditore svela la verità sul sistema tangente - (Credit: www.adnkronos.com)

La recente inchiesta che ha portato all’arresto del direttore generale di Sogei, Paolino Iorio, mette in evidenza la commistione tra affari e politica che da anni caratterizza il settore edile a Roma. Un imprenditore romano, che ha chiesto di rimanere anonimo, ha accettato di raccontare la sua esperienza diretta con la corruzione e l’uso delle tangenti nella sua attività. Le sue parole offrono uno spaccato inquietante di un sistema in cui la corruzione è diventata una prassi consolidata, desiderosa di far luce su una realtà complessa e sfumata.

La confessione di un imprenditore

L’imprenditore ha scelto di incontrare il giornalista in un bar di Trastevere, dove ha insistito nel lasciare i telefoni in macchina per mantenere l’anonimato. “Ho pagato tangenti fino a qualche anno fa. Ho provato a uscirne e ho denunciato ma ho visto il mio lavoro ridursi drasticamente,” è stata la sua prima affermazione. Questo imprenditore ha deciso di non affidarsi più a commesse pubbliche, sperando di evitare il sistema corruttivo, ma ha dovuto affrontare la dura realtà di un mercato che non perdona.

L’alternativa che ha tentato di percorrere si è rivelata impraticabile: “Alla fine ho dovuto tornare a fare ciò che sapevo, fino a quando non sono arrivati i consueti richiami per sistemare questo o quel passaggio.” In un contesto simile, le mazzette sono divenute un “costo fisso” per tanti imprenditori, con contabilità dedicate per gestire un aspetto che si è trasformato in un “effetto collaterale” della propria attività.

L’imprenditore ha sottolineato che spesso tanti sono costretti a pagare pur non avendo l’intenzione di arricchirsi, ma solo per riuscire a ottenere gli appalti necessari a mantenere la propria azienda in attività.

Rischio calcolato e effetto collaterale

Il termine “rischio calcolato” è emerso frequentemente nel discorso dell’imprenditore, il quale lo ha utilizzato per descrivere la mentalità diffusa tra chi si ritrova a dover affrontare i dilemmi della corruzione. “Si tratta di un calcolo che si fa quando il rischio di essere scoperti è considerato minore rispetto ai benefici ottenuti dall’accettare di pagare una tangente,” chiarisce. Questo approccio pragmatico evidenzia come le scelte degli imprenditori siano influenzate dalla necessità di restare competitivi e di partecipare a un sistema che non sembra offrire alternative legali e pulite.

Allo stesso modo, ha spiegato l’idea di “effetto collaterale,” facendo riferimento a come la corruzione diventi una consuetudine percepita come necessaria per il buon funzionamento del business. “Chi chiede le tangenti considera questo fenomeno come un atto dovuto; è parte dell’essenza delle trattative per ottenere appalti,” ha affermato, evidenziando una normalizzazione di comportamenti illeciti.

Un sistema che premia l’adattamento

La parte più inquietante del racconto del nostro imprenditore riguarda la costante presenza degli stessi attori nel panorama corrotto. “Nonostante la mia denuncia, continuo a incrociare le stesse imprese e le stesse persone,” ha commentato. Questo riflette una realtà in cui la corruzione sembra non soltanto prosperare, ma anche premiare chi si adatta a essa.

Quando gli è stato chiesto di fornire nomi o casi specifici, l’imprenditore si è categoricamente rifiutato, sottolineando l’inutilità di tali informazioni. “Non serve a niente,” ha detto. Questo lascia intravedere la paura e il senso di impotenza di chi ha provato a fare la cosa giusta in un contesto dove il malaffare sembra essere l’unica via per la sopravvivenza economica.

In sintesi, il messaggio che traspare dal racconto di questo imprenditore non è solamente una denuncia del sistema di corruzione, ma anche un grido d’allerta di chi ha vissuto in prima persona la difficoltà di districarsi in un mondo dove l’etica appare spesso calpestata dalle necessità pratiche. Le storie di chi vive la corruzione dall’interno rimangono un punto cruciale per capire la complessità di un fenomeno che richiede interventi e riforme sistemiche.

Ultimo aggiornamento il 15 Ottobre 2024 da Sara Gatti

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