Malattie infiammatorie croniche intestinali in Campania: nuove cure per una sfida sanitaria

In Campania, circa 15.000 persone soffrono di malattie infiammatorie croniche intestinali, con la colite ulcerosa predominante; l’arrivo del farmaco mirikizumab offre nuove speranze per il trattamento e la qualità della vita.
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Malattie infiammatorie croniche intestinali in Campania: nuove cure per una sfida sanitaria - (Credit: www.ansa.it)

Le malattie infiammatorie croniche intestinali rappresentano un grave problema sanitario in Campania, con un numero crescente di persone che convive con queste condizioni debilitanti. Oltre ai dati già allarmanti, l’assenza di un registro specifico per queste patologie rende difficile valutare la reale portata del fenomeno. Le ultime informazioni suggeriscono che almeno 15.000 individui nella regione soffrano di un tipo di MICI, principalmente di colite ulcerosa, una malattia che colpisce in modo significativo la qualità della vita dei pazienti. Con il nuovo farmaco mirikizumab in arrivo, le possibilità di trattamento stanno aumentando, offrendo nuove speranze ai malati.

La prevalenza delle malattie infiammatorie croniche intestinali in Campania

In Campania, si stima che le malattie infiammatorie croniche intestinali colpiscano quasi 15.000 pazienti. Tra queste, la colite ulcerosa è la forma più comune, con circa 8.000 casi. Queste malattie colpiscono in prevalenza giovani, con oltre il 25% delle diagnosi avvenute in età pediatrica. La professoressa Fabiana Castiglione, docente di Gastroenterologia all’Università Federico II di Napoli, sottolinea che la mancanza di un registro ufficiale per queste patologie porta a una sottostima dei casi, rendendo difficile l’individuazione di strategie adeguate di intervento e supporto.

La colite ulcerosa è una malattia infiammatoria cronica che colpisce principalmente il colon, spesso iniziando dalla zona rettale. I pazienti sperimentano periodi di remissione e riacutizzazioni, con manifestazioni che includono diarrea, sangue nelle feci e dolori addominali. In assenza di un trattamento efficace, la malattia può progredire in forme più severe, talvolta richiedendo interventi chirurgici. La causa rimane sconosciuta, sebbene si ipotizzi un coinvolgimento di disordini immunitari e di fattori genetici e ambientali.

Il ruolo innovativo di mirikizumab nel trattamento della colite ulcerosa

Il recente approvazione da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco per mirikizumab è un passo significativo nel trattamento della colite ulcerosa in fase moderata e grave. Questo farmaco, sviluppato da Lilly, è considerato il primo della sua classe, un antagonista dell’interleuchina-23p19 , che gioca un ruolo cruciale nell’infiammazione associata a questa malattia. Mirikizumab offre una terapia mirata che aiuta a ridurre non solo i sintomi gastrointestinali ma anche a migliorare la qualità complessiva della vita dei pazienti.

Numerosi studi clinici, tra cui il programma LUCENT, hanno dimostrato l’efficacia di mirikizumab. Dopo sole 12 settimane di trattamento, si è osservato che il 63,5% dei pazienti ha ottenuto una risposta clinica positiva, mentre il 24,2% ha raggiunto una remissione clinica. Questi risultati sono promettenti, mostrando un’efficacia superiore rispetto al placebo, specialmente nei pazienti che avevano già ricevuto trattamenti biologici in precedenza. La riduzione della necessità di steroidi è un altro aspetto notevole; quasi il 98% dei pazienti in remissione a un anno non assumeva più steroidi.

Impatto psicologico e sociale delle malattie infiammatorie croniche intestinali

La colite ulcerosa non influisce solo sulla salute fisica, ma ha anche un impatto psicologico significativo sui pazienti. I sintomi come l’urgenza intestinale e la diarrea frequente possono portare a un isolamento sociale e a problemi di autostima. Salvo Leone, Direttore generale di AMICI Italia, mette in evidenza come i pazienti lottano nel gestire le implicazioni quotidiane della malattia. La disabilità invisibile, associata a sintomi che possono sembrare banali, crea stress e ansia, ostacolando la vita sociale.

Le implicazioni di carattere psicologico sono tanto rilevanti quanto quelle fisiche. È imperativo riconoscere l’angoscia che queste malattie possono provocare e considerare approcci terapeutici integrativi che affrontino anche il benessere mentale. In questo contesto, la disponibilità di mirikizumab offre una nuova speranza, non solo in termini di controllo dei sintomi fisici, ma anche per il miglioramento generale della qualità della vita.

In definitiva, il panorama delle malattie infiammatorie croniche intestinali, e in particolare della colite ulcerosa, sta cambiando in Campania grazie a nuovi sviluppi terapeutici. La continua ricerca e l’innovazione nel campo della gastroenterologia forniscono nuove opportunità ai pazienti, promettendo un futuro migliore e una gestione più efficace della loro condizione.

Ultimo aggiornamento il 16 Ottobre 2024 da Donatella Ercolano

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