Lavoro domestico in calo: meno occupati e costi crescenti per le famiglie italiane

Il mercato del lavoro domestico in Italia affronta una crisi senza precedenti, con 145mila posti persi e famiglie in difficoltà a causa dell’aumento dei costi per i servizi di assistenza.
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Lavoro domestico in calo: meno occupati e costi crescenti per le famiglie italiane - Gaeta.it

L’analisi del mercato del lavoro domestico rivela una significativa riduzione degli occupati nell’ultimo triennio, un trend influenzato da fattori economici e sociali. Secondo il rapporto “Family Work – Laboratorio su casa, famiglia e lavoro domestico” pubblicato da Assindatcolf in collaborazione con la Fondazione studi Consulenti del lavoro, il settore è in crisi, con 145mila posti di lavoro persi e famiglie che lottano con l’aumento dei costi per servizi di assistenza. La crescita dei costi e la contrazione della domanda stanno modificando il panorama di questa importante area del lavoro.

La diminuzione delle occupazioni nel lavoro domestico

Negli ultimi due anni, il lavoro domestico ha subito un crollo di occupati senza precedenti. Tra il 2021 e il 2023, si registrano 145mila occupati in meno, corrispondenti a un calo del 9,5%. Questo viene messo in contrasto con il resto del mercato del lavoro, dove l’occupazione ha visto un incremento. Secondo i dati forniti dall’Istat, il numero totale di lavoratori, inclusi quelli irregolari, è sceso da 1.530.000 a 1.384.800 unità. Questa perdita di posti di lavoro si riflette anche nella domanda di servizi di collaborazione, che è scesa drasticamente. Nel 2011, circa 2,6 milioni di famiglie si avvalevano di colf, badanti e baby-sitter, mentre nel 2022 il numero è sceso a 1,9 milioni, pari al 7,4% delle famiglie residenti in Italia.

Le motivazioni alla base di questo fenomeno complesso sono molteplici. In primo luogo, il calo delle nascite sta diminuendo la domanda di assistenza infantile, mentre la diffusione del lavoro da remoto ha ridotto la necessità di servizi domestici per le famiglie con genitori che lavorano da casa. Inoltre, nelle famiglie dove è presente un familiare non autosufficiente, aumentano le difficoltà economiche a sostenere questi costi, spingendo molte lavoratrici a ritirarsi dal mercato del lavoro per dedicarsi all’assistenza familiare.

L’impatto economico sui bilanci familiari

L’aumento dei costi dei servizi di collaborazione sta avendo un impatto notevole sulla stabilità finanziaria delle famiglie italiane. Le spese per i servizi di assistenza, come le badanti, hanno raggiunto cifre tali da assorbire oltre il 50% del reddito mensile per il 57% delle famiglie che ne fanno uso. Questa condizione crea non pochi problemi per i bilanci fiscali delle famiglie, ponendo un grave dilemma economico per chi si trova a dover scegliere tra assistenza necessaria e stabilità finanziaria.

Oltre alle famiglie con casi di non autosufficienza, anche quelle senza esigenze di cura specifiche vedono un impatto significativo. Infatti, nel 42,8% dei casi, le spese per il lavoro domestico superano il 15% del reddito mensile, una percentuale che può rapidamente deteriorare le condizioni economiche generali di un nucleo familiare. Le famiglie si trovano quindi a dover razionare le proprie spese, spesso limitando altre voci di spesa vitali, come l’istruzione, la salute e altri servizi essenziali.

Le conseguenze di tale crisi nel settore del lavoro domestico non si limitano solo ai numeri, ma si riflettono anche sulla qualità della vita e sulla capacità di gestione delle famiglie, con ripercussioni a lungo termine sul tessuto sociale del Paese.

Le nuove sfide del lavoro domestico

La situazione attuale richiede un ripensamento delle politiche attive del lavoro e una strategia per la promozione del lavoro domestico, che si è rivelato essenziale, ma spesso trascurato. Con l’aumento dell’età media della popolazione e la crescita del numero di persone non autosufficienti, è cruciale sostenere i servizi di assistenza, non solo per rispondere a una domanda che cresce, ma anche per garantire condizioni di lavoro dignitose per chi opera in questo settore.

Una ristrutturazione delle politiche del lavoro domestico può essere un primo passo per affrontare queste sfide. Migliorare le condizioni di lavoro, garantire diritti e assicurazioni, e incentivare la formazione delle lavoratrici e dei lavoratori domestici potrebbe portare a un aumento della fiducia nel settore, favorendo un’attrattiva maggiore verso professioni spesso trascurate.

Nel contesto attuale, è evidente che le famiglie italiane si trovano ad affrontare sfide senza precedenti nel cercare di bilanciare esigenze lavorative, assistenziali ed economiche. Mentre il calo delle occupazioni nel lavoro domestico mette a nudo vulnerabilità strutturali, è imperativo che si trovi una soluzione per garantire un futuro sostenibile per questo importante segmento del mercato del lavoro.

Ultimo aggiornamento il 4 Ottobre 2024 da Marco Mintillo

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