La prima giornata di StatisticAll a Treviso: politiche di coesione e sfide per l’Europa

Il festival StatisticAll a Treviso esplora le politiche di coesione europee, evidenziando sfide e opportunità per le regioni italiane, con focus su giustizia sociale, autonomia differenziata e istruzione.
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La prima giornata di StatisticAll a Treviso: politiche di coesione e sfide per l'Europa - (Credit: www.adnkronos.com)

Il festival della statistica e della demografia, StatisticAll, ha preso il via a Treviso con una serie di panel che hanno affrontato temi cruciali per il futuro dell’Europa. Tra questi, il dibattito intitolato “Dialoghi Coesione, autonomie e territori: come costruire un’Europa più giusta” ha messo in luce l’importanza delle politiche europee di coesione. Queste politiche, promosse sotto il principio che “nessuno resti indietro”, rappresentano un’iniziativa unica per promuovere la giustizia sociale, affrontare le disparità economiche e territoriali, e garantire che anche le regioni più svantaggiate possano beneficiare dello sviluppo. Tuttavia, la recente legislazione in merito all’autonomia differenziata solleva nuove questioni sulla programmazione e sull’attuazione di tali politiche.

Le politiche di coesione e il loro impatto sulle regioni italiane

Le politiche di coesione della Commissione Europea mirano a sostenere le regioni che presentano ritardi nello sviluppo economico e sociale. In questo contesto, l’Italia si distingue come uno dei principali beneficiari dei fondi europei, che sono essenziali per ridurre le disparità e promuovere una crescita uniforme in tutto il territorio. Tuttavia, le regioni italiane, in particolare quelle interne e montane, affrontano sfide significative nell’attuazione di queste politiche. Sabrina Lucarelli, direttrice dell’Associazione culturale Riabitare l’Italia, ha richiamato l’attenzione sulla disfunzione delle politiche attuate finora. Ha osservato che le statistiche esistenti non vengono adeguatamente conosciute o utilizzate per l’ideazione di politiche efficaci, compromettendo lo scopo della Costituzione di garantire giustizia sociale e opportunità.

Lucarelli ha inoltre messo in evidenza la gravità della situazione delle aree interne in Italia, che soffrono a causa di approcci politici inefficienti. Secondo la sua analisi, i problemi che alimentano lo spopolamento di queste regioni sono di natura sia culturale che politica. Il mancato rispetto dell’articolo 3 della Costituzione da parte delle istituzioni ha creato un gap inaccettabile nella qualità della vita e delle opportunità lavorative per le persone che vi risiedono. Di fronte a questa sfida, diventa cruciale ripensare modalità di programmazione che possano includere anche voci locali e migliorare le condizioni di vita nelle aree più remote.

Riflessioni politiche sull’associazionismo come soluzione

Durante il festival, Giovanni Vetritto, direttore generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha offerto un’analisi critica delle politiche pubbliche degli ultimi decenni. Evidenziando le difficoltà accumulate nel corso del tempo, Vetritto ha affermato la necessità di ripensare i modelli di governance e politiche attuate, sottolineando l’importanza della tecnologia come strumento per rinvigorire le comunità più isolate. A suo avviso, il fabbisogno di un’architettura pubblica ben concepita è fondamentale per consentire anche ai piccoli centri di evolversi.

Il concetto di associazionismo, ripreso da Roberto Samar, vicepresidente dell’associazione nazionale degli uffici di statistica dei Comuni, è emerso come un potenziale rimedio ai problemi che affliggono i piccoli comuni italiani. Samar ha evidenziato come la collaborazione tra i comuni possa dare risultati che il singolo ente non riuscirebbe a conseguire. Attraverso modelli di cooperazione, si possono affrontare in modo più efficace le difficoltà economiche e sociali, creando reti di supporto tra le comunità. Riformare l’associazionismo potrebbe rappresentare un cambiamento fondamentale per migliorare l’efficienza e la qualità dei servizi offerti ai cittadini.

L’importanza dell’istruzione per lo sviluppo del capitale umano

Un altro tema di grande rilevanza emerso durante il dibattito è stato quello dell’istruzione e del capitale umano, sottolineato da Massimo Armenise, ricercatore presso l’Istat. Armenise ha lanciato un monito sulla situazione critica dell’istruzione in Italia, evidenziando che il Paese si colloca tra i fanalini di coda in Europa per tassi di istruzione terziaria e presenta uno dei più alti tassi di abbandono scolastico. Questo scenario non è solo un indicativo di un problema educativo, ma riflette anche una carenza più ampia di opportunità di crescita personale e professionale per i giovani, fondamentali per garantire la competitività del mercato del lavoro.

In quest’ottica, il dibattito ha cercato di individuare le strategie necessarie per valorizzare il potenziale umano esistente e prevenire lo spreco di talenti. Con politiche mirate, l’obiettivo è quello di aumentare l’accesso all’istruzione e migliorare i tassi di completamento degli studi, così da garantire non solo una crescita individuale, ma anche una progressiva ripresa economica per il Paese. È essenziale, quindi, che le istituzioni si impegnino a collaborare con gli enti locali e le organizzazioni attive sul territorio per attuare un cambiamento significativo in questo campo.

Ultimo aggiornamento il 17 Ottobre 2024 da Sofia Greco

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