Una recente operazione dei Carabinieri ha portato alla luce una rete di truffe attiva nel centro di Napoli. Coordinata dai militari del Comando provinciale di Reggio Calabria, l’iniziativa ha coinvolto anche le forze dell’ordine napoletane, rivelando una vera e propria centrale operativa di attività fraudolente.
La segnalazione che ha dato il via all’indagine è stata effettuata dai Carabinieri di Reggio Calabria, dopo una truffa avvenuta a San Giorgio Morgeto, un comune situato nella provincia di Reggio Calabria. Il caso ha messo in evidenza come le truffe non si limitassero a un’area locale, ma avessero una portata che si estendeva a tutto il Sud Italia.
La centrale operativa delle truffe
L’operazione è stata condotta nei pressi di Porta San Gennaro, un’area storica e centrale di Napoli, dove i truffatori gestivano la loro base operativa. I Carabinieri hanno scoperto che le attività fraudolente, ben organizzate, coinvolgevano più individui e si avvalevano di diverse tecniche per ingannare le vittime. Questo modello di truffa ha mostrato una notevole capacità di adattamento e diffusione, rendendo la rete criminale difficile da localizzare e smantellare.
Le indagini hanno rivelato che i due principali indagati, entrambi con precedenti penali, utilizzavano il noto raggiro del “falso carabiniere”. Questa modalità si basa sull’inganno che una persona, spacciandosi per un membro delle forze dell’ordine, possa richiedere denaro o beni in cambio di protezione o per evitare conseguenze legali nei confronti di familiari delle vittime, sfruttando la loro vulnerabilità.
La truffa ai danni di un’anziana invalida
L’operazione ha preso spunto da una truffa che si era verificata lo scorso maggio a San Giorgio Morgeto. In questo caso, i due truffatori erano riusciti a convincere un’anziana invalida, al 100%, a cedere tutti i gioielli di valore che possedeva. L’approccio è stato incentrato su una finta situazione di emergenza che coinvolgeva il nipote della donna, sostenendo che fosse stato protagonista di un incidente stradale.
Mostrando una forte abilità manipolativa, i truffatori affermarono di richiedere una cauzione per evitare l’arresto del giovane, creando un clima di paura e urgenza nella vittima. La signora, spaventata per le sorti del familiare, cedette così i suoi preziosi, che erano stimati in oltre 40 mila euro. Questo episodio segna solo uno dei tanti che testimoniano come le truffe perpetrate da bande organizzate possano colpire le persone più vulnerabili, come gli anziani, rendendoli vittime di abusi e sfruttamenti.
Misure di contrasto e prevenzione
Alla luce dell’operazione, le forze dell’ordine hanno avviato una serie di misure preventive per salvaguardare la popolazione, in particolare le persone anziane che possono essere facilmente ingannate. Sono previsti incontri informativi nelle comunità per educare i cittadini su come riconoscere e difendersi dalle truffe. La collaborazione tra le diverse brigate dei Carabinieri ha anche messo in evidenza l’importanza di segnalare prontamente eventi sospetti al fine di evitare che altri potenziali truffatori possano agire.
Il monitoraggio continuo e la raccolta di informazioni utili consentiranno alle autorità di sradicare più efficacemente queste reti criminali, garantendo maggiore sicurezza nella vita quotidiana dei cittadini e proteggendo le fasce più deboli della popolazione.
Ultimo aggiornamento il 18 Novembre 2024 da Sofia Greco