Lega milanese chiede un intervento decisivo contro il Leoncavallo dopo la sentenza del Viminale

La Lega chiede al Consiglio comunale di Milano di bloccare la regolarizzazione del centro sociale Leoncavallo e avviare un censimento dei centri sociali irregolari, sollevando dibattiti sulla legalità.
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Lega milanese chiede un intervento decisivo contro il Leoncavallo dopo la sentenza del Viminale - Gaeta.it

Una nuova iniziativa della Lega si sta delineando oggi in seno al Consiglio comunale di Milano. L’obiettivo del gruppo è chiaro: bloccare qualsiasi tentativo di regolarizzazione del Leoncavallo, un noto centro sociale, in seguito alla recente condanna del Viminale a pagare 3 milioni di euro per il mancato sgombero di questa occupazione. Il dibattito si intensifica, portando alla luce questioni legate alla legalità e all’occupazione abusiva di immobili, che continuano a infiammare il panorama politico locale.

Il documento della Lega e le sue richieste

Nella seduta odierna del Consiglio comunale, la Lega ha presentato un ordine del giorno, firmato da tutti i membri del gruppo, demandando al sindaco e alla giunta di non avviare alcun dialogo con gli occupanti abusivi. “Ci aspettiamo che la sinistra voti compatta per questo documento e che evitino ogni tipo di confronto con chi ha occupato abusivamente un immobile per decenni”, ha dichiarato Silvia Sardone, europarlamentare e consigliere comunale della Lega.

La strategia della Lega è chiara: mettere in discussione la legittimità di ogni tipo di dialogo istituzionale riguardante il Leoncavallo, ritenuto un simbolo di occupazione abusiva. Sardone ha specificato che la sua richiesta non prevede alcun riconoscimento o premio per gli occupanti, sottolineando che “il solo riconoscimento che può essere concesso è l’Ambrogino d’Oro, già assegnato alle Mamme del Leoncavallo.” Un’affermazione che mostra la determinazione del partito nel chiedere un’azione immediata e decisiva riguardo alla situazione.

Censimento e sgombero dei centri sociali irregolari

L’ordine del giorno non si limita solo al Leoncavallo, ma si estende a una richiesta più ampia: la Lega chiede al Comune di avviare un censimento di tutti i centri sociali irregolari presenti in città. Attraverso una classificazione e una gerarchia di priorità, il partito intende sollecitare l’amministrazione comunale a collaborare con enti come il ministero, la prefettura e la questura per ripristinare la legalità e il decoro urbano.

La Lega sottolinea l’importanza di avere una visione chiara e strutturata riguardo ai centri sociali, ritenuti problematici e fonte di conflitti, come quelli emersi recentemente dopo gli scontri violenti a Bologna. Matteo Salvini, leader del partito, ha espresso parole forti sul tema, affermando che “i centri sociali vanno chiusi tutti.” Questa posizione rappresenta un forte richiamo all’unità di intenti verso una gestione più rigorosa della questione degli immobili occupati illegalmente.

Le reazioni politiche e sociali

Le parole della Lega hanno generato diverse reazioni tra i partiti politici e all’interno della società milanese. Ci sono già state voci contrarie da parte della sinistra, che riconosce il Leoncavallo come uno spazio di agibilità sociale, esprimendo preoccupazioni per un approccio che potrebbe accentuare le tensioni nel contesto urbano.

La vicenda del Leoncavallo si inserisce quindi in un dibattito più ampio riguardante il rapporto tra occupazione, spazi sociali e legalità. I gruppi favorevoli al centro sociale criticano la posizione della Lega, sostenendo che la chiusura di tali spazi priverebbe la città di luoghi di aggregazione culturale e sociale. La risposta della giunta di Milano e i prossimi passi del Consiglio comunale saranno del tutto significativi per il futuro del Leoncavallo e la gestione delle occupazioni in città.

Ultimo aggiornamento il 18 Novembre 2024 da Sofia Greco

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