Il conflitto tra Russia e Ucraina ha raggiunto una fase cruciale, mentre ci si avvicina alla soglia dei 1000 giorni di guerra. La situazione si sviluppa non solo attraverso le operazioni sul campo, ma anche attraverso vari fattori economici e sociali che influenzano entrambi i lati. Recenti analisi dell’Institute for the Study of War offrono un quadro complessivo su quanto sta accadendo, rivelando l’andamento delle dinamiche belliche e le prospettive per il futuro.
Avanzata delle forze russe e le strategie di Kiev
Le forze armate russe continuano a mantenere l’iniziativa nel conflitto, spingendo nei territori del Donetsk e preparando offensive per riconquistare la regione di Kursk, che è stata invasa dall’Ucraina fin dall’inizio di agosto. George Barros, analista dell’ISW, avverte che la Russia è in posizione di forza: “I russi stanno sfruttando vantaggi tattici” e obbligano gli ucraini a rispondere alle loro manovre. Questa situazione di costante difensiva rischia di indebolire le capacità operative di Kiev, che potrebbe trovarsi a dover affrontare scelte sempre più difficili.
Recentemente, le forze russe hanno intensificato gli attacchi attorno alla città di Kupiansk, importante snodo strategico nel nord-est dell’Ucraina. Se Mosca riuscisse a riprendersi Kupiansk, ciò permetterebbe di controllare due vie di rifornimento cruciali e pianificare nuove offensive contro la vicina Kharkiv. D’altro canto, i combattimenti si aggravano anche nella zona sud, in particolare attorno a Kurakhove. Sebbene la città sia sotto pressione, l’ISW suggerisce che una possibile perdita non rappresenterebbe un colpo mortale per la strategia ucraina, vista la relativa vicinanza al nodo logistico di Pokrovsk.
La resistenza ucraina e il caso di Pokrovsk
La tenacia delle forze ucraine, specialmente riguardo alla resistenza attorno a Kurakhove, mette in evidenza l’abilità strategica dei reparti locali. La situazione a Pokrovsk è indicativa delle difficoltà russe: la mancata conquista della città ha costretto Mosca a rivedere i propri piani. Barros osserva che l’esercito russo ha guadagnato solo 40 km dopo la presa di Avdiivka, ma il costo in vite umane e mezzi militari è stato elevato. Le perdite di cinque divisioni di carri armati per tali progressi sollevano interrogativi sull’efficacia dell’avanzamento russo*.
L’incapacità di Mosca di conquistare Pokrovsk potrebbe servire da campanello d’allarme. La guerra ha inflitto ferite profonde all’esercito russo, che si scontra non solo con la resistenza ucraina ma anche con le proprie carenze in termini di strategia e di reattività. Il costo umano e il limite delle risorse disponibili portano a una riflessione sulla sostenibilità dell’impegno bellico russo nel lungo termine.
Le sfide economiche e le prospettive per Mosca
Nonostante il numero maggiore di uomini e armamenti, la Russia si trova di fronte a difficoltà economiche e organizzative che minacciano il suo impegno bellico. L’inflazione altissima, la carenza di forza lavoro e l’aumento dei tassi di interesse hanno messo a dura prova l’economia russa. La mobilitazione parziale ha contribuito alla fuga di centinaia di migliaia di potenziali soldati, creando vuoti significativi nelle forze armate.
Secondo Barros, la congiuntura economica attuale potrebbe portare la Russia a una crisi nel giro di 12-18 mesi. “La situazione economica, la carenza di uomini e la perdita di mezzi avranno un impatto significativo”, afferma l’analista dell’ISW. Le prospettive per il Cremlino sono complicate ulteriormente nel caso in cui continui il supporto degli alleati occidentali all’Ucraina nei prossimi mesi. Le forze internazionali, compresi gli Stati Uniti, potrebbero determinare il destino del conflitto e l’esito finale della guerra, sfidando i piani di Vladimir Putin.
I fattori che caratterizzano l’attuale guerra Russia-Ucraina disegnano scenari complessi e interconnessi, in cui strategie militari e dinamiche economiche si intrecciano per influenzare la direzione futura del conflitto.
Ultimo aggiornamento il 17 Novembre 2024 da Armando Proietti