La pontificia accademia di teologia si rinnova: un dialogo aperto verso nuove prospettive

Inaugurata la nuova sede della Pontificia Accademia di Teologia, mons. Peña Parra sottolinea l’importanza del dialogo interreligioso e di una teologia aperta alle sfide contemporanee e alla carità.
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La recente inaugurazione della nuova sede della Pontificia Accademia di Teologia ha segnato un passaggio significativo per l’ente, con un forte richiamo alla necessità di un dialogo cruciale tra diverse fedi e prospettive religiose. L’intervento di monsignor Edgar Peña Parra, sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, ha sottolineato l’importanza di una teologia che non solo si nutre della propria tradizione, ma si apre anche ad un confronto fecondo con altre confessioni e culture.

L’importanza del buon samaritano come simbolo della fede

Durante il suo discorso inaugurale, monsignor Peña Parra ha richiamato la figura del “buon samaritano”, descrivendo questo simbolo come l’essenza stessa della fede che si traduce in carità. La scelta di questa parabola non è casuale: serve a illustrare come la Chiesa fondi il proprio operato sull’amore e sulla cura dell’altro. La teologia, come ha evidenziato Peña Parra, deve svilupparsi non solo all’interno delle facoltà teologiche, ma anche come “scienza della fede” che si alimenta della Rivelazione divina in Cristo.

Questa definizione esplicitata da San Tommaso posiziona la teologia in un contesto dove risulti fondamentale dialogare con le sfide contemporanee. Tuttavia, il sostituto della Segreteria ha messo in evidenza che, negli ultimi tre secoli, un’errata interpretazione della fede ha allontanato il pensiero teologico da alcune sue essenze. Da qui si evince la necessità di un ripensamento critico e profondo, che riporta la fede al centro di quello che significa essere umano. Una riflessione che deve non solo approfondire il sapere, ma che giunga a donare all’esistenza umana il “sapore dell’amore”, promuovendo un incontro autentico con la verità.

Un nuovo impulso da Papa Francesco: la missione della Path

Monsignor Peña Parra ha evidenziato il rinnovato impulso conferito alla Path da Papa Francesco, attraverso gli Statuti promossi con la Lettera apostolica Ad theologiam promovendam datata 1° novembre 2023. Questi cambiamenti non mirano solo a riordinarne il funzionamento, ma si inseriscono in un contesto più ampio di riforma dell’intera Chiesa, come richiesto dal magistero pontificio. La Path deve ora riformulare il proprio approccio alla teologia, non più considerata come un attività esclusivamente accademica, ma come un sapere sapienziale capace di illuminare le vite delle persone.

La nuova visione proposta da Peña Parra richiede una teologia “in uscita”, non confinata tra le aule universitarie, ma aperta a un mondo che attende risposte e conforto. Il richiamo alla “conversione missionaria” rappresentato in Praedicate Evangelium appare centrale; la Path deve farsi portavoce di un’accoglienza che superi confini, cercando di rispondere alle necessità di un’umanità sofferente, in cerca di giustizia e pace. Peña Parra ha descritto chiaramente come la Pontificia Accademia possa essere un fulcro di collegialità e fraternità, dove il rigore scientifico risponde alle esigenze dell’umanità contemporanea.

Dialogo e collegialità: un nuovo modello per la Path

Il concetto di missione, centrale nel discorso di Peña Parra, implica che la Path diventi un fertile terreno di incontro tra credenti di diverse confessioni cristiane e rappresentanti di altre religioni. Aprirsi all’esterno per costruire ponti di dialogo è una delle sfide più rilevanti nelle direttive attuali della Chiesa. In un clima di crescente polarizzazione nelle società moderne, la Path deve attestarsi come un punto di riferimento per la collaborazione interreligiosa e l’incontro teologico.

Monsignor Peña Parra ha messo in luce la necessità di ampliare i confini di quest’incontro, coinvolgendo anche i laici e le laiche nelle sue dinamiche operative. La verità, ha spiegato, non deve essere proprietà di pochi, ma piuttosto un affare comune. L’internazionalizzazione dei membri dell’accademia rappresenta un passaggio chiave per favorire una riflessione diversificata e inclusiva, fondamentale in un’epoca dove il dialogo tra le fedi è più che mai necessario.

Riforme e futuro della teologia

Nell’ottica di una riforma autentica, Peña Parra ha ribadito che non vi può essere una vera riforma della Chiesa senza un cambiamento interno profondo, ispirato dal paradigma del buon samaritano. Le istituzioni di curia, come le Accademie, devono essere attori dinamici di questa trasformazione. Con la rifondazione della Path attraverso nuove strutture e figure, come gli Interlocutori referenti e i Cenacoli teologici, si intende già avviare un processo di rinnovamento concreto.

La creazione di cenacoli che mirano a riflessioni accessibili sulla fede rappresenta un passo importante affinché la teologia diventi sempre più “popolare”. Questo approccio, aperto alle periferie e alle voci spesso silenziose, mira a rendere la fede un modo di vivere che supera ideologie rigide e si traduce in azioni di carità. L’auspicio è che la Path possa affrontare questa sfida, portando avanti il suo mandato con determinazione e passione, rispondendo così alle necessità di una società in cerca di senso e accompagnamento.

Ultimo aggiornamento il 7 Novembre 2024 da Laura Rossi

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