Licenziamenti e protesta a Genova: chiude il Moody, storico ristorante del centro

La chiusura del bar ristorante Moody a Genova provoca proteste dei dipendenti, evidenziando problemi occupazionali e la desertificazione commerciale del centro città, richiedendo interventi politici urgenti.
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Licenziamenti e protesta a Genova: chiude il Moody, storico ristorante del centro - (Credit: www.ansa.it)

La recente chiusura del Moody, un bar ristorante situato in piazza Piccapietra, ha scatenato una protesta da parte dei dipendenti, evidenziando le problematiche occupazionali e la crescente desertificazione del centro di Genova. Dopo un principio di incendio verificatosi a settembre, i proprietari, appartenenti a una holding svizzera, hanno optato per la chiusura definitiva del locale, lasciando 26 dipendenti, principalmente donne, in un limbo lavorativo. Questo evento ha portato a un presidio organizzato dai lavoratori nella giornata di oggi, durante il quale è stato bloccato per alcuni minuti il traffico lungo via XII Ottobre.

La chiusura del Moody e l’impatto sui dipendenti

La decisione di chiudere il Moody è stata accolta con grande preoccupazione dai lavoratori. Secondo Maurizio Fiore, segretario della Filcams di Genova, ciò che è avvenuto può essere definito un licenziamento travestito da trasferimento. La nuova strategia aziendale impone infatti il trasferimento del personale a locali dislocati in varie parti d’Italia, senza alcuna garanzia di mantenimento del posto di lavoro per i dipendenti genovesi. Questo è un colpo duro per le 26 persone coinvolte, le cui vite professionali sono state messe a repentaglio da decisioni aziendali che sembrano ignorare le esigenze della comunità locale e dei lavoratori stessi.

La chiusura del Moody non è solo una questione occupazionale, ma rappresenta anche una perdita culturale per la città di Genova. Il ristorante era parte integrante del tessuto sociale e della vita pubblica del centro, un luogo di ritrovo per residenti e turisti. La città, che già sta affrontando una significativa desertificazione commerciale, vede quindi spegnersi un’altra “luce”, contribuendo all’erosione della sua vitalità. La preoccupazione per il futuro dei posti di lavoro e per il tessuto sociale di Genova rimane alta, mentre i dipendenti cercano di far sentire la loro voce.

La risposta della politica e le prospettive future

La situazione del Moody solleva interrogativi cruciali riguardo alla responsabilità della politica nei confronti dei lavoratori e delle imprese locali. È giusto che anche la politica si faccia carico di questi lavoratori, afferma Fiore, sottolineando l’importanza di un intervento istituzionale per sostenere non solo i dipendenti del Moody, ma anche l’intero settore della ristorazione e del commercio nelle aree più centrali di Genova. La necessità di attivare un tavolo di confronto tra il Comune e le parti sociali è emersa come una possibile via d’uscita dalla crisi attuale.

Le istituzioni locali, quindi, potrebbero giocare un ruolo fondamentale nel cercare di ridurre l’impatto economico e sociale della chiusura del locale. Si potrebbe parlare di incentivi per le imprese che decidono di rimanere o tornare a Genova, oltre alla necessità di rivitalizzare il centro storico della città attraverso iniziative che attraggano di nuovo i visitatori. Il dialogo tra le autorità locali e i rappresentanti dei lavoratori è essenziale per garantire una protezione efficace dei diritti degli stessi.

In definitiva, la vicenda del Moody non rappresenta solo una questione interna a un locale della città, ma un campanello d’allarme per la comunità di Genova, chiamata a riflettere sull’importanza di sostenere le proprie attività commerciali e i lavoratori per garantire un futuro prospero a tutti. La città ha bisogno di risposte concrete e immediate per evitare che si spezzino ulteriormente i legami sociali e lavorativi che la caratterizzano da sempre.

Ultimo aggiornamento il 21 Ottobre 2024 da Sofia Greco

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